venerdì 13 marzo 2020

Siamo in casa, non in galera

Per via del coronavirus tutti noi italiani siamo costretti a starcene a casa per evitare il contagio. La cosa importante ora è quella di non farsi prendere dal panico e dallo stress ma utilizzare il tempo forzatamente libero per fare tutto ciò che "dovevamo fare" ma non avevamo il tempo di fare, nel nostro normale quotidiano.

Ricordiamoci tutti che siamo in casa nostra e non in galera, abbiamo tutto ciò che ci serve  e se così non fosse, possiamo in qualche modo procurarcelo, magari abbiamo con noi i nostri animali (che sono felicissimi di poter fare le cozze), i figli e forse anche i genitori (per chi ha la fortuna di averli).

Si tratta di organizzare le giornate, rispettare i soliti orari è importante e rassicurante: ci alziamo tutti insieme, ci prendiamo un bel caffè, prendiamo il cane (a turno) e lo portiamo fuori per i suoi bisogni, rientriamo e insieme facciamo colazione. Uno di noi, a turno e armato di mascherina, uscirà (se serve) per acquistare le poche cose che mancano.

Nel pomeriggio abbiamo un sacco di cose da fare: possiamo seguire la televisione, ascoltare la musica, fare le parole crociate, leggere un libro, cucinare manicaretti che di solito non abbiamo tempo di fare, preparare dolci, fare il bagno al cane, cucire qualche indumento che avevamo messo da parte, pulire la casa, riordinare gli armadi, i mobili della sala e la sera, se siamo stanchi della televisione, fare una partita alle carte. Dimenticavo, alle 17, prendiamoci un bel te con i biscotti, sono piccole cose che ci fanno sentire bene.

Non ascoltiamo ossessivamente le notizie dei telegiornali, potrebbero  scatenare l'ansia, non perdiamo il senso dell'umorismo, avrete notato che anche nei momenti più tragici accade sempre qualche cosa per cui vale la pena di fare una risata. Questa non sarà una situazione diversa.

Non deprimiamoci,  stiamo affrontando una delle tante prove a cui ci sottopone la vita, e noi la supereremo. Cerchiamo di essere di conforto per gli anziani e per i piccoli, coccoliamoli senza ritegno : i primi ne hanno già passate tante e i secondi non devono rendersi conto di questa emergenza.

E poi ci sono loro, i nostri cani. Sono certa che i miei hanno capito che qualche cosa non va. Tosca mi fissa con gli occhi preoccupati e Strauss è molto più nervoso del solito. Regaliamo loro uno snack in più, saranno felici, ma lo saranno di più perchè stiamo a casa con loro.

Un'ultima cosa, approfittiamo di questa stasi per fare ciò che non abbiamo mai fatto. Vi piacerebbe dipingere? Suonare? Scrivere un libro? Forza, provateci. Potrebbe essere una grande occasione per voi e per il mondo intero.

Un abbraccio a tutti.

Manuela Valletti


martedì 4 febbraio 2020

Il virus contagerà anche l’economia


Tra Italia e Cina viaggia un interscambio commerciale di 44 miliardi

E’ arrivato anche in Italia. Il corona virus contagerà tanta gente anche nel nostro Paese, forse non sarà così pericoloso come dicono o forse si, sta di fatto che ci siamo trovati catapultati in un film di fantascienza.
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Non sappiamo come è stato diffuso questo video e da chi, pare sia nato nei laboratori cinesi, può essere, ma la verità è che questa gente che domina il mondo, fa giochi pericolosi e le vittime siamo noi.
Vi aggiorneremo sull’evoluzione dell’epidemia, ma per il momento ci occupiamo dell’economia, visto che il nostro paese non sta molto bene in questo ambito.
Nel 2018 l’interscambio commerciale tra Italia e Cina ha sfiorato i 45 miliardi di euro a 43,9 miliardi. In base ai dati Eurostat, l’Italia si conferma il quarto fornitore della Cina tra i Paesi europei, con esportazioni pari a 13,2 miliardi (-2,4%); un dato che, nonostante i risultati positivi riscontrati negli altri principali settori, risente della flessione di un miliardo (768 milioni -57,6%) nell’automotive.
L’Italia (30,7 miliardi +8,1%) si posiziona al quarto posto anche tra i clienti europei della Cina. L’incremento delle importazioni ha avuto un impatto determinante sull’aumento sia dell’interscambio che del deficit commerciale. La crescita delle importazioni italiane (+2,3 miliardi) riguarda principalmente il settore materiali e apparecchiature elettriche (+1,2 miliardi) e, più nello specifico, l’importazione di apparecchiature telefoniche.
Tra gennaio e settembre 2019 invece l’export italiano verso la Cina si è attestato a 9,4 miliardi di euro (in calo rispetto ai 9,6 miliardi dello stesso periodo del 2018) mentre l’import è ammontato a 24,2 miliardi (in aumento rispetto ai 22,9 miliardi dello stesso periodo del 2018).
Le imprese italiane residenti nel Paese del Dragone, spiega l’Ice, sono 1.700, con oltre 150.000 addetti, e generano un fatturato di circa 22 miliardi di euro ed hanno una presenza significativa nella meccanica e nel tessile. I settori di principale interesse riguardano non solo le tradizionali eccellenze del Made in Italy come la moda, l’agroalimentare e la meccanica strumentale, ma anche l’ambiente e l’energia sostenibile, l’urbanizzazione sostenibile e le smartcities, le infrastrutture e i trasporti e le tecnologie spaziali.
Il Pil cinese da anni sta sperimentando una crescita significativa, seppur nel 2018 c’è stato un rallentamento al 6,6% dal 6,8% del 2017, segnando il tasso annuale di crescita più basso degli ultimi anni. Nei primi due mesi del 2019, secondo quanto riportato dal National Bureau of Statistic (Nbs), l’economia cinese è rimasta generalmente stabile per quanto riguarda i principali indicatori economici. Secondo le previsioni del Fmi il Pil cinese nel 2019 dovrebbe frenare ulteriormente al 6,2%. Le incertezze riguardano la ‘guerra commerciale’ con gli Stati Uniti. 
http://www.themilaner.it

giovedì 23 gennaio 2020

UN CALCIO A HITLER

Andrà in scena sabato 25 gennaio, alle 21, in Fucina Machiavelli, via Madonna del Terraglio, 10, lo spettacolo “Un calcio a Hitler” di Mauro Vittorio Quattrina, con protagonista l’attore veronese Andrea De Manincor.

Lo spettacolo, in scena alle 21 in Fucina Machiavelli nell’ambito del cartellone “Fame di teatro”, è liberamente tratto dal libro “DEPORTATO I 57633, voglia di non morire”, di Manuela Valletti.
La trama. La storia viene ripercorsa all’incontrario. Tutti gli avvenimenti vengono ripercorsi all’incontrario. La sorpresa è scoprire come sono andati i fatti. Dall’incontro con la figlia e con la moglie: “Dio che ti hanno fatto”, dice la madre vedendolo magro come uno scheletro. Il suo tono, nel monologo, inizialmente è pacato. Ma strada facendo sempre più intenso. E’ un racconto fatto di piccoli quadri.
La liberazione degli americani, il carro con le patate, i prigionieri accalcati che si calpestano l’un l’altro e muoiono con le patate in mano. Le carrozzine dei bambini a Mauthausen dove il protagonista trasporta chi non riusciva a camminare per fargli assaporare “l’odore della libertà” al di là del cancello del campo di sterminio. Natale a Gusen II, la famiglia, i ricordi, i giochi a Verona con gli amici. Le S.S. che festeggiano il natale con i forni che bruciano corpi.
Il lavoro come sguattero in cucina, le bucce di patate e le verdure nascoste fra piede e zoccolo, portate agli amici in baracca. Le partite di calcio con le SS. I sentimenti e le emozioni, le paure e le speranze. L’emotività del gioco del calcio e del quadro psicologico di giocare con i propri carnefici.
E poi la scelta caduta su Ferdinando come riserva delle SS dopo un turno di lavoro in cava e dopo aver salito più volte lascala della morte. Il viaggio in treno. La deportazione. L’arresto. Il tradimento degli amici e degli organizzatori dello sciopero. Lo sciopero dei lavoratori dell’Alfa Romeo del Marzo 1944. La moglie incinta. L’infortunio al ginocchio. Il gioco del calcio nel Milan dopo e nel Verona Hellas prima. La vita a Verona. Il punto focale rimangono le partite di calcio a Mauthausen.
Ferdinando Valletti si immagina di essere sia giocatore che radiocronista durante la partita e la gioca narrandosela come fosse Nicolò Carosio allo stadio di Milano.
Per maggiori informazioni sui biglietti visitare il sito di Fucina Culturale Machiave

venerdì 10 gennaio 2020

26 gennaio 2013, Servizio su Ferdinando Valletti a 'Dribbling', Rai 2

giovedì 2 gennaio 2020

IL 2020 SARA' UN ANNO DI SVOLTA?



Se ci guardiamo alle spalle solo per un attimo, scorgiamo l’anno 2000, ricordate quante aspettative avevamo per il nuovo millennio? Da allora sono trascorsi 20 anni, durante i quali le nostre aspettative sono state praticamente distrutte.
Le preoccupazioni che ci affliggono riguardano il futuro del nostro Paese, l’Unione Europea ma anche una società che pare assopita, impegnata solo a sopravvivere nell’attesa che qualche cosa cambi.
Stenderei un velo pietoso su chi ha guidato i governi della nostra repubblica in questo ventennio. Sempre per “il bene dell’Italia” sono state fatte le peggiori nefandezze istituzionali, solo una direttiva comune è stata portata avanti con tenacia maniacale, quella di aumentare sempre e comunque le tasse. Lo hanno fatto tutti i governi che si sono allegramente susseguiti, voluti dai Presidenti della repubblica o dai partiti, ma raramente votati dai cittadini.
Le tasse che vengono imposte agli italiani superano il 60%, ma non è sempre facile calcolarle perchè sono occultate in una serie di balzelli che alla fine dell’anno, alla resa dei conti, contribuiscono a far raggiungere dal nostro paese, questo record negativo.
Il “governo del cambiamento” votato dal popolo e formato da 5 Stelle e Lega, pareva dover migliorare la situazione, ma l’intransigenza dei 5 Stelle su alcune promesse fatte in campagna elettorale e l’abbandono del governo da parte della Lega per “manifesta impossibilità di governare”, hanno fatto si che tutto si sia ridotto ad un sogno svanito nel nulla, sogno che poi ha provveduto il PD, con cui i 5 Stelle hanno sostituito la Lega, a cancellare con un colpo di spugna.
Gli Italiani aspettano (scontenti ma immobili) che li facciano votare di nuovo, perchè non sembra normale che Giuseppe Conte (mai votato dal popolo) si sia trovato a guidare con la massima indifferenza prima il governo giallo-verde e ora quello giallo-rosso. Però occorre dire che in Italia la normalità è un optional, si troverà sempre una norma, un codicillo o una postilla che ratificherà “a norma di legge” le peggiori decisioni.
Nel frattempo le navi cariche di migranti hanno ripreso ad attraccare nei nostri porti, il lavoro non cresce, i giovani vanno all’estero in cerca di fortuna, i ponti crollano, l’equilibrio idro-geologico è saltato proprio come qualsiasi altro equilibrio di questo povero paese. Due questioni sembrano essere impellenti: l’ILVA e l’Alitalia, ma non se ne parla più.
Il gioco delle parti ha fatto in modo che la trattativa per l’Ilva sia andata a morire e le carte bollate a cui si è ricorso, non fanno presagire nulla di buono per ben 8mila lavoratori. Per Alitalia invece pure, le perdite che ha accumulato la nostra compagnia di bandiera sono ingenti, ma il governo non intende cederla e prende tempo,facendole aumentare vistosamente i debiti.
E’ con questo spirito che gli italiani affrontano il 2020, attenderanno ancora pazientemente che Mattarella li mandi al voto o consapevoli che ognuno è artefice del proprio destino, prenderanno una qualsiasi iniziativa per uscire dal tunnel?
Manuela Valletti