domenica 31 agosto 2008

Reportage di viaggio indimenticabile


Meta del breve periodo di vacanza della mia famiglia è stata Salisburgo, la deliziosa cittadina austriaca patria di Mozart, e la prevista visita ai Lager di Mauthausen e Gusen.
Il viaggio è stato molto bello, ci eravamo ripromessi di vedere luoghi nuovi e così è stato. Abbiamo raggiunto Salisburgo passando dalla Svizzera e dalla Germania attraverso il Passo del Maloja, un pianoro meraviglioso circondato da ghiacciai eterni e attraversato da ampi laghi su cui si affacciano paesi incantevoli e caratteristici.


Salisburgo è un incanto, la cortesia degli austriaci ha reso la nostra permanenza molto gradevole. Abbiamo visitato diverse mostre e i molti monumenti presenti nella parte vecchia della città, senza trascurare il famoso parco Mirabel: ogni angolo riservava una sorpresa, dal classico momumento a Mozart nella piazza omonima al primo forno per il pane della città con attiguo mulino tuttora funzionante.
I dintorni sono veramente bellissimi, laghi e foreste a perdita d'occhio a pochissimi chilometri dal centro, raggiungibili in tutta tranquillità.



La visita ai Lager di Mauthausen e Gusen mi ha procurato una emozione fortissima, ci eravamo prefissi di farla qualche tempo fa, in occasione dell'uscita del mio libro sulla deportazione del mio papà e sono veramente contenta di essere riuscita ad andarci ora: ho visto, ho capito e non dimenticherò.
E' molto diverso sapere della deportazione attraverso la lettura di un libro dal vedere con i propri occhi i luoghi dove tante persone hanno sofferto e sono morte, è diverso soprattutto se tra queste persone c'era tuo padre e così la cosa che più mi ha commosso e mi ha procurato una compassione infinita, non è stata la camera a gas,o il forno crematorio, o l'angolo del colpo alla nuca, o la stanza dell'impiccagione, ma la povera baracca dove vivevano i deportati che conteneva un letto a castello originale non più lungo di un metro e mezzo, dove una mano pietosa aveva deposto un rosario. Li ho pianto tutte le mie lacrime, li ho avvertito la vicinanza del mio papà e ho capito tante cose del suo modo di essere: la sua parsimonia, il suo dar valore alle piccole cose, il suo ritenersi una persona fortunata e la tenacia che ne ha caratterizzato tutta la vita. Dopo aver visto tanto orrore ringrazio il Signore per averlo aiutato a tornare e per averlo lasciato a lungo accanto a me.
Una nota di indignazione la voglio spendere per il lager di Gusen: del KZ non esiste più nulla anche se alla fine era diventato un campo più grande di Mauthausen; per merito dell'architetto Belgioioso è stato costruito un Memorial stilizzato che contiene un forno crematorio (non so quanto originale)e su quello che era il campo di sterminio, adossate al memorial, sono state costruite le case degli abitanti di San Georgen senza alcuna area di rispetto per i milioni di cadaveri che sono stati sepolti in fosse comuni proprio in quelle aree prima e dopo la liberazione.
Non riesco a capire come sia stato possibile pergli abitanti di questo paese costruire le loro dimore su cimiteri a cielo aperto, ma la realtà dice che è stato possibile nonostante le rimostranze di tutti i Paesi che hanno avuto perdite umane in quel luogo.
Il mio reportage di viaggio è finito, il soggiorno all'estero mi ha permesso di svagarmi moltissimo, di migliorare le mie conoscienze e di dimenticare i problemi di tutti i giorni. La visita al KZ di Mauthausen la dovevo a mio padre, avrei dovuto farla molto prima, probabilmente quando lui era ancora in vita, ma la consiglio veramente a tutti, certi orrori vanno conosciuti da vicino e i molti ragazzi presenti di tutte le nazionalità, stanno a dimostrare che la voglia di sapere ciò che è accaduto non è morta e questo conforta il mio cuore.

Nessun commento:

Posta un commento