martedì 20 giugno 2017

Per i due giovani veneti morti a Londra, esiste una precisa responsabilità morale!



La morte di due giovani veneti, Gloria Trevisan e Marco Gottardi, nel terribile rogo della Grenfell Tower di Londra, ha scosso profondamente l'opinione pubblica. I due giovani laureati si erano trasferiti in Inghilterra da 5 mesi, avevano trovato un buon #Lavoro e avevano deciso di vivere a Londra, dall'Italia avevano avuto offerte lavorative inaccettabili e, così, erano riusciti a convincere anche i rispettivi genitori sulla necessità della loro scelta.
Purtroppo, per un malaugurato incidente provocato da incuria umana, la torre Grenfell dove avevano preso casa, è andata a fuoco e non è stato possibile raggiungere [VIDEO] gli ultimi piani dell'edificio per salvare loro e le altre vittime.

Via dall'Italia per lavorare

Si è trattato di un maledetto incidente che non è razionalmente da mettere in relazione con il fatto che i due giovani siano stati costretti a lasciare il loro paese per poter lavorare e vivere dignitosamente. Ovviamente, una simile tragedia poteva accadere ovunque, anche in Italia, ma sta di fatto che è accaduta in Inghilterra e forse, pensandoci bene, non è del tutto vero che una relazione con la situazione lavorativa negativa italiana non esista.
Naturalmente non esistono nessi materiali tra i fatti accaduti e la morte dei due ragazzi 'migranti per forza', ma c'è un nesso morale. Ricordate che il papà di Gloria, intervistato subito dopo aver appreso che la figlia era dispersa, ha detto al giornalista di sottolineare che la figlia in Italia aveva trovato un lavoro retribuito con 300 euro e che per questo aveva deciso di andarsene?
Il 'nesso morale' per queste morti va identificato in un'Europa con una leadership protesa unicamente al profitto e in un'Italia che non ha saputo fare altro per i giovani che promuovere i voucher per lavori occasionali, invece di mettere in campo riforme strutturali per il mondo del lavoro.

mercoledì 7 giugno 2017

Free vax: manifestazioni anti-vaccini in 24 città, ma le Tv tacciono

Free vax: manifestazioni anti-vaccini in 24 città, ma le Tv tacciono

Contro l'obbligo dei vaccini per l'iscrizione a scuola, i genitori scendono in piazza e gridano 'libertà' per i loro figli
I genitori Italiani manifestano contro il DDL sui vaccini
I genitori Italiani manifestano contro il DDL sui vaccini
Lo scorso 3 giugno molte città italiane come Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Lecce, Milano, Napoli, Torino e Rimini; hanno visto massicce #manifestazioni di genitori non disposti a permettere che lo stato 'violi i diritti fondamentali in materia di salute'. La grande mobilitazione non è stata ripresa da nessuna televisione italiana, privata o pubblica che sia.
Il tema dell'obbligo vaccinale per i bambini ai fini dell'iscrizione agli asili nido e alle scuole materne, oggetto di un decreto legge del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sta sollevando moltissime polemiche. Anche il 29 maggio diverse centinaia di persone a Sant'Arcangelo (Emilia-Romagna) hanno assistito alla conferenza 'Salute e vaccini, il dovere di informare e il diritto di essere informato': Il teatro Supercinema era così affollato che molte persone sono dovute restare fuori, mentre alla conferenza intervenivano diversi medici tra i quali Mario Miedico, e un esperto in diritto sanitario, l'avvocato Luca Ventaloro.

I vaccini in Italia

Mentre la Svezia ribadisce la libertà di scelta per le vaccinazioni, l'Italia sta cercando di rafforzare l'obbligo delle vaccinazioni ai bambini. Nel 2014 a Washington, l'Italia è stata designata per 5 anni 'agenzia leader' per le strategie e le campagne di vaccinazione in tutto il mondo da parte del Programma Mondiale della Sanità. Ma il Ministero della Salute italiano pare aver avocato a sé una missione aggiuntiva.
Ci si chiede se ci siano diritti umani diversi tra Svezia e l'Italia. Il 10 maggio 2017, in Svezia, il Parlamento ha dichiarato incostituzionale qualsiasi vaccinazione obbligatoria, respingendo i vari movimenti che mirano a rendere certi vaccini obbligatori.
Il 19 maggio 2017, in Italia, il Consiglio dei Ministri su proposta del presidente Paolo Gentiloni e del Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, ha approvato un decreto legge di emergenza sull'ampliamento degli obblighi vaccinali.

URANIO IMPOVERITO:LA DIFESA COLPEVOLE PER LA MORTE DI UN CAPORALE

Corrado di Giacobbe il caporale ucciso dall'uranio impoverito

Il caporale maggiore dell'esercito italiano Corrado di Giacobbe, morto il 6 novembre del 2011 a 24 anni, per una forma leucemica dopo aver prestato servizio a Serajevo nel 1997 e nel 1998, non era sufficientemente protetto da attrezzatura idonea contro le radiazioni nefaste dell'#uranio impoverito e non ha potuto evitare il contatto con lo stesso, per tutto questo il Ministero della Difesa è stato chiamato a risarcire ai suoi familiari 642mila euro.
A margine di questa sentenza il presidente dell’Osservatorio militare ha comunicato che ci sono ben 343 militari deceduti e 7mila malati che hanno subito la stessa contaminazione di Corrado Di Giacobbe e che ora aspettano che la giustizia italiana renda giustizia a loro e alle loro famiglie.

Ministero colpevole

Con sentenza 11408/2017, che sarà una pietra miliare per tutti i militari che hanno subito la stessa sorte del Di Giacobbe, i giudici del tribunale di Roma hanno scritto che le responsabilità del Ministero della Difesa sono chiare, i nostri militari sono stati inviati nei Balcani per una missione di peace keeping, con attrezzature assolutamente non conformi a prevenire la contaminazione delle particelle di uranio impoverito disperse nell'atmosfera e nell'acqua, nelle zone in cui erano stati chiamati ad operare.
La dotazione dei nostri militari consisteva solamente in una maschera Nbc e un telo protettivo che risultano assolutamente inadeguati rispetto alla protezione di cui avevano realmente necessità, in particolare, il militare Di Giacobbe, che era addetto alla cucina, era costretto a far uso dell'acqua contaminata del luogo in cui si trovava e lo ha dovuto fare senza alcuna precauzione.

venerdì 26 maggio 2017

Terrorismo, una vera pacchia per le televisioni



E' successo in Inghilterra a Manchester , il terrorista si è fatto saltare in aria in una arena dove catava una top star che piace molto ai bambini. Non mi interessano i nomi e i cognomi della diva o dei bimbi dispersi, quella è solo una speculazione giornalista sul dolore dei parenti delle vittime.

Non mi interessa nemmeno il nome dell'attentatore che non merita la nostra attenzione se non per definirlo un criminale. Mi interessa invece scrivere che televisione e giornali di casa nostra in questi eventi tragici ci sguazzano, ci forniscono particolari agghiaccianti e raccapriccianti con il solo scopo di attirare la nostra attenzione .... senza rendersi conto che questo è un grande favore che fanno all'ISIS.
Un'ultima cosa: ieri sera ho sentito un certo Casini fare affermazioni di questo tipo: questi ragazzi islamici di seconda generazioni vanno rieducati, va trovato loro un lavoro e vanno comunque capiti perchè non sono stati integrati.
Al senatore in questione vorrei dire che in Italia abbiamo tanti giovani che non sono integrati nella società e sono italiani che non hanno terminato gli studi, è per loro che occorre prevedere una programma di reinserimento. Per gli altri, per tutti gli altri che non sono italiani ci pensi l'Onu (organismo che pagiamo salato e che non combina nulla).

Manuela Valletti

domenica 14 maggio 2017

Bergoglio non si inginocchia mai davanti al SS. Sacramento .....e ha distrutto FATIMA



Posted: 13 May 2017 07:04 AM PDT
Benedetto XVI, nel pellegrinaggio a Fatima del 13 maggio 2010, auspicò di vedere nel centenario delle apparizioni (il 2017), il trionfo del Cuore Immacolato di Maria profetizzato dal Messaggio della Madonna.
Ma il 12 maggio del 2017 papa Bergoglio ha sostanzialmente liquidato Fatima e il Messaggio della Madre di Dio.
Oggi nell’omelia, grazie al Cielo, ha letto una normale paginetta celebrativa, preparata dai teologi della Santa Sede per la canonizzazione dei pastorelli, e c’è perfino un (fugace) accenno all’inferno (la strategia bergogliana è sempre questa).
Ma ieri, quando ha pronunciato il suo vero discorso bergogliano, è successo qualcosa di clamoroso. E’ venuto a Fatima esattamente per pronunciare queste parole che sono in contrapposizione a tutte quelle pronunciate, in quel santuario, dagli altri papi che sono andati lì come pellegrini.
CONTO APERTO
Che Bergoglio avesse un conto aperto con Fatima si poteva immaginare anche perché durante le polemiche dei Sinodi (per la comunione ai divorziati risposati) furono spesso citate alcune importanti parole di suor Lucia che facevano capire quanto fossero sbagliate le “modernizzazioni” teorizzate da Kasper e imposte da Bergoglio.
Era stato il cardinale Carlo Caffarra – che si batteva in difesa della fede cattolica e poi è stato uno dei protagonisti dei Dubia – a riferire che, quando ebbe da Giovanni Paolo II l’incarico di fondare il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia, scrisse a suor Lucia per chiederle preghiere.
E – a sorpresa – la veggente gli rispose con una lunga lettera in cui – riferiva il cardinale – affermava che “lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio. Non abbia paura, aggiungeva, perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti modi, perché questo è il punto decisivo. E poi concludeva: ma la Madonna gli ha già schiacciato la testa”.
Più in generale si poteva immaginare che le apparizioni di Fatima non fossero amate da Bergoglio: c’è la visione dell’Inferno, l’invito alla conversione e alla penitenza e c’è la profezia sull’avvento del comunismo ateo che con i suoi crimini, specie le persecuzioni contro i cristiani, ha insanguinato tutto il Novecento (e non solo).
Tutti temi detestati da Bergoglio. Ma non si poteva immaginare che Bergoglio avesse deciso questo viaggio addirittura per demolire le apparizioni e il Messaggio della Madonna.
Una spettacolo mai visto.
DEMOLIZIONE
E’ il discorso alla veglia di venerdì sera (la benedizione delle candele) quello decisivo.
Non solo non ha mai menzionato né l’inferno, né il comunismo ateo, ma ha contestato esplicitamente le parole della Madonna e la sua profezia, fino a ridicolizzare il Messaggio riferito da suor Lucia.
Infatti il contenuto centrale dell’apparizione di Fatima è stata la visione dell’orrore dell’inferno, mostrato ai pastorelli.
Per questo La Madonna è apparsa: ha espresso il suo accorato dolore perché tantissime anime si perdono, sprofondano laggiù; ha messo in guardia dall’avvento del comunismo ateo (che infatti pochi mesi dopo prese il potere in Russia), ha chiesto conversione e penitenza per scongiurare la perdizione eterna e le catastrofi che la scelta del male attira sull’umanità e sul mondo.
Ebbene, Bergoglio è andato a Fatima a ribaltare tutto.
Ha sostenuto che si commette una “grande ingiustizia contro Dio e la sua grazia, quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio” perché bisogna “anteporre che sono perdonati dalla sua misericordia”. Ripete: “dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio”.
Con chi ce l’ha? E’ evidente che il bersaglio è il Messaggio di Fatima, riferito da suor Lucia. Ma la veggente ha semplicemente riportato la parole della Vergine.
Quindi i casi sono tre: o Dio – a parere di Bergoglio – non è abbastanza misericordioso e sbaglia a condannare tante anime al supplizio eterno; o Bergoglio non crede alle apparizioni (e quindi se la sta prendendo con suor Lucia) oppure sta accusando direttamente la Madonna di aver commesso una “grande ingiustizia contro Dio”.
CI CREDE?
Che Bergoglio non creda veramente alle apparizioni e ai miracoli per la verità è più di un sospetto, perché lui stesso lo ha detto nel libro intervista “Il cielo e la terra” dove dichiara:
“Provo un’immediata diffidenza davanti ai casi di guarigione, persino quando si tratta di rivelazioni o visioni; sono tutte cose che mi mettono sulla difensiva. Dio non è una specie di Correo Andreani (un corriere, ndr) che manda messaggi in continuazione”.
In pratica Bergoglio ci dice che crede in un Dio, ma non è il Dio dei cattolici. Del resto lo ha detto apertamente nell’intervista a Scalfari: io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico”.
Anche i musulmani o anche i massoni – per dire – possono sottoscrivere una simile dichiarazione. Ma non i cattolici.
Il problema è questo: un uomo che – come papa della Chiesa Cattolica – pretende di portare la Chiesa fuori dal cattolicesimo. Per questo ieri a Fatima Bergoglio di fatto ha ridicolizzato la paura dell’Inferno e l’ammonimento materno della Madonna sulla perdizione eterna.
LA MADRE DI DIO
Quindi Bergoglio ha direttamente preso di mira la devozione popolare alla Madonna, ironizzando perché se ne sarebbe fatto “una ‘Santina’ alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo”.
Qui tracima il suo disprezzo per la pietà cristiana del popolo cattolico e di nuovo viene presa di mira suor Lucia, che sostanzialmente ci avrebbe trasmesso una caricatura della Madonna: una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che La vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire”.
Questa è un’esplicita e clamorosa contestazione del Messaggio di Fatima e pure della Salette (la Chiesa però ha riconosciuto entrambe le apparizioni…).
TIMOR DI DIO
Come ho detto l’ammonimento della Madonna al rischio di perdizione eterna viene così ribaltato da Bergoglio: “dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio”.
E’ la sua solita e “soggettiva” idea secondo la quale saremmo già tutti salvati e quindi non c’è bisogno di conversione (tanto meno di penitenza). Bergoglio – qui sulla linea di Lutero – ci dice che Gesù “ha pagato per noi sulla Croce. E così, nella fede che ci unisce alla Croce di Cristo, siamo liberi dai nostri peccati”.
Ecco perché non c’è traccia dell’inferno nel discorso di venerdì di Bergoglio.
Per tutti questi motivi Bergoglio conclude invitando a liberarsi dal “timor di Dio” che la Madonna ci ha insegnato: “mettiamo da parte ogni forma di paura e timore, perché non si addice a chi è amato”.
In effetti in Bergoglio non c’è traccia di timor di Dio.
Nei suoi in terventi di questi mesi spazza via il Dio annunciato dalla Chiesa (“non esiste un Dio cattolico”), ridicolizza la Trinità (“anche dentro la Santissima Trinità stanno tutti litigando a porte chiuse, mentre fuori l’immagine è di unità”), dileggia il Figlio di Dio (“Gesù fa un po’ lo scemo”) e addirittura arriva a bestemmiarlo sostenendo che sulla croce Gesù “si è fatto diavolo”.
Ora demolisce pure il Messaggio di Fatima e l’immagine della Madonna della devozione cattolica.
A questo punto ci si chiede: quale altra demolizione deve fare per far aprire gli occhi agli entusiasti papolatri?

POST SCRIPTUM
Papa Bergoglio venerdì sera si è presentato davanti all’immagine della Madonna attribuendo a se stesso l’espressione “vescovo vestito di bianco”.
Ha voluto citare così testualmente uno dei personaggi contenuti nella visione del Terzo segreto di Fatima.
E’ sorprendente e forse qualcuno dell’entourage avrebbe dovuto sconsigliarglielo, perché nella riflessione sul Terzo segreto, in questi anni, si è compreso che quella figura della visione è quantomeno ambigua e inquietante.
Ed è assai diversa dall’altra figura, il vecchio “Santo Padre, mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena” che sale la montagna.
Anzi, è abbastanza plausibile pensare che proprio l’enigma di quell’inquietante personaggio – il “vescovo vestito di bianco” – la Madonna abbia spiegato in quella parte del Terzo segreto che non è stata pubblicata e che dovrebbe riferirsi all’apostasia della Chiesa e ai gravissimi problemi ai vertici.
E’ vero che suor Lucia scrive di quel “vescovo vestito di bianco” che “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”, ma tutta questa formulazione è molto strana.
Nel libro “Il quarto segreto di Fatima” che ho pubblicato nel 2006 – quindi molto prima degli eventi di oggi – facevo queste domande e queste ipotesi:
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“Perché – ci si è chiesto – qui la veggente ricorre a una complicata perifrasi (un Vescovo vestito di bianco) quando, poche righe dopo, nomina espressamente e direttamente il Papa chiamandolo “il Santo Padre”?  La formula “Vescovo vestito di Bianco” che “abbiamo avuto il presentimento fosse il Santo Padre”, in questa parte del Segreto, è solo un modo un po’ involuto per designare il Papa o potrebbe riferirsi a qualcuno che indosserà l’abito pontificio, ma senza essere il Papa o senza esserlo legittimamenteIn effetti può non essere casuale una tale espressione perché è di per sé inspiegabile, complicata e illogica: sarebbe stato sensato casomai dire “un uomo vestito di bianco”, perché è questo che i bambini vedevano. Ma come può Lucia aver visto “un vescovo vestito di bianco”? Nessuno ha scritto in faccia che è un vescovo, l’essere vescovo non è un aspetto visibile come l’essere biondi o bruni.   L’uso della parola “vescovo”, ma “vestito di bianco”, fa pensare che possa trattarsi veramente di un papa illegittimo, di un antipapa, di un usurpatore. Suor Lucia afferma di aver scritto il Segreto con la diretta assistenza della Vergine, ‘parola per parola’, quindi l’uso di quella formula è stato direttamente ispirato dall’alto. Cosa significherebbe una cosa simile? Il ‘Vescovo vestito di Bianco’ è una persona diversa da colui che – chiamato precisamente ‘il Santo Padre’ – poco dopo attraversa la città in rovina…?”
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Per tutte queste ragioni – che probabilmente papa Bergoglio non conosce – sono rimasto un po’ sconcertato dalla scelta ufficiale di definirsi “vescovo vestito di bianco” (io gli avrei consigliato di non usarla).
C’è davvero da rivolgere un’ardente preghiera alla Madonna di Fatima perché protegga la Chiesa, sostenga Benedetto XVI e illumini papa Bergoglio. La mia piccola, personale preghiera per papa Bergoglio non cessa mai.
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Antonio Socci
dal blog di Antonio Soccia