Siamo vicini alla GIORNATA DELLA MEMORIA e in tutta l'Italia sono diverse le iniziative a cui i cittadini sono chiamati a partecipare. Ognuno deve sentire il dovere di esserci e non per una celebrazione retorica o per schieramento politico, ma perchè esserci nel 2012 significa far parte della tragica storia di quei maledetti campi di sterminio nazisti e se si è parte di quella tragedia allora si ha il dovere di informare le nuove generazioni sui pericoli che qualsiasi democrazia può sempre correre se non si sta sempre allerta e si permettono crimini contro la dignità dell'uomo.
Ieri sera sono stata invitata alla presentazione del libro "Voci dal lager" una raccolta di lettere e documenti di deportati politici nei campi di sterminio nazisti nel periodo 1943-1945. Gli autori hanno svolto un lavoro importante, hanno raccolto e catalogato moltissimi documenti e ci hanno mostrato il lato umano dei deportati in un contesto emozionale che colpisce profondamente. Le lettere a madri, mogli, figli sono scritte in modo delicato, sempre misurate, quasi a non voler far male, quasi a non voler raccontare ai propri cari la brutalità e l'orrore che invece i deportati stavano vivendo fino in fondo ogni giorno della loro deportazione.
Occorrerebbe leggere e rileggere quelle lettere perchè non è più il tempo di limitarsi a citare i numeri tragici della deportazione e gli orrori di massa che sono stati compiuti dai fascisti e dai nazisti. Dietro la divisa a righe bianche e blu di quelle povere anime che hanno patito le pene dell'inferno e che spesso non sono più tornate ,c'erano uomini, persone che hanno sperato fino in fondo di farcela, di tornare dalle loro famiglie, dai loro figli.
Mai come in questo libro vengono messi in luce i meriti dei deportati politici, gente che nelle proprie città aveva partecipato alla lotta armata partigiana, aveva organizzato scioperi, partecipava alle Brigate Garibaldi, gente spesso poco celebrata davanti all'immane tragedia ebraica, ma altrettanto vittima del fascismo e del nazismo non per appartenenza di razza o religione, ma per consapevole scelta politica.