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giovedì 19 dicembre 2019

Politica italiana tra follia e incapacità


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Parlare di politica in Italia potrebbe essere anche interessante se non si finisse poi per restarne mortificati davanti ad una situazione che rasenta la follia.

SARDINE
Non è stato difficile scoprire che dietro le fantomatiche sardine ci sono esponenti del PD come Prodi e addirittura DeBenedetti. Sono loro che tentano l'ultima carta per contrastare la Lega, anche se, come sempre non sono per nulla furbi.

Avrebbero potuto fare un movimento generico e non spinto da un sordo rancore nei confronti di Salvini (che più viene demonizzato e più guadagna consensi) magari dedicato ai al pifferaio magico e avrebbero avuto lo stesso riscontro, invece ora si sono sputtanati e sono già in fase calante.

Il PD non ha il coraggio di andare nelle piazze, i 5 Stelle nemmeno, entrambi sostengono che le Sardine sono un movimento molto interessante,  peccato che i sondaggi abbiano già ampiamente dimostrato che gli eventuali voti che raccoglieranno saranno proprio quelli di questi due partiti.

SALVINI A GIUDIZIO?
Domani assisteremo alla probabile messa in stato di accusa da parte del tribunale dei ministri di Matteo Salvini per un reato assolutamente idiota come quello di sequestro di persona ai danni dei profughi a bordo della Gregoretti, il fantomatico Di Maio voterà a favore di un processo per l'allora Ministro dell'Interno senza ricordare che anche lui era parte di quel governo.
L'ignoranza di questo personaggio in fatto di leggi (ma non solo) è tale che oggi ha auspicato che Salvini possa dimostrare la sua innocenza..... peccato che sia esattamente il contrario, sono i parlamentari che devono dimostrare la colpevolezza del Ministro.
Pazienza... vero è che se per caso Salvini dovesse essere rinviato a giudizio alle prossime elezioni avrà un risultato roboante, perchè la sinistra ne ha fatto un martire.

PAROLE SOLO PAROLE
Poi le televisioni di sinistra si domandano ossessivamente perchè i loro rappresentanti non riescano a risalire la china. Beati loro che pensano sempre che occorra essere tolleranti e buonisti, che bisogna accogliere il migrante, bisogna assolvere il delinquente purchè di colore, bisogna dare casa ai nomadi (ma se sono nomadi?), insomma pensano e fanno tutto ciò che è contro il sentire del popolo italiano che non è nè razzista, nè fascista, è solo dotato di buon senso e di amore per la nostra bella patria.

REFERENDUM TAGLIO PARLAMENTARI
Ieri hanno approvato il referendum per tagliare i parlamentari, ottima scelta, peccato che non riusciranno mai a farlo.
I parlamentari in aria di essere lasciati a casa con una diminuzione del numero degli eletti, preferiranno far cadere il governo subito, almeno con un numero di parlamentari invariato, avranno più possibilità di essere rieletti.





domenica 23 agosto 2015

VITTORIO CASAMONICA ESERCITAVA IL SUO POTERE SU POLITICI ED ECCLESIASTICI?

Non vedo, non sento, non parlo, ma sta di fatto che il funerale di Casamonica si è svolto con un rito tipicamente mafioso e tutti lo sapevano.

Le esequie in stile mafioso di Vittorio Casamonica pare abbiano indignato un po' tutti, dai politici alla Chiesa, tutti si sono affrettati a dire che non sapevano, che sono rimasti stupiti  e che non hanno potuto evitare tutto ciò che è successo. Domandiamoci allora che cosa è successo....
Vittorio Casamonica, 65 anni,  originario dell' Abruzzo ma Sinti di nascita, muore a 65 anni, è incensurato e a suo carico non ci sono procedimenti penali  in corso e  non è nemmeno attenzionato dalla Questura; l'origine del suo immenso patrimonio pare illecita, pare anche che la rete capillare della criminalità romana passi da casa sua, ma lui diceva sempre: "sono uno zingaro e vendo macchine".
In seguito a questa morte viene celebrato dai parenti in gramaglie un funerale assai pomposo, nello stile   mafioso/zingaresco  (capita così anche ai capi delle varie tribù nomadi quando muoiono e vengono onorati dalla loro gente): gigantografie con la foto del defunto sulle pareti della chiesa, una carrozza trainata dai cavalli con il pennacchio nero (pare fosse quella usata da Totò) che trasporta una bara bianca, la musica del Padrino diffusa a tutto volume  e un elicottero che inonda il piazzare della chiesa di petali di rosa.

CONTI NUA A LEGGERE


domenica 1 giugno 2014

"Farsi prossimo": una filosofia di vita

Convegno diocesano "Farsi prossimo": Duomo di Milano 15 novembre 1986, Centro congressi Milanofiori 21-23 novembre 1986



Sono passati molti anni da quel convegno che vedeva nella partecipazione attiva alla politica uno dei modi più alti del "farsi prossimo" di ogni cristiano, ho partecipato a quel convegno con molta emozione, ero presente nelle istituzioni e il mio impegno era sincero e la mia motivazione all'impegno era stata una presa di coscienza diretta della necessità di darsi da fare per migliorare la vita della gente della mia circoscrizione a Milano, per l'esattezza la circoscrizione 19.Sul palco del Teatro Lirico di Milano  aprii con altri colleghi consiglieri e con il Vicario Episcopale di Milano Mons. Marco Ferrari il convegno che poi per il proseguo dei lavori si trasferì ad Assago, ero emozionatissima ma certa che quella era la cosa da fare.
Il Cardinale Martini aveva preso a cuore l'impegno dei cristiani in politica e con quel convegno aveva istituito a Milano una sorta di scuola che conducesse all'impegno diretto di molti giovani nelle istituzioni a tutti i livelli, erano anni di grande speranza, erano anni in cui nessuno avrebbe potuto prevedere lo sfascio che solo pochi anni dopo avrebbe investito la politica e con essa le istituzioni.
Nel 1992, solo 6 anni dopo  la classe politica italiana venne spazzata via da Tangentopoli, da allora ad oggi anche la Chiesa è stata investita da molti scandali e l'Italia in questi anni sta toccando il fondo per quanto riguarda l'economia.
Dove sono finiti tutti quei giovani formati dalle scuole diocesane per la politica? Questa domanda rimane senza risposta e non per fare di tutta l'erba un fascio... esempi di coinvolgimento di cattolici, ad esempio di Comunione e Liberazione, in scandali più o meno gravi sono all'ordine del giorno.
Si dice anche che la magistratura abbia agito ad orologeria e nei confronti di alcuni partiti e non di altri, probabilmente è vero, ma questo non mi consola per nulla.
Dove può andare un Paese che perde fiducia nelle politica, nelle istituzioni, nella magistratura e nella Chiesa?
Ognuno di noi faccia leva sul suo personalissimo "farsi prossimo" che è valido in ogni campo e forse qualche cosa cambierà.... forse.

martedì 27 agosto 2013

Senza anima la politica fallirà

Che vuol dire spiritualismo politico? Vuol dire farsi guidare nelle scelte e nei comportamenti da una visione spirituale della vita. E opporsi a una concezione materialistica, utilitaristica, opportunistica della politica. In pratica a un arco pressocché onnicomprensivo della politica contemporanea, dalla sinistra di derivazione radicale e marxista allo scientismo e al liberismo, dal razzismo - che è materialismo biologico, anzi zoologico - al dominio planetario della tecnica e della finanza.

Ho ripensato allo spiritualismo politico leggendo un libro di Primo Siena, Incontri nella terra di mezzo. Profili del pensiero differente (Solfanelli, pagg. 215, euro 15). Siena è stato un intellettuale militante nella destra spiritualista del dopoguerra, dopo una giovanile esperienza nella Repubblica sociale. Lasciò l'Italia per andare a insegnare all'estero e da alcuni decenni vive in Sudamerica, a Santiago del Cile. La sua lunga lontananza dall'Italia ha salvaguardato (o ibernato, secondo i punti di vista) la sua concezione etica e spirituale fermandola agli anni della sua giovinezza. In questo libro, come in altri da lui scritti, Siena compone un breve atlante dello spiritualismo politico passando per Giovanni Gentile, Giovanni Papini, Julius Evola, Marino Gentile, Guido Manacorda, Attilio Mordini, Silvano Panunzio, Michele Federico Sciacca, Ferdinando Tirinnanzi, Emilio Bodrero, Vintila Horia, Russel Kirk, Romano Guardini, Charles Maurras, Carlo Alberto Disandro. Oltre questi autori, a cui dedica ampi profili, Siena richiama tra le sue pagine altri pensatori e scrittori come Armando Carlini, Padre Agostino Gemelli, Padre Raimondo Spiazzi, Carmelo Ottaviano, Domenico Giuliotti, Augusto del Noce, Umberto Padovani, Massimo Scaligero, Camillo Pellizzi, Vittorio Vettori, Antonino Pagliaro, Adolfo Oxilia e altri. E cita nell'ambito dello spiritualismo politico alcuni sodali di gioventù, da Giano Accame a Mario Marcolla, da Fausto Gianfranceschi a Roberto Melchionda, da Enzo Erra a Piero Buscaroli, da Pino Rauti a Franco Petronio, da Fausto Belfiori a Silvio Vitale, da Gino Agnese a Piero Vassallo, e altri ancora.

Il tratto comune di questo panorama in apparenza eterogeneo è appunto il primato della visione spirituale, non solo d'ispirazione cattolica. I riferimenti storici e ideali della visione politica di Siena, che negli anni cinquanta fondò e diresse la rivista Cantiere e poi curò con Gaetano Rasi la rivista Carattere, sono situati tra Josè Antonio Primo de Rivera e Corneliu Zelea Codreanu. Capi perdenti di uno spiritualismo eroico, morti sul campo per le loro idee. Non mancano i riferimenti politici al Msi, ma dei suoi leader politici Siena ne accenna solo di sfuggita, riservando solo a Nino Tripodi e Beppe Niccolai giudizi positivi. Questa corrente di pensiero, che solo in parte può definirsi come «cultura di destra», in realtà attraversa l'esperienza politica della destra neofascista ma non vi si identifica. E gli autori prima richiamati non possono certo ridursi a quel contesto politico o partitico. Ora, la corrente militante dello spiritualismo politico finisce, come è inevitabile, con la fine della loro esperienza storica. Ma le opere disseminate lungo il Novecento da autori e pensatori spiritualisti sono state rimosse e cancellate, come se non fossero mai esistite. Eppure costituiscono un tratto saliente della cultura italiana del secolo scorso. Lo spiritualismo, anzi, ha permeato il pensiero italiano assai più che il materialismo storico e il radicalismo, ma anche più dell'utilitarismo e del pragmatismo, del liberalismo e degli altri filoni di pensiero scientifici e strutturalisti, analitici ed esistenzialisti. E non solo: per un secolo almeno la scuola pubblica e l'università sono state permeate dall'umanesimo spiritualista. Missione dei docenti era educare i ragazzi a una concezione spiritualista ben riassunta nel dantesco «Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza». Non mancava l'abuso retorico e «nozionista» dello spiritualismo in versione scolastica che lo riduceva a manierismo e astrazione.

Siena definisce il filone spiritualista come pensiero differente o pensiero forte, in opposizione al predominante pensiero debole, conformista e nichilista. Lo spiritualismo politico è per lui permeato da un realismo metafisico e cristiano. La domanda che resta dopo la lettura del libro di Siena è se questo così ampio spiritualismo sia solo un reperto del passato, una traccia storica, affettiva e culturale di un pensiero ormai tramontato, legato ad un tempo ormai improponibile ed esaurito nella gran fiammata del novecento. O se invece non sia da consegnare a una passione antiquaria e nostalgica, ma possa essere ripensato oggi e riproposto domani, con nuovi percorsi e nuove linee di pensiero, nuovi autori e nuovi linguaggi. E la domanda si complica se si vuol dare una connotazione o una ricaduta politica a questa linea di pensiero che appare così inagibile prima che inattuale. Il dubbio finale è se si possa parlare oggi di spiritualismo, di visione spirituale della vita. Io credo di sì nonostante tutto, e il naufragio dei pensieri «corretti» e dei canoni ideologici che lo affossarono ne è ulteriore conferma. Anzi, si può arrivare a dire che una visione della vita o ha una sua matrice spirituale o visione non è. Ma l'impresa va tentata; nella peggiore delle ipotesi gioverà almeno allo spirito di chi la tenta, nella migliore lascerà qualche traccia in altre anime e produrrà qualche effetto nel pensiero e nella vita di una civiltà. E, comunque, se l'impresa è ardua e temeraria, è una ragione in più per tentarla. Il risveglio dello spirito nell'epoca degli automi.
da un articolo di Marcello Veneziani