La festa della donna, dovrebbe partire proprio da li, dalla televisione, uno strumento di comunicazione alla portata di tutti, in particolare da quei programmi che le donne le "usano" e le mandano allo sbaraglio. La trasmissione della De Filippi "Uomini e donne over" è un esempio chiaro di tutto questo. È diventata quanto di peggio si possa vedere in televisione, ogni giorno va in onda una tragicommedia fatta di urla e improperi messa in piedi da TinaCipollari nei confronti di Gemma Galgani e di Giorgio Manetti, che non si sa quanto siano acquiescenti, una sorta di farsa della volgarità che umilia gli ascoltatori, almeno quelli che si pongono davanti alla tv con un sano spirito critico.
Pare che la trasmissione abbia un discreto successo, successo che aumenta in occasioni delle intemperanze della Cipollari che è veramente oltre misura in tutte le sue esternazioni. Che le reti Mediaset, non si pongono il problema del rispetto dei telespettatori, è evidente almeno da un anno; lo si nota dalla massa pubblicitaria che falcidia i film della sera, a volte vengono trasmessi anche 20 spot pubblicitari di seguito, che aumentano quando il film sta per terminare. Il povero telespettatore arriva al punto di non ricordare nemmeno la trama di quello che stava seguendo.
Non è però solo questo a declassare i programmi televisivi, lo sono anche i talk show del pomeriggio e della domenica, dove Barbara D'Urso imperversa con ogni sorta di notizia, anche la più improbabile: dall'ospitata di famiglie note con bimbi piccoli e piccolissimi, ai problemi economici ed esistenziali delle compagne di noti attori defunti, ai tradimenti tra coppie celebri. Insomma si va a cercare ciò che fa scandalo per fare audience, un modo di fare televisione veramente riprovevole che non fa bene agli italiani, anche se non se ne avvedono.
I vari palinsesti televisivi prevedono molte trasmissioni di questo tipo, siamo passati da una televisione che aveva anche il compito di educare (il riferimento va a quando mamma Rai trasmetteva commedie, operette, balletti) a una televisione che si ripromette solo di fare denaro in ogni modo, anche a scapito della qualità dei programmi e gli italiani, sempre meno impegnati culturalmente, abbozzano.