Visualizzazione post con etichetta ricordo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ricordo. Mostra tutti i post

venerdì 29 gennaio 2016

RICORDARE LA SHOAH È IMPORTANTE, MA NON È SUFFICIENTE PER AVERE LA PACE



E' appena trascorsa la Giornata della Memoria, abbiamo ricordato le vittime del nazismo mettendo la testa sotto la sabbia.



La Shoah dei nostri giorni viene dal mare

Abbiamo appena celebrato la Giornata della Memoria, molti di noi, figli di deportati, sono andati nelle scuole a raccontare gli orrori del nazismo nei campi di sterminio ed hanno cercato di far comprendere ai ragazzi le cause che hanno portato al terribile genocidio di ebrei e alle crudeltà inaudite su oppositori politici, zingari, handicappati e testimoni di Geova,davanti a platee attente e vigili, abbiamo risposto alle domande che vi venivano rivolte.
La domanda di un ragazzo di tredici anni di una scuola media milanese mi ha veramente sorpreso e mi ha fatto riflettere: lo scolaro chiedeva per quale motivo se la Germania aveva cominciato a costruire i campi di sterminio a partire dal 1933, i Paese europei li avevano scoperti solo nel 1945 a seguito della loro liberazione.

L'indifferenza del mondo 

L'indifferenza nei confronti di quello che stava realizzando la Germania, è costata 

giovedì 10 settembre 2015

Perdonate, ma oggi la mia schnauzer Flora è morta.......

Ieri, martedì 8 settembre, è stato il mio ultimo giorno di vita

flora
Ieri me ne sono andata per sempre, non so che cosa sia successo, ma all'iimprovviso ho visto tutto nero e sono caduta a terra, ho sentito in lontananza la mamma che mi chiamava e piangeva, ma io ero già lontana e non potevo tornare indietro. E' così che è finita la mia avventuira sulla terra, penso di essere stata una brava cagnolona, forse un po' pazzerella, ma piena d'amore da regalare a chi mi ha voluto bene. Il mio fratellino Strauss è triste e mi cerca, ma io cerco di suggerirgli di stare tranquillo, presto avrà un'altra compagna di giochi. Papà, mamma e Giovanna piangono, mi chiamano.... e io vorrei tornare, ma non posso, qualcuno mi ha detto che devo stare qui, in questo posto meraviglioso dove c'è anche Rhoda, e BillY e Grigio e Lady e Leone ... tutti i cani e i gatti che sono stati nella mia famiglia. Papà e mamma. non posso tornare, ma posso starvi vicino, e quando vi sentirete soli..e malinconici ci sarà la mia zampona sulle vostre ginocchia e magari troverete un osso.... come se fosse capitato li per caso. Vi voglio bene.
CIAO A TUTTI!
FLORA Schnauzer Gigante
26-10-2005/8-09-2014

martedì 30 giugno 2015

Milano, al Portello Sud si trovi uno spazio per ricordare l'Alfa Romeo



Gli "Alfisti" ex dipendenti dell'Alfa Romeo, ma anche semplicemente appassionati del marchio Alfa famoso in tutto il mondo, l'Associazione Culturale Ferdinando Valletti, ma anche l'Anpi e lo Spi di zona 8 e molte altre associazioni di supporto, chiedono nuovamente e con forza che nell'area delPortello Sud, trovi posto uno spazio tangibile in cui si possa ricordare la fabbrica milanese. Che cosa ci sarà in quello spazio sarà da definire con chi vincerà il progetto per la riqualificazione dell'area, tenendo presente che l'Alfa Romeo costruì la sua "casa" proprio al Portello il 24 giugno 1910.

L'Alfa Romeo e il suo ruolo nella liberazione del nord Italia dai nazi-fascisti

Non si tratta di ricordare solo una gloriosa fabbrica di automobili, dicono le associazioni, bisogna valorizzare anche il ruolo che l'Alfa Romeo ha avuto nel marzo 1944, quando con i suoi operai contribuì al successo dello storico sciopero generale che segnò la riscossa del nord Italia contro il nazismo e il fascimo.Furono molti gli alfisti, operai e impiegati, che si giocarono la libertà e la vita in quei momenti drammatici, molti di loro finirono nel campo di sterminio di Mathausen,a fine guerra ritornarono solo in 5.

domenica 30 novembre 2014

Ricordando Fernando Pessoa nell'annivesario della morte




Quel che mi duole non è ciò che esiste nel cuore,
 ma quelle cose belle che mai esisteranno...
 Sono le forme senza forma che passano senza che il dolore 
le possa conoscere e sognarle l'amore. 
Sono come se la tristezza fosse un albero e, a una a una, 
cadessero le sue foglie tra il solco e la nebbia.


da "Il libro dell'inquietudine" di Fernando Pessoa



La Biografia di Fernando Pessoa

Fernando Antonio Nogueira Pessoa, poeta e scrittore portoghese, nasce il 13 giugno 1888 a Lisbona. L'antica capitale portoghese che ha visto il poeta venire alla luce lo riaccoglie dopo l'adolescenza trascorsa a Durban, in Sudafrica, nel momento in cui sboccia la sua carriera di intellettuale.
In realtà il precoce talento di Pessoa si è già manifestato in tenera età, nel momento in cui i bambini imparano a scrivere ed i geni compongono le prime opere. A sei anni scrive lettere che invia a sé stesso, una sorta di dialogo interiore fissato su carta, con lo pseudonimo di Chevalier de Pas, uno dei tanti della sua vita.

La passione per la scrittura non svanisce e pochi anni dopo, al rientro in Portogallo, dona al mondo capolavori di prosa e poesia, insieme a traduzioni e critiche letterarie, senza mai rinunciare alla riservatezza, o al mistero, che lo contraddistingue.
Fernando Pessoa si rivela, infatti, al pubblico in controluce, dando alle stampe solo alcuni dei suoi capolavori e facendo ricorso ad un'infinità di pseudonimi per mettere a nudo i lati del suo carattere avendo però la premura di coprirli con eteronomi dei quali crea dettagliate biografie.
Il bouquet dei suoi alterego è celebre, avendo dato vita anche a numerose speculazioni sulla sfaccettata personalità del geniale autore portoghese, speculazioni peraltro alimentate dallo stesso Pessoa che mette nero su bianco il profondo rapporto intrecciato con i suoi eteronimi.
Attraverso le sue opere pure noi siamo entrati in intimità con il futurista Alvaro de Campos, con Bernardo Soares, di cui abbiamo letto i pensieri nel Libro dell'Inquietudine, con Ricardo Reis, strenuamente ancorato alle tradizioni e con tutti gli altri Fernando Pessoa che hanno vissuto nelle opere del maestro portoghese.
Il grande talento di Pessoa si è spento ad appena quarantasette anni, il 30 novembre del 1935, in seguito a problemi epatici.
L'eredità che ci lasciato uno fra i maggiori poeti del Novecento è però immensa, musa ispiratrice di tanti letterati e cantautori e fonte di gioia per i tanti lettori che si sono emozionati leggendo le sue poesie ed i suoi romanzi ed hanno scolpito nella loro memoria i celebri aforismi.
Tra le sue opere più famose nel nostro paese ricordiamo certamente il Libro dell'inquietudine, le Poesie di Alvaro de Campos e le Lettere alla fidanzata, tre pietre miliari della sua ricca produzione artistica.

giovedì 24 ottobre 2013

Un nuovo progetto per il Giardino dei Giusti al Monte Stella


Milano, 23 ottobre 2013 – Il rinnovamento del Giardino di Giusti in vista di Expo 2015 e i nuovi percorsi didattici sono stati presentati oggi a Palazzo Marino. Il nuovo progetto, realizzato dall'Associazione per il Giardino dei Giusti, di cui il Comune di Milano è socio fondatore con Gariwo, la Foresta dei Giusti e l'UCEI-Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, darà una nuova veste alla grande area messa a disposizione dal Comune di Milano al Monte Stella. Qui dal 2003 sorge il Giardino per ricordare i Giusti che si sono battuti e si battono contro tutti i genocidi e in difesa dei diritti umani.

"È importante che Milano abbia questo Giardino, un luogo fisico per ricordare e imparare. Questi percorsi didattici, al pari delle materie scolastiche, consentono ai bambini di conoscere la nostra storia e di acquisire gli strumenti per diventare, un giorno, cittadini più consapevoli", ha detto Francesco Cappelli, assessore all'Educazione e Istruzione del Comune di Milano.

"Il Giardino dei Giusti è un luogo di testimonianza e di memoria. Ma rappresenta, soprattutto, la volontà di non abbassare mai la guardia di fronte al pericolo che certe tragedie possano ripetersi. Una volontà e una scelta di libertà e rispetto dei diritti umani che unisce tutta la nostra città. Per questo è importante che diventi un luogo in grado di attrarre ed informare sempre più persone", ha dichiarato Basilio Rizzo, Presidente del Consiglio comunale di Milano.

L'architetto Stefano Valabrega, che firma il progetto per Gariwo, ha previsto la suddivisione in quattro aree, ognuna pensata per una specifica funzione. Accanto al Giardino del Dialogo e a quello della Meditazione, sorgerà un luogo dedicato alla memoria della città e un Auditorio in grado di ospitare il pubblico delle grandi manifestazioni, in particolare i giovani e gli studenti per l'annuale cerimonia di dedica dei nuovi alberi, il 6 marzo, in occasione della Giornata europea dei Giusti. L'obiettivo è quello di offrire alla città un perimetro vitale per la memoria del bene, sempre aperto e fruibile.

"Ho pensato di creare per Milano, soprattutto per i ragazzi - ha spiegato l'architetto Valabrega - uno spazio di partecipazione in cui coinvolgerli nella riflessione su temi e valori quali la solidarietà, la responsabilità personale e l'altruismo. I valori dei Giusti".
"Vogliamo realizzare questo importante progetto gravando il meno possibile sulle finanze pubbliche - ha spiegato Gabriele Nissim, Presidente di Gariwo - Per questo chiederemo ai milanesi, ai privati, alle imprese, di aiutarci a rendere ancora più bello il Giardino che la nostra città dedica ai Giusti, in vista di Expo 2015. Dopo la campagna per la Giornata europea dei Giusti, Milano sarà di nuovo protagonista e il progetto potrà essere proposto alle capitali di tutti i Paesi presenti all'Expo".

L'Associazione ha realizzato anche la nuova proposta didattica "I sentieri dei Giusti", composta da un gioco e un fumetto con tavole originali, che coprirà anche le attività previste per il prossimo anno scolastico. Con questa scatola gioco destinata alle scuole elementari e medie statali di Milano, l'Associazione completa la sua offerta didattica rivolta negli anni precedenti alle scuole superiori.

"Abbiamo deciso di raccogliere la sfida di trattare il tema dei genocidi anche nei primi anni di scuola. Attraverso il gioco e il fumetto potremo raccontare eventi drammatici senza urtare la sensibilità dei più piccoli, che accompagneremo nel mondo dei Giusti, invitandoli a piantare simbolicamente il loro albero", ha spiegato Emanuela Bellotti, insegnante della Commissione didattica di Gariwo e curatrice de "I sentieri dei Giusti".

venerdì 2 novembre 2012

La giornata dei defunti: la morte si sconfigge con il ricordo


passeggiata nel bosco dell'Alpe



Ogni anno, il due di novembre, ricordiamo  tutti i nostri morti, è una data che rispetto, anche se, per la verità, la ricorrenza assume spesso il sapore di un businness per i fiorai.
Le persone care che se ne sono andare sono sempre nel mio cuore, di  ognuno di loro ho ricordi belli e tristi, ma anche i ricordi tristi sono vita vissuta e della vita si prende tutto.
Non so che cosa ci sia dopo la morte, ma so che ognuno di loro trova il modo di starmi accanto nel mio quotidiano: un profumo, una canzone, un albero vestito d'autunno, il sole che inonda la mia casa, il buio della sera, la pioggia, il vento  e perfino un piatto particolare, mi riportano alla mente episodi e immagini della nostra vita insieme.
La persona che è più presente accanto a me è mio padre, a volte mi sembra perfino di intravederlo per strada con la sua giacca blu trapuntata e la sua testa bianca che spunta da sopra la cancellata del giardino e il cuore mi batte all'impazzata.. Papà mi segue costantemente e trova il modo di farsi presente, lo ha sempre fatto nei cinque anni trascorsi senza di lui, mi è stato accanto nelle scelte più dolorose, spesso mi ha indicato la via da seguire.
Io e lui avevamo un feeling particolare, mi diceva sempre: "Tu sei come me!" ,  non davo peso a questa sua affermazione, ma ora, dopo la sua morte e con il passare degli anni,  mi rendo conto che aveva proprio ragione.
Oggi è la giornata del ricordo, sono in montagna e il sole splende, i colori dell'autunno sono meravigliosi e i sentieri nei boschi sembrano parte di una favola, sono certa che papà  questa mattina  con me  mentre facevo la mia solita passeggiata, avevo nel cuore la sua gioia di vivere e il suo entusiasmo per la natura e una sentivo una grande voglia di abbracciarlo per condividere la mia gioia. In questi luoghi io e lui abbiamo trascorso vacanze incredibili, a me bambina ha insegnato ad andare nei boschi, a trovare le sorgenti, a camminare nel giusto modo per raggiungere una vetta e a fare i cestini per i ciclamini e i bastoni colorati, in questi luoghi forse avrebbe voluto tornare da vecchio, non è stato possibile accontentarlo, ma ora si, lui è tornato, è qui con me!

Una parola anche per mia madre: se ne è andata nel 2010 e a due anni di distanza io sento il bisogno di ricordarla con tenerezza e affetto, ma non ci riesco......... spero che con il tempo io riesca a  dimenticare.

martedì 28 ottobre 2008

BINARIO 21: una bellissima notizia

Oggi ho ricevuto la risposta alla lettera che avevo inviato al Sindaco Moratti (che scrive in copia anche a Marco Szulc Presidente dei Figli della Shoah) relativa al Museo della Shoah che sorgerà al binario 21. In Quella lettera chiedevo che nel museo fossero ricordati ed onorati anche tutti i deportati di religione non ebrea che dal quel Binario 21 partirono per essere internati nei campi di concentramento. La cosa ovviamente mi toccava da vicino, ma era e rimane una questione di giustizia e di condivisione di un dolore che non può essere solo di chi è ebreo.
Il Sindaco Moratti mi informa che nel Museo della Shoah che sorgerà al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano sarà onorata senza distinzioni la memoria di tutti i deportati milanesi vittime dei campi di concentramento.
Nella stessa lettera trovano spazio espressioni di stima per mio padre Ferdinando Valletti "benemerito cittadino milanese".
La notizia mi fa particolarmente piacere perchè ripara ad una iniziale brutta partenza di un progetto bellissimo che onora la nostra città. Ringrazio il Sindaco Moratti per il suo interessamento e tutti gli amici di Face Book che hanno condiviso la mia causa ideale.

LA STORIA DEL BINARIO 21
Nel progetto originale della Stazione Centrale di Milano erano previsti 20 binari per il servizio passeggeri. Più tardi, si decise di utilizzare anche i binari “corti” ai lati della grande volta di acciaio e vetro, e furono numerati fino al 24. Fino a quel momento, il binario 21 era nascosto nel ventre della stazione.
Il progettista Ulisse Stacchini aveva collocato un altro fascio di binari al di sotto di quello principale, destinandolo allo smistamento merci e postale: dopo aver caricato i vagoni, era possibile riportarli direttamente al piano dei binari passeggeri usando un ponte trasbordatore e poi un grosso montacarichi.
E ancora, al di sotto di questi binari un terzo livello accoglieva altri servizi, una vasca di raccolta idrica grande come un lago e un inceneritore per i rifiuti.
Il 30 gennaio 1944 seicento cittadini italiani di religione ebraica furono caricati su camion nel cortile del carcere di San Vittore. I camion raggiunsero via Ferrante Aporti, e il loro carico fu spinto nelle viscere buie della stazione, fra urla e latrati di cani. Le persone e i 40 bambini che erano fra di loro furono stipati su carri bestiame; i carri furono spostati con il ponte mobile e poi sollevati in superficie con l’ascensore.
Sette giorni dopo i vagoni venivano scaricati ad Auschwitz, e nel giro di poche ore cinquecento persone furono gasate e bruciate.
Il primo convoglio era partito carico di 250 deportati il 6 dicembre dell’anno prima, e altri ,con deportati di poilitici sarebbero partiti fino al maggio del 1944.
Oggi l’organizzazione Binario 21 vuole fare di quei sotterranei uno spazio per la memoria, e ha realizzato un film e una mostra per non dimenticare.
Il binario 21 è ancora lì, con lo stesso ponte e lo stesso ascensore e con lo stesso odore di morte, da domani accanto a quel luogo sorgerà un museo che ci aiuterà a ricordare.

binario21_01.jpgbinario21_02.jpgbinario21_03.jpgbinario21_04.jpgbinario21_05.jpg