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sabato 3 maggio 2008

I redditi degli italiani prima su Internet ed ora su Libero

Era prevedibile e così è stato. La pubblicazione su Internet, pur durata lo spazio di un mattino, ha suscitato qualcosa di più e di peggio di una grande polemica impossibile da spegnere o anche solo da contenere. Mi riferisco ai redditi degli italiani e alle imposte che questi hanno versato, anno 2005. Ormai gli elenchi non li ferma nessuno, nemmeno il Garante che ha tentato oscurando il sito dell'Agenzia delle Entrate - di rimediare a ciò che rimediabile non è. A questo punto vari altri siti - stranieri inclusi hanno scaricato e trattenuto lo scottante materiale e i quotidiani, la cui funzione è di dare le notizie e non quella di nasconderle, fatalmente divulgheranno il divulgabile. Questa è la stampa, amici cari. E chi si indigna non ha capito un accidenti di come gira il mondo. Nelle redazioni divampano le discussioni: è giusto o sbagliato fare da cassa di risonanza al Fisco?. Siccome però alla fine dei dibattiti c'è sempre uno che decide, la redazione di Libero per decisione di Vittorio Feltri, direttore politico e di Alessandro Sallusti, direttore responsabile, ha adottato la soluzione più giornalistica: non tenere nel cassetto nemmeno una virgola di interesse generale. Quindi da oggi sul giornale troverete il 740 di tutti. Un po' per volta, s'intende, giacché pur volendo in una edizione non ci starebbe l'intero malloppo. Si comincerà da Milano, Capitale morale, e da Roma, Capitale tout court. Così, a titolo di aperitivo. Poi troveranno il modo di ficcare ogni dato in un disco (dvd) e di mandarlo in edicola insieme con Libero. E magari, successivamente, di predisporre provincia per provincia - una sorta di guida dei redditi sullo stile delle vecchie guide del telefono.
Non so che cosa questo potrà comportare, ma so che Feltri non è uomo da temere alcuna minaccia di querela o di violazione della privacy, il suo giornale è in prima linea da molto tempo sulla trasparenza.
Personalmente non l'avrei fatto e non certo per tutelare i benestanti che probabilmente si conpiacciono del proprio benessere, non lo avrei fatto per non umiliare chi magari ha un reddito minimo, penso ai tanti anziani che vivono con 8.000 euro/anno... e si, la loro dignità io l'avrei salvaguardata.