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sabato 19 marzo 2011

L'iimagine di una tragedia e i soliti sciacalli


Ho scelto questa immagine per ricordare la tragedia del Giappone, non lo scempio delle città, non le tute bianche che richiamano la paura di un probabile disastro nucleare, ma l'immagine di una mamma con la sua bimba in braccio, il viso distrutto dal dolore e dalla stanchezza guarda  la bimba che pare dormire, entrambe ricoperte di fango. Forse non sapremo mai se la bimba è morta, noi speriamo di no, sta di fatto che  questa è l'immagine del coraggioso popolo giapponese, un popolo che ne ha passate tante e che anche oggi, davanti a questo immane disastro affronta con compostezza tutto quanto deve affrontare.
Noi speriamo con loro che le cose si risolvano presto, che il disastro nucleare sia contenibile e che alla fine riescano a seppellire tutti i loro morti. Ce la faranno e ricostruiranno  tutto, anche altre centrali nucleari, loro, proprio loro che hanno subito il disastro di Hiroschima, perchè i giapponesi  guardano in faccia alla vita sempre e comunque con la consapevolezza che il progresso ha i suoi costi e che senza nucleare non potrebbero sopravvivere.
Mentre accade questo, in Italia i soliti parolai hanno già lanciato il guanto di sfida contro il nucleare, sono gli stessi che magari si lamentano dei rincari energetici e che vedono con favore le centrali francesi e svizzere comunque a pochi passi da noi. Quanta ipocrisia da parte dei "signori del no" di quelli che si lamentano sempre e per tutto.
Che abbiano almeno la decenza di non strumentalizzare una tragedia che non è la loro e che deve essere vissuta con rispetto per le persone e per le loro scelte.