Dopo 22 anni di ricerche e 10 anni di registrazioni discografiche è stata pubblicata l'Enciclopedia discografica della musica concentrazionaria KZ MUSIK in 24 CD–volumi più un libro (Musikstrasse Roma) del pianista Francesco Lotoro. L'Enciclopedia è stata presentata nella cornice della Sala delle Colonne presso la Camera dei Deputati; i lavori sono stati introdotti e moderati da Fiamma Nirenstein, vicepresidente Commissione Esteri della Camera. Oltre all'autore partecipavano alla conferenza Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, il professor Franco Piperno, ordinario di Musicologia e Storia della musica presso l'Università La Sapienza di Roma, il dottor Franco Bixio, presidente della Musikstrasse ed editore dell'Enciclopedia.
KZ MUSIK costituisce il più avanzato stadio di documentazione del corpus musicale creato in tutti i lager aperti in Europa, Africa settentrionale e coloniale, Asia e Oceania dal 1933 al 1945 da musicisti di qualsiasi estrazione artistico–professionale e contesto nazionale, sociale e religioso; si tratta di materiale musicale di alto valore storico, documentaristico, scientifico e artistico, autentico patrimonio dell’umanità e testamento musicale che ha segnato tra i punti più alti del pensiero umano e del linguaggio musicale. 52 Campi di concentramento o internamento o transito o di sterminio, dai remoti Lager militari giapponesi di Shenyang (capitale della provincia di Liaoning, Cina) e Omori–ku Iriarai Kila (presso Tokio) sino agli enormi impianti concentrazionari di Auschwitz, Sachsenhausen e Dachau passando per il lager per prigionieri tubercolotici di Fullen e lo sconfinato campo militare Uadi Saida aperto dai francesi in Algeria. 88 compositori, dallo sconosciuto polacco Józef Kropiński (addetto all’infermeria di Buchenwald, scrisse circa 300 opere di notte) sino ad alcuni dei più grandi musicisti del Novecento come Viktor Ullmann (a Theresienstadt scrisse l’opera Der Kaiser von Atlantis, completata pochi giorni prima di morire gasato ad Auschwitz), Ervin Schulhoff (nello Ilag di Wuelzburg stese la sua Sinfonia n.8, morì tubercolotico sulle ultime battute dell’opera) ed Emile Goué, ufficiale francese autore di capolavori come la piéce teatrale Renaissance (l’opera dura ben 2 giorni) che sopravvisse allo Oflag di Nienburg am Weser ma morì pochi mesi dopo la liberazione per una malattia contratta nel campo.
Autore di questa monumentale ricerca e interprete dell’intero repertorio pianistico registrato nell’Enciclopedia è il pianista barlettano Francesco Lotoro, docente di pianoforte presso il Conservatorio U. Giordano di Foggia. Lotoro ha intrapreso le ricerche a partire dal 1990 partendo dalla Biblioteca Nazionale di Praga e proseguendoli presso lo U.S. Holocaust Memorial Museum di Washington DC, il Pamatnik Terezìn, la Hebrew University e lo Yad Vashem di Gerusalemme, il Goetheanum di Stoccarda, la Paul Sacher Library di Basilea, la Akademie der Kunst di Berlino e ancora musei, archivi, biblioteche e antiquariati librari in Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Svizzera e Ungheria. Ad oggi, sono 4mila le opere musicali scritte nei lager recuperate e delle quali si ignorava l’esistenza; ad esse debbono aggiungersi 13mila documenti (lettere, microfilm, diari di prigionia, ecc.) e 50 ore di interviste ai musicisti sopravvissuti, 60 minuti delle quali raccolte in DVD e pubblicate nel 2007 grazie al contributo dell’Unione Europea.
Fiamma Nirenstein ha più volte sottolineato il peso storiografico e documentaristico dell'Enciclopedia e, in qualità di parlamentare, ha fatto proprio l'impegno a promuovere nelle sedi istituzionali appropriate il sostegno morale e materiale alle ricerche. L'assessore al Mediterraneo della Regione Puglia Silvia Godelli, nel rimarcare la monumentalità del lavoro enciclopedico prodotto, ha ben ricordato l'impegno profuso nel sostenere tali improrogabili sforzi artistici ed editoriali (la Regione Puglia ha presentato l'Enciclopedia KZ MUSIK presso il Salone del Libro 2011), sul solco di una politica culturale regionale tesa alla valorizzazione e costruzione del concetto di Memoria.
Il Dr. Franco Bixio ha espresso, da editore emotivamente coinvolto nella materia (suo padre Cesare Bixio è autore di numerose canzoni che vennero arrangiate o tradotte o parodiate nei campi) l’auspicio che dalla conferenza nasca una cordata di solidarietà alle ricerche che Lotoro intende proseguire allo scopo di restituire alla cultura uno dei più grandi testamenti dell’ingegno umano. Il professor Franco Piperno ha illustrato gli aspetti estetici e particolarmente musicologici della produzione musicale concentrazionaria, rimarcando l'importanza della riscoperta della musica dei lager nell'ottica della ricomposizione di tutti i tasselli mancanti della musica novecentesca. E' infine toccato a Francesco Lotoro ripercorrere gli aspetti più salienti, dalle prime registrazioni fonografiche realizzate nei lager (e ascoltate durante il suo intervento) alla trasversalità del linguaggio musicale capace di coinvolgere tutti i musicisti del mondo deportati a vario titolo nella stesura di questo straordinario testamento.
Durante la conferenza (tra il numeroso pubblico presente il presidente del Museo della Shoah di Roma Leone Pasermann, parlamentari, il sopravvissuto Piero Terracina, musicisti, giornalisti e critici musicali) particolarmente toccanti sono stati i momenti di reale esecuzione musicale di alcuni gioielli per coro e chitarra, rispettivamente eseguiti dal Consort Vocale Diapente di Roma diretto da Lucio Ivaldi e dal chitarrista Leonardo Gallucci.
(L'Unione Informa 9 febbraio 2012)