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lunedì 2 maggio 2011

Ogni tanto la storia ci passa accanto...


In questi giorni abbiamo assistito a degli eventi che, a vario titolo, entreranno nella storia: il matrimonio di William e Kate, la beatificazione di Giovanni Paolo II, la guerra in Libia e l'uccisione di Osama Bin Laden.

William e Kate 
I due sposini inglesi ci hanno regalato una bellissima favola moderna: il matrimonio vissuto come da tradizione con abiti classici e in chiesa. D’altra parte io sono una mamma e le mamme sognano per le figlie matrimoni classici: abito bianco, sposo elegante, chiesa addobbata, promessa di amore eterno consacrata da un prete. Molti pensano, e forse a ragione, che questo evento sia stato solo funzionale a dar lustro alla monarchia… ma per una volta non facciamo della retrospettiva e prendiamo i fatti per come appaiono, due bei ragazzi innamorati, un bel matrimonio e probabilmente una famiglia in divenire.

Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II è stato beatificato e ora è venerabile. Diciamo la verità, nessuno di noi aspettava questa beatificazione per rivolgere al Papa una preghiera, per tutti egli era già santo. I milioni di giovani che sono accorsi a Roma per essergli vicino ieri, a 6 anni dalla sua morte, rappresentano la sola grande speranza di questa umanità martoriata. Giovanni Paolo ci ha insegnato che la speranza non deve mai mancare, ci ha insegnato che ci si deve affidare alla misericordia di Cristo e non si deve mai avere paura. Lui ha dato l’esempio per primo nei lunghi anni del suo pontificato: Gesù lo ha spogliato piano piano di tutto, anche il suo corpo gli era diventato ostile, ma lui ha sempre accettato tutto nel suo nome. Dobbiamo riuscire a fare la stessa cosa.

Il dittatore libico Gheddafi

La guerra in Libia è qualche cosa di sconvolgente e di incomprensibile: i molti paesi africani che in questi mesi hanno rivendicato la propria libertà e abbattuto i dittatori che da anni li tenevano in pugno, hanno fatto tutto da soli, la Nato non è intervenuta eppure ci sono state rivolte cruente e vittime ovunque. Per la Libia invece si è deciso di fare diversamente e il dittatore Gheddafi, una volta amico di molti capi di stato occidentali e con un seggio all’ONU diventa l’uomo da abbattere e allora la Nato fa una risoluzione che autorizza alcuni paesi, tra i quali l’Italia, a creare una no fly zone sopra la Libia… questo è stato l’inizio di quello che oggi si può definire un massacro di civili e la distruzione di molte città. Non mi voglio addentrare nella vicenda, voglio solo fare una considerazione da persona comune: Gheddafi è un dittatore, ma non peggio ne meglio di altri. Il suo popolo è diviso, una parte contro di lui, un’altra a favore (almeno questo è quello che si vede), ieri i bombardamenti Nato (ora partecipa anche l’Italia) hanno ucciso suo figlio e 4 nipotini in tenera età e naturalmente molte altre persone.Possibile che nessuno abbia mai pensato di offrire a Gheddafi una “onorevole” via d’uscita? Possibile che l’amico di molti sia diventato ora il nemico di tutti? Le parole magiche per questo scempio sono PETROLIO e GAS, la Libia ne è ricca e chi vincerà questa “guerra” ne avrà grandi benefici. E i libici? Loro raggiungono come possono le nostre coste per fuggire da una guerra che forse non hanno nemmeno voluto.


Osama Bin Laden
Bin Laden è stato ucciso dopo 10 anni dall’attentato gravissimo delle Torri Gemelle e dopo svariati attentati in tutto il mondo. Sembra che abbia risposto con il fuoco all’irruzione delle forze americane/pachistane e che quindi sia stato colpito a morte. Le foto del suo cadavere fanno già il giro del mondo, proprio per dimostrare la sua fine. Si può gioire per la morte di un uom, anche se criminale? Avrei preferito che fosse stato giudicato da un tribunale internazionale. Un grande criminale ucciso prima che possa parlare non è un grande successo e poi ognuno merita di avere un processo, forse per lui sarebbe stato peggio il processo e la detenzione a vita. Purtroppo non credo che la sua morte ci porti la fine del terrorismo, i suoi seguaci fanatici continueranno a colpire in suo nome e per suo conto.