Adesso parlo io. Silvio Berlusconi accetta l’invito di Bruno Vespa per la discussione più salottiera del momento: i suoi fatti privati. Adesso parla lui. Già, ma parlano anche tutti gli altri, i quali non vedevano l’ora di infilarsi sotto le coperte del presidente del consiglio.
Sono quindici anni che la politica sale e scende sulle montagne russe del berlusconismo. Prima era il conflitto d’interesse, poi le inchieste giudiziarie, ora la moglie che chiede il divorzio. Ogni respiro delle vicende del Cavaliere è finito in tv, sui giornali, nei dibattiti; non c’è stato attimo della sua vita privata e pubblica di cui non s’è saputo il minimo dettaglio. Lui, lui e sempre lui. E poi tutti gli altri, appunto: gli alleati e gli avversari, chi lo ama e chi lo odia, chi lo vota e chi lo spedirebbe ai giardinetti, seduto su una panchina. (...)
(...) Scese in politica e cominciarono le ispezioni della Guardia di Finanza, le indagini e i processi. La vita del premier è stata scandagliata come credo quelle di pochi altri. Dai fondi neri alle stragi di mafia, dai calciatori alle veline, nulla del mondo berlusconiano ci è stato risparmiato.
Ci sono giornalisti che hanno fatto una fortuna con l’antiberlusconismo militante. Per non dire poi di certi giornali e di certi gruppi editoriali. A proposito della crisi con sua moglie, Berlusconi ricostruisce o ipotizza un disegno preciso che ha nella redazione di Repubblica la cabina di regia. Vero o falso, è innegabile che Repubblica sia stata per Veronica Lario il canale di informazione privilegiato per indirizzare certi messaggi. Così come è innegabile che Repubblica e l’Espresso abbiano più di altri montato la storia delle veline candidate e molto altro ancora.
Infine ci sono trasmissioni televisive che cambiano nomi e mai la scaletta. E ci sono conduttori che ballano da anni sulle stesse parole d’ordine. Ballarò, per esempio. Ballarò è il talk show condotto da Giovanni Floris, ragazzo dai modi garbati e lingua biforcuta. Per lui gli ospiti si dividono in amici e nemici: agli amici lascia interminabili minuti, ai nemici scampoli di tempo intervallati da “sì però chiuda”, “arrivi al dunque”, “lasciamo parlare anche” e altri odiosi e scorretti tackle. Pure gli applausi a Ballarò partono con strani sincronismi.
Di questa sua faziosità perbene, Floris ha dato saggio anche ieri sera a proposito delle vicende di casa Berlusconi. Si è cominciato con il solito siparietto di Maurizio Crozza, troppo preso a fare il comiziante per avere il tempo di studiare battute comiche che facciano ridere (infatti la battuta comica la fa Franceschini: «Veronica a capo del Pd? Va bene, purché non mi tocchi sposare Berlusconi»). Si è proseguito con servizi e ospiti stranieri scelti con il dente avvelenato contro il premier.
Floris aveva confezionato una bella puntata per sputtanare Berlusconi. Solo che la panna non è montata. Per alcuni motivi. Intanto perché ormai Franceschini e la signora Concita ormai sembrano dei vecchi juke-box: inserisci la monetina e parte una canzone di quindici anni fa. Poi perché Bondi lascia la poesia per una prosa d’attacco. Infine perché Carlo Rossella ricorda la vicenda della signora Hillary Clinton e mette tutti a tacere. Il marito Bill fu sorpreso a fare ben altro che tenere sulle ginocchia delle ragazzine o andare alla festa di compleanno di Noemi. Eppure scelse il silenzio. Almeno in pubblico.
«Rossella, Berlusconi sta male?», domanda Floris, riprendendo la frase di Veronica: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto come si farebbe con una persona che non sta bene». Ecco, ci mancava pure questa: Berlusconi malato di gnocca. Malato cronico. Il consenso dei sondaggi di Pagnoncelli dicono che in Italia i malati di questa malattia sono parecchi.