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sabato 22 giugno 2013

Una speranza dalla medicina contro il gioco d'azzardo

L’AMANTADINA E’ IL PRIMO POSSIBILE FARMACO CONTRO LE LUDOPATIE


"Nella cura dell’azzardo patologico sono disponibili alcuni farmaci, ma nessuno di loro ha dimostrato di essere adatto come terapia standard. L’amantadina, invece, per la prima volta, ha davvero il potenziale di trattare la dipendenza da gioco d’azzardo. Tuttavia, siamo ancora in fase di sperimentazione e c’e’ bisogno di più dati per confermare i nostri risultati". Lo ha dichiarato Giovanni Martinotti, un ricercatore dell'Università Gabriele D'Annunzio di Chieti nel corso del 23° meeting dell’European Neurological Society (Ens) in corso a Barcellona. L’amantadina è un farmaco usato da tempo per il trattamento e la prevenzione del virus dell’influenza A e recentemente è impiegato anche contro il morbo di Parkinson. In alcuni casi persone affette da questa malattia hanno dimostrato una certa propensione al gioco patologico. Di qui l'associazione degli scenziati e se i risultati fossero confermati, si tratterebbe di una scoperta in netto contrasto con le cure sperimentate fino a ora. In particolare l’amantadina agisce sulla regione cerebrale conosciuta come nucleus accumbens, che ha avuto un ruolo chiave anche nella ricerca dei farmaci per curare altre dipendenze. In una serie di casi seguiti dagli scienziati italiani, questa sostanza avrebbe ridotto la voglia e il pensiero di giocare e anche i problemi personali associati con questa abitudine nei ludopatici. I partecipanti al test sono stati valutati utilizzando il Symptom Assessment Scale Gambling. A seguito di questo successo iniziale, Martinotti pensa che l’amantadina si potrebbe rivelare efficace non solo contro il gioco d’azzardo patologico, ma forse anche nel trattamento di disturbi simili che coinvolgono il controllo degli impulsi, come la dipendenza da shopping o la dipendenza dal web.

http://www.sanitanews.it/quotidiano/intarticolo.php?id=7438&sendid=880

lunedì 7 luglio 2008

Alzheimer: scoperto legame con Ngf

La notizia che riporto sotto apre il cuore alla speranza. Molti malati di alzheimer potranno probabilmente curarsi con successo e bloccare veramente il procedere della malattia, ho solo il rammarco che di questa scoperta non abbia potuto beneficiare il mio papà.

Il fattore scoperto da Rita Levi Montalcini legato alla malattia
(ANSA) - ROMA, 4 LUG - Esiste un legame tra il fattore di crescita delle cellule nervose, scoperto dal Nobel Rita Levi Montalcini, e la malattia di Alzheimer.Il fattore Ngf blocca infatti la produzione della proteina beta amiloide, principale responsabile della malattia di Alzheimer. La scoperta, pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), si deve al gruppo dell' Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).