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martedì 1 gennaio 2013

I frustrati e i botti di capodanno

Ieri mattina verso le undici ero al supermercato per gli ultimi acquisti per il capodanno, mio marito mi aspettava fuori con i miei due cani al guinzaglio, improvvisamente una serie di boati in rapida successione mi ha fatto sobbalzare,  ho pensato alla mia cagnona  ho pagato in fretta e furia e sono uscita.
Lei, Flora, la mia schanuzerona, era li, attaccata a mio marito che la accarezzava,  tremava come una foglia, la scena era tanto patetica da provocare la sosta di alcuni passanti che si prodigavano per tranquillizzarla, il piccolo Strauss invece era tranquillo.
Abbiamo temuto che Flora si sentisse male, era in confusione e malferma sulle zampe, dopo qualche minuto siamo riusciti a raggiungere la nostra auto, allora le cose sono migliorate, lei è saltata sulla macchina e si è accucciata sui sedili posteriori senza più muoversi fino a casa.
Prima di raggiungere l'auto abbiamo urlato tutta la nostra rabbia nei confronti di quei quattro cretini che avevano lanciato i botti e con noi altre persone del quartiere.
Visto che la cosa mi aveva particolarmente toccato ho pensato di scrivere al Sindaco sulla sua pagina di FB per chiedere maggiori controlli da parte dei vigili e non solo a beneficio dei cani, ma anche degli anziani, dei bimbi piccoli, dei malati e delle persone sole. Ovviamente non ho ottenuto alcuna risposta da parte di Pisapia , ma ho raccolto una serie di commenti a dir poco incredibili. Accanto a chi condivideva il maggior rigore nei confronti degli appassionati dei botti, altri sostenevano che i botti sono molto divertenti e che quindi non vanno assolutamente limitati.
Davanti a tanta ignoranza, la speranza che si possa cambiare la mentalità delle masse diventa sempre più lontana. Credo che nemmeno il tragico bilancio di feriti e di morti che oggi abbiamo conosciuto serva a far cambiare idea a chi si diverte facendo chiasso e dimostrando così tutta la sua frustrazione e il suo poco rispetto per gli altri.

lunedì 31 dicembre 2012

La diligenza di Capodanno


“Mezzanotte suonò sopra il villaggio nella placida piazza solitaria… le ore sobbalzano nell’aria per la tacita volta senza raggio; recava da lontano, intanto il vento come un tintinnio garrulo d’argento, e pel villaggio solitario; errare un trotto di cavali si sentì; un cavallo vicino, ecco nitrì il gabellier si sporse per guardare; qualche finestra ancor s’illuminò e mezzanotte, lenta, risonò. La diligenza a dodici cavalli arriva con dodici signori. e tutti, presto presto, venner fuori con valige, con scatole, con scialli; e il primo, un vecchio tremulo e bonario: « Lode a Dio – esclamò – siamo in orario! » Era il trentun dicembre ed era l’ora che l’anno vecchio, curvo, se ne va, nel mare eterno dell’eternità svanisce, si disperde, si scolora, mentre vanno per ville e per tuguri baci e abbracci, brindisi e auguri.”

(Odense, 2 aprile 1805 – Copenaghen, 4 agosto 1875)fu uno scrittore e poeta danese, celebre soprattutto per le sue fiabe.

Hans Christian Andersen