Roma - Il Senato approva con 150 voti a favore 123 contrari e 3 astenuti il ddl sul testamento biologico. Ora passa alla Camera. Le dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) diventano non vincolanti ed avranno validità di 3 anni e non più 5. Le modifiche al testo, che hanno provocato dure reazioni da parte del Pd, sono state introdotte con due emendamenti a firma del senatore dell’Udc-Svi Fosson e del Pdl Bianconi, approvati dall’aula. I democratici e i dipietristi insorgono: "E' carta straccia". E si preparano a ricorrere al referendum.
Gasparri: "Dedicato a Eluana" "Il Senato ha scelto per la vita, contro il partito della morte e dell’eutanasia. Avremmo voluto fare prima una legge che impedisse eventi drammatici. Dedichiamo il voto di oggi a chi non c’è più. A chi ogni giorno assiste chi soffre, alle suore di Lecco in particolare. Siamo certi che il dibattito proseguirà con serietà e maturità. Noi abbiamo seguito la nostra coscienza. Coesi e sereni. Questa legge è un elemento identitario del Pdl che nasce. È stato un buon giorno per il Senato e per la Repubblica". Così il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, commenta il via libera del Senato al ddl sul testamento biologico.
I dissidenti I casi di coscienza, in qualche caso divenuti casi politici come per la senatrice Dorina Bianchi nel Pd, si sono contati alla fine sulle dita delle mani. Nel Pdl non ha partecipato al voto Laura Bianconi, ma hanno votato contro Marcello Pera, Antonio Paravia e Ferruccio Saro. Lucio Malan ha dato il voto di astensione. Nel Pd, invece, sono stati confermati i voti di dissenso dal gruppo, e dunque favorevoli al ddl, di Emanuela Baio e Cluadio Gustavino. Non ha partecipato al voto il senatore Luigi Lusi.
Il Dat non è vincolante L’emendamento è stato approvato con 136 voti favorevoli, 116 contrari ed 1 astenuto. Il comma 1 dell’art. 4 ("Forma e durata della Dichiarazione anticipata di trattamento"), nella versione originale del ddl Calabrò, recita: "Le Dat non sono obbligatorie ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell’articolo 7, sono redatte in forma scritta con atto avente data certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere dopo uan compiuta e puntuale informazione medico-clinica, e sono raccolte esclusivamente dal medico di medicina generale che le sottoscrive". L’emendamento Fosson sopprime le parole "ma sono vincolanti, fatte salve le previsioni dell’articolo 7" (l’articolo 7 riguarda il ruolo del medico, ndr). Con l’approvazione dell’emendamento Fosson, dunque, le dichiarazioni anticipate di trattamento del soggetto non hanno effetto vincolante. Prima della votazione, il senatore del Pd Ignazio Marino ha sottolineato come le dat "non vincolanti" siano a questo punto del tutto prive di senso. Il senatore Casson (Pd) ha inoltre ricordato come in commissione giustizia si fosse invece registrato un accordo unanime nel mantenere la versione originale del ddl e, dunque, il principio di vincolatività delle Dat.
I limiti del fiduciario Il Senato ha approvato l’articolo 6 del ddl sul testamento biologico che riguarda la figura del fiduciario. Nella versione approvata, la figura del fiduciario viene inserita all’interno di
limiti precis: dal testo di legge scompaiono, infatti, i riferimenti al ruolo del fiduciario nel promuovere e far rispettare le Dichiarazioni anticipate di trattamento da parte del soggetto. Con un emendamento, infatti, si elimina dal comma 2 il concetto che il fiduciario, agendo nell’esclusivo interesse del paziente, si impegna ad agire secondo le intenzioni esplicitate dal soggetto nelle Dat, "per farle conoscere e farne realizzare le volontà". Quest’ultima frase viene eliminata. Un altro emendamento sopprime invece il comma 3 dell’articolo 6 che recita: "Il fiduciario non può in alcun modo modificare la dichiarazione anticipata di trattamento e, in stretta collaborazione con il medico curante, si impegna a garantire che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dalla persona nella dichiarazione anticipata di trattamento". Duro il commento del senatore Francesco Pardi dell’Idv: "Il ruolo del fiduciario è stato svilito e ridotto a poco. Assistiamo ad un annichilimento del senso stesso della legge".
Cambia la durata di validità Le dichiarazioni anticipate di trattamento avranno, poi, validità per un periodo di tre anni e non più di cinque anni. È quanto prevede un emendamento al ddl sul testamento biologico a prima firma della senatrice Bianconi (Pdl), approvato oggi dell’Aula del Senato. Nella versione iniziale del ddl Calabrò, infatti, si prevedeva (art.4 comma 3) che la dat avrebbe avuto "validità per cinque anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia". L’emendamento approvato riduce invece tale periodo di validità da cinque a tre anni.
Assistenza domiciliare agli stati vegetativi L’articolo 5 del ddl sul testamento biologico prevede, inoltre, che le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente. L’articolo, secondo una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato approvato dall’Aula e recita: "Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le linee guida cui le regioni si conformano nell’assicurare l’assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo permanente".
Pd e Idv insorgono "C’è un limite oltre il quale la finzione non si può reggere, in questa Aula e anche davanti al Paese - ha commentato la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro - mi chiedo di cosa stiamo discutendo in questa Aula". "Se qualcuno aveva ancora dei dubbi in merito - ha detto Finocchiaro intervenendo in Aula - ora se li tolga; questo testo andrà al giudice e alla Corte Costituzionale". Sulla stessa linea anche i senatori dell’Italia dei Valori che hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo Madama . Il capogruppo Felice Belisario con i colleghi Stefano Pedica e Giuliana Carlino, si presenta davanti alle telecamere e insieme esibiscono cartelli con le scritte "Testamento ideologico", "Testamento bio-illogico", "Referendum". Belisario ha poi spiegato che "l’aula di Palazzo Madama sta approvando una bruttissima legge che imbroglia gli italiani. L’Idv proporrà ai cittadini di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo riportando i cittadini al centro delle scelte. Lo Stato viene dopo la volontà dei cittadini".
Modifiche alla Camera "La legge approvata al Senato purtroppo non ha nulla a che vedere con il testamento biologico" dice in una nota il presidente dei Liberal Pd, Enzo Bianco. "La maggioranza lo ha persino peggiorato con protervia al testo della commissione. Non c’è alcuna considerazione del principio costituzionale dell’autodeterminazione, della facoltà che la Costituzione garantisce a ogni cittadino di scegliere a quale trattamento sanitario vuole essere sottoposto. Se la Camera dovesse perseverare in questo grave errore - ha concluso Bianco - non resta che una strada: aspettare le decisioni della Corte Costituzionale e intanto promuovere un referendum abrogativo".
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venerdì 27 marzo 2009
Dedicato ad Eluana: il Senato approva il Testamento Biologico
sono giornalista dal 1988, ho diretto alcuni giornali, attualmente www.themilaner.it, fondato da me, ho scritto diversi libri relativi al mio vissuto, ma anche a fiabe per bimbi.
domenica 15 febbraio 2009
Ciao Elu, morta per troppo amore!
Diceva Jean Cocteau che il verbo amare è uno dei più difficili da coniugare: il suo passato non è semplice, il suo presente non è indicativo e il suo futuro non è che condizionale. Poche figlie sono state più amate di Eluana Englaro, nata a Lecco il 25 novembre 1970 e morta per fame e per sete a Udine il 9 febbraio 2009. L’ha amata disperatamente sua madre, al punto da voler scomparire con lei dalla scena pubblica ben prima che questa catastrofe collettiva avesse un prologo e un epilogo. L’ha amata suo padre, tanto da pretendere per lei la morte pur di sottrarla alla cosiddetta «non vita». L’hanno amata suor Albina e le suore misericordine di Lecco, che l’hanno accudita con eroica abnegazione per 17 anni e se la sono vista portar via con la forza, avendo solo il tempo d’inviarle un’ultima carezza via etere, dal Tg1: «Eluana, non avere paura di quello che ti succederà». L’hanno amata i medici, che si sono prodigati prima per restituirla alla sua gioventù, poi per alleviarne le sofferenze e infine per «liberarla» dal suo corpo trasformatosi in gabbia. L’hanno amata i magistrati, che hanno decretato che cosa fosse buono e giusto per lei. L’hanno amata gli amici, che si sono presentati puntualmente nelle corti di giustizia per parlare a suo nome, per testimoniare che Eluana aveva detto così, che Eluana avrebbe voluto cosà. L’ha amata il signor presidente della Repubblica, che con accenti dolentissimi s’è preoccupato acciocché la sostanza non avesse a prevalere sulla forma. L’hanno amata gli eletti dal popolo, anche se non fino al punto di rinunciare al loro week-end. L’hanno amata i giornali, che si sono industriati per spiegare ai lettori argomenti per lo più oscuri alla maggioranza di coloro che vi lavorano. L’abbiamo amata noi, gli italiani, equamente divisi fra quelli che fino all’ultimo non si sono rassegnati a vederla condannata al più atroce dei supplizi e quelli che hanno ostinatamente cercato in tutti i modi di farla ammazzare per il suo bene. Povera Eluana, uccisa dall’eccesso di amore! Accadde la stessa cosa ad Alessandro Magno, di cui i libri di storia ancor oggi narrano che morì grazie all’aiuto di troppi medici. Proprio come te. L’evidenza, sotto gli occhi di tutti, è che gli italiani non sanno più coniugare il verbo amare. Né al passato, né al presente, né al futuro. Dovrebbero andare a ripetizione. Già, ma da chi? Io un’idea, politicamente scorretta ai limiti dell’osceno, mi permetto di suggerirla: da Dio. Sì dall’Onnipotente, un tempo Onnipresente, che invece è divenuto il Grande Assente in questa nostra società, e non certo per Sua volontà. Ma poiché il signor Beppino Englaro ha spiegato che nessuno gli può imporre i valori della trascendenza, mi fermo sull’uscio del suo cuore, da ieri sera più vuoto che mai. Se solo questo padre sventurato ce l’avesse consentito, se solo avesse lasciato che sua figlia continuasse a sperimentare lo scandalo di mani pietose che per anni l’hanno lavata, pettinata, nutrita, vestita, girata nel letto, portata a spasso in giardino, oggi avrei provato a consolarlo, pur reputandolo il primo responsabile di questa tragedia, con le parole di don Primo Mazzolari, un parroco di campagna col quale si sarebbe inteso al primo sguardo: «Due mani che mi prendono quando più nessuna mano mi tiene: ecco Dio». Può non crederci, ma dalle 20.10 di ieri sera Eluana è in mani sicure. E anche con le parole di un Papa che passava per buono e che un giorno confortò così i malati radunati davanti al santuario della Madonna di Loreto: «La vita è un pellegrinaggio. Siamo fatti di cielo: ci soffermiamo un po’ su questa terra per poi riprendere il nostro cammino». Può non crederci, ma sua figlia era fatta più di cielo che di materia. Purtroppo gli uomini del terzo millennio ormai bastano a loro stessi. Hanno la Costituzione, il Parlamento, le Leggi, la Società Civile, la Laicità, le Opinioni, la Libertà di Coscienza e insomma un po’ tutto quel che gli serve per essere felici su questa Terra. Non hanno più bisogno di Dio. Per questo Dio è stato abrogato. Allora ascoltino almeno le parole di uno psicoanalista, Carl Gustav Jung. Così saggio da ricordare a se stesso e ai suoi pazienti che «il timor di Dio è l’inizio della sapienza». Così lungimirante da far scolpire sei parole nella pietra sulla porta della propria casa: «Vocatus atque non vocatus, Deus aderit». Invocato o non invocato, Dio verrà. Giorno d’ira, sarà quel giorno.
Stefano Lorenzetto
Stefano Lorenzetto
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sono giornalista dal 1988, ho diretto alcuni giornali, attualmente www.themilaner.it, fondato da me, ho scritto diversi libri relativi al mio vissuto, ma anche a fiabe per bimbi.
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