mercoledì 18 gennaio 2012

"Get on Board, Damn it!" Ma la colpa è solo di Schettino?

"Vada a bordo, maledizione!" Questa la frase che il  Capitano De Falco, responsabile della sala operativa della Capitaneria di Porto di Livorno, ha rivolto in maniera perentoria al Comandante della Costa Concordia  Schettino, una volta resosi conto che quest'ultimo aveva abbandonato la nave lasciando a bordo almeno 300 passeggeri in difficoltà.
Questa frase, in italiano un po' più colorita, ha fatto il giro del mondo e ha suscitato il plauso degli italiani che hanno visto nel Capitano De Falco l'esempio di un Italia che piacerebbe a tutti esistesse davvero.
Premesso che De Falco non ha fatto altro che il suo dovere e che invece Schettino il suo dovere non lo ha fatto per nulla, il problema non è purtroppo solo questo e le responsabilità non sono da imputare solamente a lui.
Chiediamoci come mai un personaggio come Schettino sia stato messo al comando di una nave che trasportava 5000 passeggeri, chiediamoci anche come mai la Costa Crociere si senta esonerata dalle sue responsabilità, e chiediamoci infine se la navigazione nei nostri mari è sicura, se non ci siano altri e innumerevoli Schettino che vanno allegramente  per mare mettendo a rischio  la vita di molte persone.
Ricorderete tutti il caso di Paola Romano, la turista milanese morta quattro anni or sono per una maldestra manovra del comandante dell'aliscafo della Siremar-Tirrenia che si schiantò contro la banchina del porto di Trapani., ebbene, per Paola Romano non ci fu alcun risarcimento. Fu ritenuto colpevole anche in quel caso il responsabile della nave, a nulla valsero le innumerevoli perizie che indicavano anche una probabile responsabilità della  Tirrenia. A proposito di questo vi segnalo il blog "amici di Paola" che racconta tutta la sua storia e anche l'accorato appello a Mario Monti di sua sorella Serena Romano che riporto qui sotto:

"L’opinione pubblica, insomma, deve sapere che individuare nel comandante l’unico colpevole del disastro, non serve a fare giustizia ma, al contrario, può essere utilizzato dalla compagnia di navigazione per scaricarsi delle proprie responsabilità, scaricando anche l’onere del risarcimento danni sul comandante: come accaduto per  Paola e per tutti coloro che da decenni stanno aspettando un equo risarcimento.  Accadrà anche per le vittime della Costa Concordia? E se così non fosse, ciò significherebbe che – in barba al principio di uguaglianza fra cittadini sancito dalla nostra Costituzione – si possono usare diversi pesi e misure per risarcire chi perisce su una nave da crociera o su un aliscafo di linea?  O per risarcire chi perisce in mare, in cielo o su un’autostrada?           Ecco perché,  anche per evitare che disastri del genere si ripetano, è importante che certi privilegi legislativi sfruttati dalla casta degli armatori e dei loro assicuratori vengano affrontati con l’equità e il rigore rivendicati da questo Governo, al quale inviamo il  seguente appello:
Presidente Monti, non ritiene che sia arrivato il momento di dire basta a complicità e privilegi di cui gode una casta talmente forte che può violare perfino il diritto costituzionale a un equo risarcimento danni che dovrebbe essere garantito – senza differenze -  ai passeggeri di qualsiasi mezzo di trasporto? "

Nel caso della Costa - Corcordia credo ci siano svariate responsabilità da far emergere, mi auguro che siano tutte perseguite con serietà e che le vittime siano adeguatamente risarcite. Per ora Schettino appare l'unico colpevole, ma sarà davvero così?



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