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martedì 1 settembre 2015

Il nuovo cattolico non è praticante, perchè?

CREDENTE MA NON PRATICANTE, ECCO IL CATTOLICO DEI NOSTRI GIORNI



Diventa sempre più difficile oggi essere vicini ad un Clero inadeguato e scandaloso, ma la fede è un dono a cui non si rinuncia.

Sono moltissimi i cattolici che si discostano dalla Chiesa a causa del comportamento del Clero, lo fanno anche con una certa sofferenza, ma spesso è una scelta obbligata per non scendere a patti con la propria coscienza.
Da qualche anno i comportamenti sconvolgenti di prelati o anche di semplici preti sono sotto i nostri occhi e sono oggetto dell'attenzione della giustizia e della stampa. Dopo un primo momento di incredulità, tanti cattolici hanno cominciato a prendere le distanze da una Chiesa che non corrispondeva più al credo al quale si ispirava.
Certo i preti sono uomini e come tali si comportano, a volte senza alcun rispetto per l'abito che indossano, non tutti naturalmente, ma troppi, perchè  il ruolo  che il sacerdote ha sempre incarnato nella vita di tante famiglie non ne venisse intaccato. Il nostro  confessore, l'educatore religioso dei nostri figli, colui che impartisce il battesimo, la cresima e l'estrema unzione ai nostri cari, va perdendo ai nostri occhi di credenti  tutto il suo "prestigio" di ministro di Dio.
La crisi della Chiesa come istituzione è forte, come è forte il distacco dei credenti dalla Chiesa. I cattolici però continuano a comportarsi da cattolici anche se non frequentano la parrocchia assiduamente. Come a dire "io credo in Dio e mi rivolgo spesso a lui, ma lo faccio in ogni luogo, anche in una Chiesa deserta, dove posso stare in raccoglimento".  

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domenica 23 agosto 2015

VITTORIO CASAMONICA ESERCITAVA IL SUO POTERE SU POLITICI ED ECCLESIASTICI?

Non vedo, non sento, non parlo, ma sta di fatto che il funerale di Casamonica si è svolto con un rito tipicamente mafioso e tutti lo sapevano.

Le esequie in stile mafioso di Vittorio Casamonica pare abbiano indignato un po' tutti, dai politici alla Chiesa, tutti si sono affrettati a dire che non sapevano, che sono rimasti stupiti  e che non hanno potuto evitare tutto ciò che è successo. Domandiamoci allora che cosa è successo....
Vittorio Casamonica, 65 anni,  originario dell' Abruzzo ma Sinti di nascita, muore a 65 anni, è incensurato e a suo carico non ci sono procedimenti penali  in corso e  non è nemmeno attenzionato dalla Questura; l'origine del suo immenso patrimonio pare illecita, pare anche che la rete capillare della criminalità romana passi da casa sua, ma lui diceva sempre: "sono uno zingaro e vendo macchine".
In seguito a questa morte viene celebrato dai parenti in gramaglie un funerale assai pomposo, nello stile   mafioso/zingaresco  (capita così anche ai capi delle varie tribù nomadi quando muoiono e vengono onorati dalla loro gente): gigantografie con la foto del defunto sulle pareti della chiesa, una carrozza trainata dai cavalli con il pennacchio nero (pare fosse quella usata da Totò) che trasporta una bara bianca, la musica del Padrino diffusa a tutto volume  e un elicottero che inonda il piazzare della chiesa di petali di rosa.

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sabato 19 maggio 2012

Brindisi: strage di stato?

Riporto un post di Primo Antonio Berti, un amico che seguo spesso su F.B.

IL REGIME DEI GOLPISTI E DEI BANCHIERI SI FA PIU' PERICOLOSO,
REAGISCE CON IL CRIMINE E LA FEROCIA DI CHI SA CHE STA PER GIUNGERE LA SUA FINE.

TRAVOLTI DAL SOLITO DESTINO

Sono sporchi. Hanno paura. Reagiscono a tentoni come coloro che sono presi alla sprovvista da una situazione di rivolta morale che non avevano messo in conto. Sono pericolosi.
Prima ci hanno provato con le minacce e con le rabbiose dichiarazioni, convinti che per farci cagare sotto bastasse farci un semplice buu istituzionale. "Chi colpisce equitalia colpisce lo stato", apperò, bel colpo, geniale trovata per giustificare la repressione che si apprestano a mettere in campo. "Non esiste nessun boom dell'antipolitica" ma poi subito dopo "schiereremo l'esercito", e via via sproloquiando di vaneggiamento in vaneggiamento.

Poi si sono accorti che non se li è filati nessuno. La crisi, le tasse impossibili e la disperazione, hanno reso la gente più accorta e incazzata. Ed ecco che improvvisamente riappare il terrorismo. Pensa te. Prova d'autore, prova fallita, non ha beccato nessuno.
Allora hanno pensato che occorresse fare un salto di qualità, un atto eclatante che richiamasse tutti all'ordine. Tutti attorno allo stato "sotto attacco". Al loro stato perdio, mica quello vero, mica quello del popolo, ma allo stato delle caste e dei crimini costituzionali e finanziari da essi stessi legalizzati.

Mi sembra di sentirli: "Bisogna fare quadrato contro gli attacchi alla democrazia, Bisogna respingere fermamente chi vuole sovvertire lo stato", bla bla bla e poi ancora bla.
Detto fatto, ed ecco pronto il colpevole predestinato che va bene per tutte le stagioni e per tutte le salse, tanto mica ci si arriverà mai a capo: "E' stata la mafia", "E' un attacco inaudito della criminalità organizzata" e via dicendo. Riescono pure a convincere qualche allocco.

Gioco riuscito ? Si vedrà nei prossimi giorni. Si capirà da quanto se ne parlerà. Da quanto i giornalisti e le "tivì" di regime si perderanno in dibattiti su dibattiti, edizioni speciali, documentari con le solite musichette alla ballarò e dalla sfilata dei soliti personaggi inutili venduti al regime.

E intanto nessuno darà più voce ai disperati della crisi e a questa europa che sta saltando per aria. I suicidi della disperazione, le tasse incombenti, l'imu, il finanziamento ai partiti e lo spread, spariranno come d'incanto. Non esisteranno più. Nessun problema esisterà più. Solo la lotta delle caste politiche per salvare la loro re-pubblica attaccata dalla mafia. Con una sola parola d'ordine: "ricompattare lo stato" contro gli attacchi di una deriva populista che si permette di mettere in discussione questa vergognosa classe politica che si è appropriata dello stato infiltrandosi in ogni istituzione, struttura, ministero, regione, provincia, comune e chissà che altro.

No, non ci caschiamo più. La mafia si ammazza e si combatte al suo interno. La mafia per quanto criminale possa essere, non ha mai ammazzato il popolo e bombardato bambini a scuola. La mafia non ha bisogno di stragi inutili ed eclatanti che ne mettano in discussione la sua credibilità che, piaccia o no, riscuote in vaste zone del paese dove lo stato è assente perchè impegnato a correre dietro ai commercianti di cortina che si scordano di emettere uno scontrino.

A pensare male si sa, si commetterà pure peccato, ma come recita il detto, spesso ci si prende. E noi abbiamo imparato a pensare male sulla nostra pelle, mica per cattiveria.
E abbiamo anche imparato a guardare la luna e non il dito che la indica.
Ma pare che non lo abbiano proprio capito.
Peccato. Per loro.

primo antonio berti