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giovedì 27 gennaio 2011

“La partita del cuore” di Ferdinando Valletti

“Vi voglio raccontare la storia di un uomo che fini deportato nei lager nazisti a 23 anni e che grazie al suo coraggio, al suo grande cuore e a un pizzico di fortuna riuscì a tornare a casa dal campo di sterminio di Mauthausen e a salvare molti suoi compagni di prigionia. Quell’uomo si chiamava Ferdinando Valletti ed era mio padre.”

di Manuela Valletti

Ferdinando Valletti, classe 1921, mediano del Milan a fianco di Meazza, giocò la sua ”partita del cuore” nel capo di calcio di Mauthausen e fu una partita che salvò la sua vita e quella di alcuni suoi compagni di prigionia.
Cominciamo dall’inizio: Ferdinando Valletti, veronese, classe 1921, va a Milano nel 1938 fresco di diploma di perito industriale dell’Itis Galileo Ferraris, con un lavoro certo all’Alfa Romeo, e proprio alla scuola della fabbrica milanese diventa Maestro d’Arte. Nando ha sempre avuto la passione per il calcio tanto che a Verona si era messo in evidenza giocando nell’Hellas. Appena giunto a Milano gioca nel Seregno e viene notato dal Milan: così nel campionato’42/’43 gioca con la maglia rossonera. La sua promettente carriera è però brutalmente interrotta quando viene catturato dalla milizia fascista e consegnato alle SS tedesche, tradito dai suoi stessi compagni di stabilimento che lo indicano come principale organizzatore dello sciopero del marzo del 44.
Valletti, con altri 22 operai dell’Alfa Romeo, viene incarcerato a San Vittore ed è tra i tanti milanesi che partono dal tristemente noto Binario 21 della Stazione Centrale: la sua destinazione è Mauthausen. Dopo qualche mese di lavoro alla cava di pietra del lager viene trasferito nel sottocampo di Gusen, dove condivide la prigionia con il pittore milanese Aldo Carpi, che salverà più volte da morte certa.

La vita a Gusen è durissima ma il milanista Valletti non sa ancora che a salvarlo da fine certa saranno proprio la sua incrollabile fede e la sua abilità di calciatore. Appena fuori dal lager di Mauthausen esiste un campo di calcio e le SS organizzano tornei tra di loro; un giorno si trovano senza un giocatore e affidano ad un Kapò il compito di trovare un sostituto. Il Kapò si affaccia alle baracche e chiede ai deportati se qualcuno di loro se la sente di giocare, Valletti non si tira indietro e diventa (ironia della sorte) la riserva ufficiale delle squadre naziste: è allo stremo delle forze, è denutrito, ma capisce subito che giocare in squadra con i suoi aguzzini è sì un rischio grandissimo, ma anche una straordinaria opportunità di salvezza. Nando gioca con la sua tenuta da deportato, a volte non ha nemmeno le scarpe ma non molla e finalmente grazie al suo bel gioco ottiene un “premio” importantissimo: diventa sguattero nelle cucine, lavoro ambito perché meno faticoso di tutti gli altri e perchè assicura il rancio. Il mediano Valletti sfrutta l’occasione e si adopera pertutti suoi compagni di prigionia – questo Carpi lo ricorda bene nel suo «Diario di Gusen» – nascondendo negli zoccoli del cibo che distribuisce ai deportati nella sua baracca.
Il 5 maggio del ’45 Ferdinando Valletti è di nuovo un uomo libero, ma per le condizioni di salute viene inviato in un centro medico americano e vi rimane due mesi, poi torna a Milano con altri 4 alfisti, gli unici che si sono salvati con lui. Negli anni seguenti, Nando riprende il suo lavoro in fabbrica e intraprende una brillante carriere lavorativa, diventa dirigente e colleziona numerose onorificenze, tra cui l’Ambrogino d’oro del Comune di Milano e l’attestato di Maestro del lavoro dal Presidente della Repubblica.
Negli anni della vecchiaia Ferdinando Valletti si impegna a testimoniare nelle scuole le atrocità subite nei lager senza mai scordare di raccontare ai giovani che a volte anche una partita di pallone può salvare delle vite se si mettono in campo la fede, la tenacia e una disperata voglia di non morire.


Manuela Valletti, giornalista e scrittrice, ha deciso di continuare l’impegno del padre e alla sua morte ha dato vita all’Associazione Culturale Ferdinando Valletti e ha dedicato alla sua vicenda un libro dal titolo: “DEPORATO I 57633 VOGLIA DI NON MORIRE”, dal suo libro è stato tratto un documentario che porta lo stesso titolo realizzato dal regista veronese Mauro Vittorio Quattrina.
Sul sito http://milanometropoli.com/ferdinandovalletti troverete ulteriori informazioni sul libro e sulla vicenda di Ferdinando Valletti - Altre notizie su Ferdinando Valletti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_Valletti
http://www.magliarossonera.it/protagonisti/Gioc-Valletti.html


Per approfondire:
L'On. Walter Veltroni nella Giornata della Memoria ricorda Ferdinando Valletti e le vittime della Shoà