sabato 19 maggio 2012

Brindisi: strage di stato?

Riporto un post di Primo Antonio Berti, un amico che seguo spesso su F.B.

IL REGIME DEI GOLPISTI E DEI BANCHIERI SI FA PIU' PERICOLOSO,
REAGISCE CON IL CRIMINE E LA FEROCIA DI CHI SA CHE STA PER GIUNGERE LA SUA FINE.

TRAVOLTI DAL SOLITO DESTINO

Sono sporchi. Hanno paura. Reagiscono a tentoni come coloro che sono presi alla sprovvista da una situazione di rivolta morale che non avevano messo in conto. Sono pericolosi.
Prima ci hanno provato con le minacce e con le rabbiose dichiarazioni, convinti che per farci cagare sotto bastasse farci un semplice buu istituzionale. "Chi colpisce equitalia colpisce lo stato", apperò, bel colpo, geniale trovata per giustificare la repressione che si apprestano a mettere in campo. "Non esiste nessun boom dell'antipolitica" ma poi subito dopo "schiereremo l'esercito", e via via sproloquiando di vaneggiamento in vaneggiamento.

Poi si sono accorti che non se li è filati nessuno. La crisi, le tasse impossibili e la disperazione, hanno reso la gente più accorta e incazzata. Ed ecco che improvvisamente riappare il terrorismo. Pensa te. Prova d'autore, prova fallita, non ha beccato nessuno.
Allora hanno pensato che occorresse fare un salto di qualità, un atto eclatante che richiamasse tutti all'ordine. Tutti attorno allo stato "sotto attacco". Al loro stato perdio, mica quello vero, mica quello del popolo, ma allo stato delle caste e dei crimini costituzionali e finanziari da essi stessi legalizzati.

Mi sembra di sentirli: "Bisogna fare quadrato contro gli attacchi alla democrazia, Bisogna respingere fermamente chi vuole sovvertire lo stato", bla bla bla e poi ancora bla.
Detto fatto, ed ecco pronto il colpevole predestinato che va bene per tutte le stagioni e per tutte le salse, tanto mica ci si arriverà mai a capo: "E' stata la mafia", "E' un attacco inaudito della criminalità organizzata" e via dicendo. Riescono pure a convincere qualche allocco.

Gioco riuscito ? Si vedrà nei prossimi giorni. Si capirà da quanto se ne parlerà. Da quanto i giornalisti e le "tivì" di regime si perderanno in dibattiti su dibattiti, edizioni speciali, documentari con le solite musichette alla ballarò e dalla sfilata dei soliti personaggi inutili venduti al regime.

E intanto nessuno darà più voce ai disperati della crisi e a questa europa che sta saltando per aria. I suicidi della disperazione, le tasse incombenti, l'imu, il finanziamento ai partiti e lo spread, spariranno come d'incanto. Non esisteranno più. Nessun problema esisterà più. Solo la lotta delle caste politiche per salvare la loro re-pubblica attaccata dalla mafia. Con una sola parola d'ordine: "ricompattare lo stato" contro gli attacchi di una deriva populista che si permette di mettere in discussione questa vergognosa classe politica che si è appropriata dello stato infiltrandosi in ogni istituzione, struttura, ministero, regione, provincia, comune e chissà che altro.

No, non ci caschiamo più. La mafia si ammazza e si combatte al suo interno. La mafia per quanto criminale possa essere, non ha mai ammazzato il popolo e bombardato bambini a scuola. La mafia non ha bisogno di stragi inutili ed eclatanti che ne mettano in discussione la sua credibilità che, piaccia o no, riscuote in vaste zone del paese dove lo stato è assente perchè impegnato a correre dietro ai commercianti di cortina che si scordano di emettere uno scontrino.

A pensare male si sa, si commetterà pure peccato, ma come recita il detto, spesso ci si prende. E noi abbiamo imparato a pensare male sulla nostra pelle, mica per cattiveria.
E abbiamo anche imparato a guardare la luna e non il dito che la indica.
Ma pare che non lo abbiano proprio capito.
Peccato. Per loro.

primo antonio berti

1 commento: