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nnozero cala il sipario - Dopo la puntata di questa sera dedicata al Vaticano, la trasmissione Annozero, il tanto contestato programma di Michele Santoro, va in pensione. È il risultato dell'accordo di divorzio, consensuale, tra il coduttore più odiato della destra e più amato dalla sinistra e da "mamma" Rai. Il conduttore lascia così l’azienda con sei anni di anticipo per lanciarsi nella libera professione.
Il futuro - E così Santoro inizierà ad occuparsi del suo futuro, certamente non nebuloso considerato che sono previsti 3milioni di euro per la sua liquidazione e 14milioni per una collaborazione lavorativa dei prossimi due anni. E con lui ci sarà a lavorare tutto il suo entourage. Il giornalista, con tutti quei soldini, dovrebbe realizzare almeno 14 puntate di docu-fiction, dal provvisiorio titolo "Signor M.", più altri programmi da piazzare nelle varie reti. Tra queste dovrebbero esserci anche delle prime serate. Emergono anche le prime indiscrezioni sul contenuto delle prime due puntate: una sulle opere e sulla vita di Gesù, l'altra sulla storia di Adolf Hitler.
RaiDue e gli altri canali - Ci sono poi altre questioni da non sottovalutare, ovvero gli aspetti tecnici. Pare che Santoro non voglia ricorrere al personale interno ma stia puntando a operatori e autori esterni: probabilmente il quasi ex conduttore di Annozero aprirà una sua casa di produzione. Ma veniamo alle reti delle trasmissioni. Forse non sarà RaiDue a ospitare ancora il giornalista. Del resto con la venuta del digitale terrestre, Viale Mazzini potrebbe decidere di dirottare l'uomo su altri canali. In questo modo RaiDue potrà pensare a rimpilzare il palinsesto con nuove proposte per il giovedì sera.
Le reazioni - Ma mentre Santoro parla di "scelte dell'azienda fatte per l'interesse del pubblico", il pubblico non ha per niente capito quale sia il suo interesse. Il direttore generale, dicono da Viale Mazzini, non ha fatto altro che dare seguito al cosiddetto "esodo incentivante". Un esodo davvero generoso visto che lo stipendio di Mister Santoro supera anche quello di Masi stesso. Il girnalista costa alla rai 998mila euro lordi (750mila netti). A Masi ne spettano solo 715mila. Intanto il mondo della politica continua a ragionare sull'operazione. Il presidente dell'associazione Lettera22, Paolo Corsini, parla di operazioni imbarazzanti. Il componente dell'esecutivo dell'Usigrai Stefano Campana e il consigliere dell'Fnsi Luigi Monfredi affermano: «Da Annozero a sei zeri. La soluzione del caso Santoro è quantomeno imbarazzante».