Milano - Ci sono favole che non hanno un lieto fine. Sempre che, prima o poi, si decidano ad avere, finalmente, una fine. E ci sono anche favole che, per uno di quegli strani incantesimi alla rovescia, propongono, a volte, un’altra verità così amara e sorprendente da surclassare la più fantasiosa delle favole. La favola che non può più considerarsi solo e semplicemente una favola è quella di Veronica Lario e Silvio Berlusconi. Perché l’ultimo update della vicenda che ha visto intrecciarsi le loro esistenze, tra scaramucce, sorrisi e qualche lettera di troppo, aggiunge altro sale a un pasticcio già fin troppo sapido. È un’altra versione dei fatti, un’altra verità, distillata senza troppi giri di parole da una signora come Daniela Santanchè, in un’intervista al quotidiano Libero. Una donna, prim’ancora che un’ex deputata, che di solito sta dalla parte delle donne: «Veronica Lario da molto tempo ha un altro compagno al suo fianco. E vi do anche nome, cognome e professione. Si chiama Alberto Orlandi, ha 47 anni (in realtà 37, ndr), è capo del servizio di sicurezza di Villa Macherio. Veronica Lario con lui passa le giornate, condividendo sogni e progetti. Proprio come fa una coppia in perfetta sintonia».
Ci sono bombe a grappolo che fanno meno effetto. Lo sa bene l’ex deputata che ha appena azionato il detonatore della «sua» verità tutta ancora da approfondire, come è d’obbligo nelle storie ingarbugliate. Ma si sente in dovere di suffragare la sua uscita ardimentosa con motivazioni ben precise: «Vede, ho deciso di parlare a costo di andare incontro alle critiche più feroci, a cominciare da quelle di Berlusconi, perché non sopportavo più di aprire ogni mattina i giornali e di provare rabbia davanti a uno scandalo, costruito sulle falsità e sulla menzogna. Uno scandalo che avrebbe mandato in frantumi l’immagine del nostro Paese. Così, in nome della mia libertà, delle battaglie che ho sempre condotto per difendere la verità, e restituire dignità alle persone, mi sono detta: il nostro presidente non parla? Preferisce continuare a farsi infangare e a soffrire in silenzio? Allora parlo io e lo dico chiaramente che le cose stanno in modo diverso».
Che adesso spunti un’altra verità, quella dell’onorevole Santanchè, certo non può metterci di buon umore né può regalarci l’assoluta certezza di aver trovato finalmente «la verità». Basterebbe ripercorrere le pagine tormentate di giornali e diari intimi per naufragare nell’overdose di chiacchiere che si sono spese su Veronica e Silvio. Lei first lady, che preferisce starsene in disparte sempre e comunque, lui che, leader nato, e premier diventato, conduce, un po’ per temperamento e un po’ per obblighi istituzionali, la vita forzatamente sotto i riflettori. Una vita che viene puntualmente passata al lavaggio e al candeggio, che gli impedisce quasi di infilarsi in una toilette, per il più naturale di bisogni, così come di andare ad una innocua festa di compleanno o di stringere una mano in più, o di saltare sul predellino dell’auto, senza che tutto ciò venga maliziosamente registrato alla moviola.
Accade che un paio d’anni fa, stanca di starsene in disparte, first lady Veronica butta nell’oceano delle divagazioni, tanto care a certe stampa, una lettera in cui lamenta di sentirsi trascurata e accusa il marito di essere la quintessenza di uno zuzzurellone sciupafemmine. Il premier-marito si scusa pubblicamente, canta meglio di Gianni Morandi «Ritornerò in ginocchio da te» e, sotto una pioggia di rose, riconquista la moglie. Passa del tempo e Veronica Lario ha un altro sussulto. Anzi qualcosa di più di un sussulto. Riscrive ai soliti giornali, e parla del marito in termini non proprio elogiativi. Insinua che vada con le minorenni, che sia malato. Quella di Veronica è una sorta di entrata a gamba tesa, mentre si gioca la campagna elettorale, giusto per fargli pubblicamente male. «Con uno così - è la sintesi del pensiero della signora Lario - non si può più stare, quindi chiedo il Il marito-premier rimane come un pugile un po’ frastornato da un uppercut inatteso, poi, pian piano, reagisce. Ma reagisce prendendosela con certa parte politica e certi giornalisti da buco della serratura. Cercando di mettere al riparo moglie e figli da una faccenda rigorosamente dolorosa quanto privata. E i figli, tutti i suoi figli, invece di prendersela discretamente per quel trambusto in cui stona anche l’infelice frase di Franceschini sull’educazione impartita da Berlusconi ai suoi rampolli, fanno quadrato col padre. Forse la favola non è proprio una favola. E forse le vite dei protagonisti sono un po’ differenti da quanto sembra. Chissà, forse la lente di ingrandimento che ieri Daniela Santanchè ha messo sul tavolo può aiutare gli italiani, un po’ disorientati, a vedere da un’altra prospettiva questa surreale vicenda.
Perché Daniela Santanchè, che di battaglie per le donne ne ha condotte qualche centinaio, una che Silvio l’aveva bacchettato più e più volte, senza troppi giri di parole ha deciso di raccontare la sua verità? «Finiamola con questa pantomima. Siccome il premier aveva un segreto che non poteva svelare l’ho fatto io, perché la misura adesso è colma. Perché il gioco, e non solo il gioco politico, è truccato». L’Italia, anche quella più distratta dalle foto di Villa Certosa, rallenta il passo e tende l’orecchio per ascoltare l’onorevole. Sul fatto che il premier amareggiato abbia preferito tacere per tutto questo tempo, potremmo interrogarci e lanciarci nelle più ardite acrobazie della fantasia ma è ancora la Santanchè a proporci la sua interpretazione dei fatti: «Berlusconi ha accettato ciò che pochi uomini al giorno d’oggi se la sentirebbero di accettare e mandar giù. Pensi che cosa gli sarebbe costato divorziare, rifarsi una vita, trovarsi a sua volta un’altra compagna. Invece no. Ha preferito stringere i denti e andare avanti nella sua solitudine. Ha preferito pensare ai figli, ai nipoti. Ha messo davanti a tutto il bene della famiglia. Ha cercato di tenerla al riparo, la sua famiglia. Sempre. Con Veronica aveva fatto una sorta di patto per non mandare in frantumi il bene più prezioso. Ma Veronica...».
Gabriele Villa - iL GIORNALE
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