domenica 22 aprile 2012
Orfani
E poi scopri che quell’essere orfano ti pesa più di quando pensassi.
No, non è solo per risentire le loro voci, che qualche volta ti sembra ancora che ti chiamino dal balcone, e tu guardi su, alzi la testa verso una assenza che si nasconde nella tua miopia.
No, non è neanche quando ti serve aiuto, perché anche se non si è più ragazzi si può avere bisogno di aiuto, di un consiglio, di una commissione. Che sarebbe comunque una mancanza per te, non per loro. Egoismo. In un certo qual senso.
Ti mancano certamente quando il calendario te lo ricorda, poco fa tuo madre avrebbe compiuto 90 anni e sono già 3 che manca, e papà l’hai perso prima dell’11 settembre, quando il millennio era ancora acerbo e nulla faceva presagire questo scempio della vita.
Non è neppure quando passi per quei brandelli di città che ti rimbalzano addosso ricordi, sempre esasperati nella dolcezza e nel dolore, come dentro ad un tubo che da nel tempo, come cantava Vecchioni.
E’ quando ti assale quella debolezza che avevi quando eri bambino, piccolo, che qualche cosa ti spaventava, ti negava il futuro, ti accecava la speranza. E allora correvi quasi, urlavi o piangevi, e ti buttavi tra le loro braccia, perché li volevi tutti e due, non solo uno di loro, tutti e due, nel lettone, stretti intorno a te a proteggerti, a rassicurarti, a negare il presente per accendere il futuro.
Ecco.
E oggi non puoi più, perché non puoi essere debole, non puoi. Sei tu quello che deve abbracciare, rassicurare, comprendere, sostenere.
E allora essere orfano scopri che pesa.
Perché solo con loro potresti essere ancora bambino.
(Paolo Pugni)
Non è bellissima? E quanto vera.. almeno per me! Grazie Paolo
This entry was posted on 2011/10/27, in genitori, morte, nostalgia.
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sono giornalista dal 1988, ho diretto alcuni giornali, attualmente www.themilaner.it, fondato da me, ho scritto diversi libri relativi al mio vissuto, ma anche a fiabe per bimbi.
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condivido la delicatezza del ricordo fatta da Paolo in cui molte analogie ci accomunano nello stesso sentire. Grazie
RispondiEliminacondivido la delicatezza del ricordo fatta da Paolo in cui molte analogie ci accomunano nello stesso sentire. Grazie
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