Visualizzazione post con etichetta TANGENTOPOLI. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta TANGENTOPOLI. Mostra tutti i post

domenica 1 giugno 2014

"Farsi prossimo": una filosofia di vita

Convegno diocesano "Farsi prossimo": Duomo di Milano 15 novembre 1986, Centro congressi Milanofiori 21-23 novembre 1986



Sono passati molti anni da quel convegno che vedeva nella partecipazione attiva alla politica uno dei modi più alti del "farsi prossimo" di ogni cristiano, ho partecipato a quel convegno con molta emozione, ero presente nelle istituzioni e il mio impegno era sincero e la mia motivazione all'impegno era stata una presa di coscienza diretta della necessità di darsi da fare per migliorare la vita della gente della mia circoscrizione a Milano, per l'esattezza la circoscrizione 19.Sul palco del Teatro Lirico di Milano  aprii con altri colleghi consiglieri e con il Vicario Episcopale di Milano Mons. Marco Ferrari il convegno che poi per il proseguo dei lavori si trasferì ad Assago, ero emozionatissima ma certa che quella era la cosa da fare.
Il Cardinale Martini aveva preso a cuore l'impegno dei cristiani in politica e con quel convegno aveva istituito a Milano una sorta di scuola che conducesse all'impegno diretto di molti giovani nelle istituzioni a tutti i livelli, erano anni di grande speranza, erano anni in cui nessuno avrebbe potuto prevedere lo sfascio che solo pochi anni dopo avrebbe investito la politica e con essa le istituzioni.
Nel 1992, solo 6 anni dopo  la classe politica italiana venne spazzata via da Tangentopoli, da allora ad oggi anche la Chiesa è stata investita da molti scandali e l'Italia in questi anni sta toccando il fondo per quanto riguarda l'economia.
Dove sono finiti tutti quei giovani formati dalle scuole diocesane per la politica? Questa domanda rimane senza risposta e non per fare di tutta l'erba un fascio... esempi di coinvolgimento di cattolici, ad esempio di Comunione e Liberazione, in scandali più o meno gravi sono all'ordine del giorno.
Si dice anche che la magistratura abbia agito ad orologeria e nei confronti di alcuni partiti e non di altri, probabilmente è vero, ma questo non mi consola per nulla.
Dove può andare un Paese che perde fiducia nelle politica, nelle istituzioni, nella magistratura e nella Chiesa?
Ognuno di noi faccia leva sul suo personalissimo "farsi prossimo" che è valido in ogni campo e forse qualche cosa cambierà.... forse.

giovedì 9 maggio 2013

UN UOMO LASCIATO SOLO

Oggi si ricorda l'omicidio di Aldo Moro, trentacinque anni fa il suo cadavere venne ritrovato su una R4 parcheggiata a pochi metri dai palazzi del potere: il corpo avvolto in una coperta venne mostrato in diretta a milioni di telespettatori. Moro era rannicchiato su se stesso, le gambe spezzate per consentirgli di entrare nel bagagliaio della vettura, magrissimo e con la barba incolta,  assolutamente indifeso come indifesi sono i bambini quando si fa loro del male, il suo corpo era stato crivellato di colpi, La lunga prigionia lo aveva reso fragile, su quel volto quasi irriconoscibile, non vi era più nulla dello statista rapito qualche mese prima dalle Brigate Rosse.
Sul suo caso i politici dell'epoca avevano dimostrato tutta la loro inadeguatezza, una classe politica intera protesa all'autoconservazione aveva deciso di andare avanti anche senza di lui, personaggio scomodo. Dietro la frase  "Non tratteremo mai con le BR" si nascondeva tutta la loro ipocrisia, solo il PSI di Craxi sosteneva la necessità di salvare la vita a Moro e di farlo a qualsiasi costo, ma rimase inascoltato. 



In verità erano in molti a contrastare Moro e la sua politica protesa al compromesso storico con il PCI di Berlinger, tanto è vero che l'incontro problematico fra PCI e DC spingerà l'estrema sinistra a boicottare il PCI e porterà i terroristi delle Brigate Rosse a rapire (e in seguito a uccidere) Aldo Moro proprio nel giorno del primo dibattito sulla fiducia al nuovo governo Andreotti IV (16 marzo 1978).

Quindi Moro venne lasciato nelle mani delle BR che, dopo averlo interrogato per giorni e giorni durante i quali egli scrisse svariate lettere alla famiglia e ai dirigenti del suo partito, decisero di togliergli la vita e di farne trovare il corpo con questa drammatica telefonata


Ecco due delle lettere di Aldo Moro, si disquisì molto sulla loro veridicità, alla fine furono riconosciute come scritte di suo pugno:

A Zaccagnini  segretario della DC -  24 aprile 1978, aveva scritto:  

“Non creda la Dc di aver chiuso il suo problema, liquidando Moro. Io ci sarò ancora come un punto irrinunciabile di contestazione e di alternativa, per impedire che nella DC si faccia quello che se ne fa oggi. Per questa ragione, per un’evidente incompatibilità, chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorità dello Stato né uomini di partito. Chiedo di essere seguito dai pochi che mi hanno veramente voluto bene e sono degni perciò di accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore”

 Alla famiglia  

“Per il futuro, c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande di ricordi apparentemente insignificanti, in realtà preziosi. Uniti nel ricordo, vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi”. E rivolgendosi alla moglie scrive: “bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani”. Queste le ultime parole struggenti: “vorrei capire con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo, se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio sentimi sempre con te e tienimi stretto”


 A distanza di tanti anni, possiamo assolutamente dire che Aldo Moro fu lasciato solo, fu sacrificato ad una ragion di stato che oggi dimostra tutti i suoi limiti. I protagonisti di quell'epoca se ne sono andati, l'ultimo di loro, Giulio Andreotti è morto solo pochi giorni or sono. Questa classe politica  ci ha lasciato uno Stato migliore? Tangentopoli fu un bene per la Repubblica ? 
Interrogativi importanti a cui occorrerà rispondere con onestà intellettuale,  prima o poi...