mercoledì 26 giugno 2013

Lotta tra i poteri dello Stato: come non accorgersene

Premetto che non voglio scrivere a favore di Berlusconi, anche se ritengo la sua condanna una ingiustizia, quello che mi sta a cuore è altro, è la giustizia nel nostro Paese e la lotta tra i poteri dello Stato.
Il  processo Ruby è la goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi meraviglio che solo un collega giornalista abbia messo a fuoco un aspetto del problema che è assolutamente grave.
Per comporre il mosaico che ci fa comprendere meglio le cose occorre risalire ai tempi di tangentopoli, in quell'anno assistemmo alla cancellazione  di una intera classe politica ad opera della magistratura di Milano, solo un partito rimase ai margini e fu il Partito Democratico (allora PDS).
Esaltati dalla cadenza allucinante  degli arresti di imprenditori e politici,  gli italiani  non si resero conto che l'intervento della magistratura aveva probabilmente un significato  prioritario rispetto a quello di fare pulizia nella corruzione, i giudici di Milano volevano creare le condizioni per portare la sinistra al Governo del Paese.
Dopo il terremoto di tangentopoli le forze politiche in campo cambiarono radicalmente, DC e PSI, i due partiti che avevano governato l' Italia  dal dopoguerra, si dissolsero e arrivò la Lega che convogliò su di se  tutti  i consensi  del nord tanto da riuscire ad eleggere un Sindaco leghista a Milano, Formentini.
Alle successive elezioni politiche scese in campo inaspettatamente Berlusconi e divenne un enorme inghippo nel programma "politico" della magistratura di Milano.... la storia è nota e arriva fino ai nostri giorni con un susseguirsi di intercettazioni, di indagini e di rinvii a giudizio per il cavaliere e per tutti coloro che in qualche modo avrebbero potuto aiutarlo, vedasi ad esempio Bertolaso.
Arriviamo ad oggi per verificare come il progetto dei magistrati milanesi non sia per nulla cambiato,  il messaggio che oggi inviano  ad una  politica spesso disattenta ed inetta, è quello di poter decidere le sorti politiche del paese, abbattendo chi non è a loro gradito per via giudiziaria.
Noi ci scandalizziamo e a ragione, ma, se ci pensate bene, che ci vuole?  Basta fare scattare un'indagine per le ammissioni del solito pentito, ad esempio, a Firenze, se a Firenze c'è un Renzi che sta sulle scatole....oppure, per contro,  affossare lo scandalo MPS a Siena per non portare alla luce nomi di personaggi  che magari sono graditi.  E poi si può usare la televisione per rincarare la dose, qualche trasmissione compiacente c'è sempre, e qualche giornalista che pubblica,  con una bella esclusiva e con dovizia di particolari,  tutte le intercettazioni  del caso, si trova sempre.
Non dobbiamo nemmeno dimenticare che i magistrati tutti si sono battuti per non modificare una virgola delle leggi che riguardano la loro attività... niente divisione delle carriere, niente blocco delle intercettazioni ...ecc ecc e che avrebbero permesso alla giustizia italiana di diventare più efficiente, più moderna  e più giusta.
A questo punto tutti noi dobbiamo capire molto bene che siamo in presenza di un potere dello Stato, quello Giudiziario, che si arroga il diritto di fare scelte politiche e le fa usando le armi che ha a sua disposizione,  siamo quindi in presenza di una grave anomalia costituzionale, uno scontro tra poteri dello Stato di estrema gravità.
In ultima analisi, questo stato di cose vanifica il voto dei cittadini e lo fa nel modo più subdolo e ingiusto possibile. Le conseguenze di questa anomalia potrebbero essere estreme.

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