venerdì 16 dicembre 2011

La manovra spiegata da Dostoevskij


La chiave dolorosa della manovra di Monti è ne l'Idiota di Dostoevskij. Il dolore maggiore, spiega lo scrittore, non è la sofferenza patita, ma "la certezza che tra un'ora, poi tra dieci minuti, poi fra mezzo minuto,poi ora,subito" arriverà la mazzata di Stato.
Il premier Mario Monti
Il premier Mario Monti
Ingrandisci immagine
"Questa certezza è spaventosa. Tu metti la testa sotto la mannaia, senti strisciare il ferro, e quel quarto di secondo è più atroce di qualunque agonia".
Per Dostoevskij il delitto legale è più spaventoso di quello d'un brigante. La legalità- spiega- toglie con certezza matematica spietata anche la speranza di salvarsi. Il dolore per l'annuncio dei sacrifici ha già fatto patire gli italiani. Dal punto di vista fiscale l'effetto è inesistente perché non c'è stato ancora alcun prelievo; ma dal punto di vista morale e psicologico, il danno è già compiuto ed è devastante. Gli italiani arriveranno a pagare la manovra quando saranno già stremati e disperati. Per pietà, finitela con questo stillicidio, non potete tenerci sul patibolo così a lungo. Da mesi proclamate l'imminenza delle nostre sofferenze. Senza averle subite, le abbiamo già patite.
La natura umana, seguita Dostoevskij, non "può sopportare un tal colpo senza perdere la ragione. Perché dunque questa pena mostruosa e inutile? No, no, è inumana la pena, è selvaggia e non può né deve essere lecito applicarla all'uomo". Dostoevskij si riferiva all'attesa dell'esecuzione capitale e alla sua esperienza di graziato in extremis. Qui non c'è condanna a morte, è vero, ma non c'è nemmeno speranza di essere graziati
Marcello Veneziani

Nessun commento:

Posta un commento