martedì 6 dicembre 2016

Nativi Americani contro uomo bianco, ma questa volta vincono loro


Sembrava un notizia dal selvaggio west, invece è cronaca dei nostri giorni. Gli indiani Sioux del North Dakota questa volta  non sono stati sterminati dagli odiati visi pallidi, ma si sono battuti con tutte le loro forze contro l'installazione di un oleodotto sulle loro terre e per ora hanno vinto
La tribu' dei Sioux di Standig Rock tanti anni or sono aveva combattuto e perso la guerra contro la colonizzazione dei suoi territori, è di questi sono i giorni dell’anniversario del Massacro di Sand Creek. Con lo stesso spirito di allora, in questi giorni hanno difeso la loro riserva che rischiava di essere espropriata per pubblica utilità, per essere attraversata da un oleodotto, e l’hanno spuntata.

Dalla loro parte l'Esercito

L’Esercito degli Stati Uniti, che controlla tutta l'area, ha annunciato che non concederà il permesso per la realizzazione dell'opera per la quale dovrà essere individuato un percorso alternativo. Per i nativi americani, che hanno lanciato e sostenuto con forza una campagna contro l’oleodotto, questa è una vittoria senza precedenti di cui sono grati al Presidente Obama. 
La battaglia dei Sioux ha dato la stura a proteste e manifestazioni in tutti gli Stati Uniti. Cortei di manifestanti si sono formate in ogni grande città e sono arrivate fino a NewYork  sotto la Tramp Tower, il quartier generale del neo presidente. Anche a lui gli indiani Sioux hanno fatto sapere che non cederanno mai.

In pericolo i loro luoghi sacri

Il grande oleodotto, lungo 2000 chilometri, attraverserebbe quattro Stati per portare il petrolio alle raffinerie dell’Illinois. La parte sottomarina del percorso metterebbe a rischio il bacino idrico delle comunità, e la parte in superficie violerebbe i terreni e i luoghi sacri della tribù.
Le proteste erano iniziate il mese scorso ma la tensione degli ultimi giorni è stata davvero altissima, anche perchè sta per scadere l'ultimatum del governatore del Nord Dakota, Jack Dalrymple, che parrebbe deciso a disperdere gli accampati di Standing Rock. Ma forse non lo farà quando si accorgerà che accanto ai valorosi Sioux ci sono almeno 2000 veterani mobilitati da Wesley Clark Junior (figlio del famoso generale) pronti a fare da cuscinetto  tra dimostranti e agenti di polizia.Uno dei leader della protesta è il capo sioux di Standing Rock,Dave Archambault II, che ha chiesto anche l'intervento dell'ONU perchè  secondo lui 'è ora che gli Stati Uniti pongano fine ai loro abusi contro i nativi americani'.
notizia dal fatto quotidiano

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