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sabato 12 marzo 2016

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE UN GRIDO DI DOLORE CHE HA FATTO IL GIRO DEL MONDO

«Viaggio da sola e ieri mi hanno 

uccisa». Il post diventa un caso


Su Facebook una studentessa paraguaiana racconta (in prima persona) l’omicidio di due giovani argentine in Ecuador. E accusa: «Si sono chiesti come ero vestita e perché non fossi rimasta a casa, se fossi stata un uomo non sarebbe successo»


 Marina Menegazzo (a sinistra) e Maria Coni, le due ragazze argentine ucciseMarina Menegazzo (a sinistra) e Maria Coni, le due ragazze argentine uccise
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«Ieri mi hanno uccisa. Non mi sono fatta toccare e mi hanno spaccato il cranio». Parla in prima persona, Guadalupe Acosta. Una studentessa paraguaiana, racconta su Facebook l’uccisione di due ragazze. E soprattutto, quello che è successo dopo. Le sue parole, diventano un atto di denuncia, e danno il via a una campagna per rivendicare il diritto delle donne di viaggiare da sole, in sicurezza.

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Maria e Marina uccise in EcuadorDiventa virale l’hastag #ViajoSola

L’omicidio
Maria Coni e Marina Menegazzo avevano 22 e 21 anni, argentine, erano in vacanza a Montanita, in Ecuador. Rimaste senza soldi, avevano accettato l’ospitalità di due uomini, che avevano offerto loro un posto per dormire. Sono state trovate morte, i cadaveri chiusi in un sacco. I due, arrestati, hanno confessato l’omicidio. Ma, dopo la loro morte, è scoppiata la polemica sul fatto che le ragazze fossero in viaggio da sole.

«Dopo la morte l’umiliazione»- Guadalupe ha voluto rispondere, a modo suo, dando voce su Facebook a ciascuna delle due giovani uccise. «Peggio della morte - scrive - è stata l’umiliazione che è venuta dopo. Dal momento in cui è stato trovato il mio corpo nessuno si è chiesto dove si trovasse l’uomo che aveva ucciso i miei sogni, le mie speranze, la mia vita. Anzi, hanno iniziato a farmi domande inutili. A una morta, che non può rispondere. Che vestiti avevi? Perché viaggiavi da sola? Sei entrata in una zona pericolosa, cosa ti aspettavi? Hanno criticato i miei genitori per avermi insegnato a essere indipendente, come qualunque essere umano. E da morta mi sono resa conto che per il mondo non sono uguale a un uomo. Che la mia morte, in fondo era colpa mia. Mentre se a morire fossero stati due ragazzi le persone starebbero parlando del dolore per quelle morti e chiederebbero la pena maggiore possibile per i loro assassini».

#ViajoSola- Quindi, l’appello a tutte le donne: «Lottiamo insieme, e vi prometto che un giorno non ci saranno abbastanza sacchi per metterci tutte a tacere». E da quel messaggio è partita una mobilitazione tutta al femminile, su Twitter: l’hashtag è #ViajoSola. Contro la paura e per rivendicare il diritto di viaggiare, appunto, da sole.