Questa è la notte di S. Lorenzo. La tradizione popolare narra che se si vede una stella cadere e si esprime in gran segreto un desiderio, il desiderio si avvererà.
Anch'io ho un desiderio proprio grande e bellissimo da chiedere e proverò ad esprimerlo, sempre che io riesca a vedere almeno una stella cadere dal cielo.
Giovanni Pascoli invece, con il suo X Agosto, celebra in altro modo le stelle cadenti... Questa sua poesia che a scuola dovevamo imparare rigorosamente a memoria, mi ha fatto versare fiumi di lacrime quando ero solo una bimba di otto anni, ricordo anche l'illustrazione del Sussidiario. La riporto proprio con lo scopo che qualche nonna la legga al suo nipotino per fargli riscoprire i sentimenti che non vanno più di moda e se cade qualche lacrimuccia, poco male.
X AGOSTO
di Giovanni Pascoli
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!