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venerdì 15 febbraio 2013

L'era dei demoni, tra profezia e realtà

Da Fatima a Malachia, per tutti i grandi veggenti la rinuncia del capo della Chiesa avrebbe gettato il mondo nelle tenebre: "La città dei sette colli cadrà"

Le dimissioni del Papa, il meteorite, le profezie: l'era dei demoni
foto scattata da un giornalista dell'Ansa nel giorno della rinuncia del Papa

Un fulmine colpisce la cupola di San Pietro, mentre finisce il giorno in cui papa Benedetto XVI annuncia al mondo la propria decisione di dimettersi. Una foto immortala il fatto e diventa, rapidamente, l’immagine-simbolo dell’evento storico. E anche il simbolo di una diffusa sensazione di cataclismi incombenti. Perché le dimissioni papali ben si associano a interpretazioni apocalittiche per il futuro prossimo venturo. E quindi stanno fioccando le citazioni di profezie, visioni premonitrici, interpretazioni cabalistiche e complottistiche.

Vengono riesumate visioni terrificanti di un «Vescovo vestito di bianco», il Pontefice probabilmente, che arranca su un colle coperto di rovine e di cadaveri, su cui anche lui troverà la morte, così come si legge nelle descrizioni del terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine Maria ai tre pastorelli portoghesi nel 1917.

«Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue più grandi prove. Cardinali si opporranno a cardinali; vescovi a vescovi. Satana marcerà in mezzo alle loro file, e a Roma ci saranno cambiamenti». Questo si annuncia appunto nell’ultima profezia di Fatima e la cronaca di oggi può facilmente creare nessi con quanto sta succedendo tra le mura vaticane. Un leitmotiv ricorrente in occasione di decesso di un Pontefice - ma già adattato ad un Papa dimissionario - è quello attribuito a San Malachia e perciò definito profezia di Malachia. Un elenco di 112 motti che sarebbero attribuibili ad altrettanti pontefici a partire da Celestino II. Benedetto XVI era il 111°. Il prossimo, quindi, esaurirebbe la lista, Pietro Romano. Dopo, più niente: nell’interpretazione millenaristica della lista, il prossimo Pontefice sarebbe quindi l’ultimo prima del secondo ritorno di Cristo e della successiva fine del mondo.

Nella profezia di Malachia si legge dunque che l’ultimo Papa, Petrus Romano, siederà sul soglio pontificio nel corso dell’ultima persecuzione della Chiesa. Al termine del suo papato, «la città dai sette colli cadrà, e il giudice tremendo giudicherà il suo popolo». Il giorno del giudizio, insomma. Qualcuno parla già del prossimo pontefice come «il papa nero», che nella profezie di Nostradamus sarebbe l’ultimo prima dell’apocalisse. Ma attenzione: in nessuna centuria di Nostradamus si parla del papa nero. E non c’è alcun riferimento a tale profezia nella lista di San Malachia.

Quando poi è stato proprio un Pontefice ad avere visioni apocalittiche sul futuro della Chiesa non si può non rimanerne profondamente colpiti. Il 13 ottobre 1884 papa Leone XIII finì di celebrare la Santa Messa nella cappella vaticana. Poi restò immobile per almeno dieci minuti.

Ridestandosi da quel momento di immobilità, il Papa si precipitò verso il suo ufficio senza dare la minima spiegazione a chi era vicino a lui e che l’aveva visto divenire livido. Leone XIII compose immediatamente una preghiera a san Michele Arcangelo, dando istruzioni perché fosse recitata ovunque al termine di ogni Messa bassa. Successivamente il Papa darà la sua testimonianza raccontando (sinteticamente) di aver udito Satana e Gesù e di aver avuto una terrificante visione dell’inferno : «Ho visto la terra avvolta dalle tenebre e da un abisso, ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la stessa Chiesa che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve San Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo». Significativo che nel 1994, Papa Giovanni Paolo II abbia chiesto che questa preghiera tornasse ad essere recitata, affinché «la preghiera ci fortifichi per la battaglia spirituale... Papa Leone XIII  ha certamente avuto un vivo richiamo di questa scena quando ha introdotto in tutta la Chiesa una speciale preghiera a San Michele Arcangelo. Chiedo a tutti di non dimenticarla e di recitarla per ottenere aiuto nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo». Il nove febbraio scorso Mjriana, una delle veggenti di Medjugorie, si trovava per un incontro a Trieste. Nel parlare dei contenuti del nuovo messaggio che la Madonna le avrebbe riferito, c’è anche questa frase: «Figli miei, quello che ho iniziato a Fatima, terminerò a Medjugorje, il mio cuore trionferà... questo tempo, è un tempo di decisioni. Cari figli, anche oggi in modo particolare vi invito a pregare per i miei sacerdoti, per i miei diletti, a pregare per i Vescovi e per il Santo Padre. Pregate, cari figli, per i miei pastori, pregate più che mai».
Da "Libero"