Il Sindaco Moratti mi informa che nel Museo della Shoah che sorgerà al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano sarà onorata senza distinzioni la memoria di tutti i deportati milanesi vittime dei campi di concentramento.
Nella stessa lettera trovano spazio espressioni di stima per mio padre Ferdinando Valletti "benemerito cittadino milanese".
La notizia mi fa particolarmente piacere perchè ripara ad una iniziale brutta partenza di un progetto bellissimo che onora la nostra città. Ringrazio il Sindaco Moratti per il suo interessamento e tutti gli amici di Face Book che hanno condiviso la mia causa ideale.
LA STORIA DEL BINARIO 21
Nel progetto originale della Stazione Centrale di Milano erano previsti 20 binari per il servizio passeggeri. Più tardi, si decise di utilizzare anche i binari “corti” ai lati della grande volta di acciaio e vetro, e furono numerati fino al 24. Fino a quel momento, il binario 21 era nascosto nel ventre della stazione.
Il progettista Ulisse Stacchini aveva collocato un altro fascio di binari al di sotto di quello principale, destinandolo allo smistamento merci e postale: dopo aver caricato i vagoni, era possibile riportarli direttamente al piano dei binari passeggeri usando un ponte trasbordatore e poi un grosso montacarichi.
E ancora, al di sotto di questi binari un terzo livello accoglieva altri servizi, una vasca di raccolta idrica grande come un lago e un inceneritore per i rifiuti.
Il 30 gennaio 1944 seicento cittadini italiani di religione ebraica furono caricati su camion nel cortile del carcere di San Vittore. I camion raggiunsero via Ferrante Aporti, e il loro carico fu spinto nelle viscere buie della stazione, fra urla e latrati di cani. Le persone e i 40 bambini che erano fra di loro furono stipati su carri bestiame; i carri furono spostati con il ponte mobile e poi sollevati in superficie con l’ascensore.
Sette giorni dopo i vagoni venivano scaricati ad Auschwitz, e nel giro di poche ore cinquecento persone furono gasate e bruciate.
Il primo convoglio era partito carico di 250 deportati il 6 dicembre dell’anno prima, e altri ,con deportati di poilitici sarebbero partiti fino al maggio del 1944.
Oggi l’organizzazione Binario 21 vuole fare di quei sotterranei uno spazio per la memoria, e ha realizzato un film e una mostra per non dimenticare.
Il binario 21 è ancora lì, con lo stesso ponte e lo stesso ascensore e con lo stesso odore di morte, da domani accanto a quel luogo sorgerà un museo che ci aiuterà a ricordare.
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