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domenica 24 marzo 2013

Due Papi, tra storia e profezia

Oggi 23 marzo 2013 a Castel Gandolfo si sono fraternamente incontrati due Papi viventi, Papa emerito Benedetto XVI e Papa Francesco. Le immagini sono cariche di storia, i due Vescovi di Roma sono in perfetta concordia, si scambiano abbracci, pregano insieme e offrono l'impressione di una Chiesa rassicurante a tutto il mondo.



In realtà le dimissioni di Benedetto XVI hanno destabilizzato parecchie coscienze e, pur ampiamente motivate dallo stato di decadimento fisico di Papa Ratzinger, sono giunte dopo un periodo alquanto inquietante per la Chiesa, frastornata da scandali (Pedofilia, Ior, Vatileax) e dalle azioni del Corvo, identificato nel cameriere personale del Pontefice.
Benedetto XIV oggi avrà certamente provveduto ad informare il suo successore Francesco di tutte le notizie che potranno essergli utili per cambiare radicalmente il Vaticano, nonostante questo  e nonostante la figura illuminata di Padre Bergoglio, sono in molti a vedere negli accadimenti di questi ultimi mesi l'avverarsi di alcune profezie inquietanti.

Katharina Emmerick (monica agostiniana)  profetizzò, il 13 maggio 1820, un falsa chiesa con due papi: “Vidi anche il rapporto tra i due papi… Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa…”vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola…vidi una strana chiesa che veniva costruita là (a Roma). Non c’era niente di santo in essa. .. Ho visto ogni genere di persone, cose, dottrine ed opinioni…Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. … Vidi anche degli ebrei che si trovavano sotto il portico della chiesa…” Queste profezie di Catarina Emmeric combaciano con Francesco, il sesto papa della chiesa conciliare. Francesco è stato ordinato sacerdote nel 1969 e si può partire dal presupposto che sia sacerdote. La consacrazione episcopale della chiesa conciliare invece è un rito dubbioso, forse invalido come le consacrazioni anglicane. Dunque Francesco probabilmente non è neache vescovo. L’ostilità di Francesco verso la santa Messa tradizionale e l’abito ecclesiastico; la sua apertura ecumenica a musulmani, protestanti ed ebrei; il suo rifiuto dei tradizionalisti che grossolanamente identifica con i fondamentalisti; il suo concetto spiritualistico della chiesa “essenzialmente spirituale” che ricorda l’eresia dell’era pneumatica di Goacchino da Fiore; di conseguenza la riduzione dei sacramenti a meri “gesti del Signore che non sono prestazioni o territori di conquista di preti o vescovi”: tutto questo è predetto da Katharina Emmerick nella visione de “la strana e falsa chiesa con due papi”

San Malachia, vescovo di Armagh nel XII secolo, avrebbe redatto una lista di 112 brevi frasi in latino che alcuni ritengono una premonizione sulla fine del mondo. Convocato nel 1139 a Roma da Papa Innocenzo II, avrebbe avuto una visione di futuri papi. La lista fu pubblicata nel 1595 da uno storico benedettino, Arnold de Wyon. I 112 pontefici sarebbero raffigurati da un motto in latino, da papa Celestino II (1143-1144) fino alle fine dei tempi, anche se alcuni motti sono generici e anteriori alla comparsa della profezia stessa.Secondo questa profezia, Papa Benedetto XVI sarebbe il penultimo della lista e l'elenco si concluderebbe con un Papa descritto come "Petrus Romanus", il cui pontificato coinciderebbe con la distruzione della città eterna e la fine del mondo. Chi è "Petrus Romanus"? Tutti gli indizi portano al camerlengo, che guida la Chiesa in assenza del papa. L'attuale camerlengo è il cardinal Pietro Tarcisio Bertone, nato a Romano Canavese. Semplice coincidenza?
Ovviamente nessuno è in grado i avere certezze, solo il tempo darà delle risposte. Ciò che è certo e che occorre registrare è l'incontro storico di oggi, siamo chiamati a viverlo in diretta e a tenerlo a mente, se non altro per dire ai posteri, noi c'eravamo.


venerdì 15 febbraio 2013

L'era dei demoni, tra profezia e realtà

Da Fatima a Malachia, per tutti i grandi veggenti la rinuncia del capo della Chiesa avrebbe gettato il mondo nelle tenebre: "La città dei sette colli cadrà"

Le dimissioni del Papa, il meteorite, le profezie: l'era dei demoni
foto scattata da un giornalista dell'Ansa nel giorno della rinuncia del Papa

Un fulmine colpisce la cupola di San Pietro, mentre finisce il giorno in cui papa Benedetto XVI annuncia al mondo la propria decisione di dimettersi. Una foto immortala il fatto e diventa, rapidamente, l’immagine-simbolo dell’evento storico. E anche il simbolo di una diffusa sensazione di cataclismi incombenti. Perché le dimissioni papali ben si associano a interpretazioni apocalittiche per il futuro prossimo venturo. E quindi stanno fioccando le citazioni di profezie, visioni premonitrici, interpretazioni cabalistiche e complottistiche.

Vengono riesumate visioni terrificanti di un «Vescovo vestito di bianco», il Pontefice probabilmente, che arranca su un colle coperto di rovine e di cadaveri, su cui anche lui troverà la morte, così come si legge nelle descrizioni del terzo segreto di Fatima, rivelato dalla Vergine Maria ai tre pastorelli portoghesi nel 1917.

«Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue più grandi prove. Cardinali si opporranno a cardinali; vescovi a vescovi. Satana marcerà in mezzo alle loro file, e a Roma ci saranno cambiamenti». Questo si annuncia appunto nell’ultima profezia di Fatima e la cronaca di oggi può facilmente creare nessi con quanto sta succedendo tra le mura vaticane. Un leitmotiv ricorrente in occasione di decesso di un Pontefice - ma già adattato ad un Papa dimissionario - è quello attribuito a San Malachia e perciò definito profezia di Malachia. Un elenco di 112 motti che sarebbero attribuibili ad altrettanti pontefici a partire da Celestino II. Benedetto XVI era il 111°. Il prossimo, quindi, esaurirebbe la lista, Pietro Romano. Dopo, più niente: nell’interpretazione millenaristica della lista, il prossimo Pontefice sarebbe quindi l’ultimo prima del secondo ritorno di Cristo e della successiva fine del mondo.

Nella profezia di Malachia si legge dunque che l’ultimo Papa, Petrus Romano, siederà sul soglio pontificio nel corso dell’ultima persecuzione della Chiesa. Al termine del suo papato, «la città dai sette colli cadrà, e il giudice tremendo giudicherà il suo popolo». Il giorno del giudizio, insomma. Qualcuno parla già del prossimo pontefice come «il papa nero», che nella profezie di Nostradamus sarebbe l’ultimo prima dell’apocalisse. Ma attenzione: in nessuna centuria di Nostradamus si parla del papa nero. E non c’è alcun riferimento a tale profezia nella lista di San Malachia.

Quando poi è stato proprio un Pontefice ad avere visioni apocalittiche sul futuro della Chiesa non si può non rimanerne profondamente colpiti. Il 13 ottobre 1884 papa Leone XIII finì di celebrare la Santa Messa nella cappella vaticana. Poi restò immobile per almeno dieci minuti.

Ridestandosi da quel momento di immobilità, il Papa si precipitò verso il suo ufficio senza dare la minima spiegazione a chi era vicino a lui e che l’aveva visto divenire livido. Leone XIII compose immediatamente una preghiera a san Michele Arcangelo, dando istruzioni perché fosse recitata ovunque al termine di ogni Messa bassa. Successivamente il Papa darà la sua testimonianza raccontando (sinteticamente) di aver udito Satana e Gesù e di aver avuto una terrificante visione dell’inferno : «Ho visto la terra avvolta dalle tenebre e da un abisso, ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la stessa Chiesa che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve San Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo». Significativo che nel 1994, Papa Giovanni Paolo II abbia chiesto che questa preghiera tornasse ad essere recitata, affinché «la preghiera ci fortifichi per la battaglia spirituale... Papa Leone XIII  ha certamente avuto un vivo richiamo di questa scena quando ha introdotto in tutta la Chiesa una speciale preghiera a San Michele Arcangelo. Chiedo a tutti di non dimenticarla e di recitarla per ottenere aiuto nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo». Il nove febbraio scorso Mjriana, una delle veggenti di Medjugorie, si trovava per un incontro a Trieste. Nel parlare dei contenuti del nuovo messaggio che la Madonna le avrebbe riferito, c’è anche questa frase: «Figli miei, quello che ho iniziato a Fatima, terminerò a Medjugorje, il mio cuore trionferà... questo tempo, è un tempo di decisioni. Cari figli, anche oggi in modo particolare vi invito a pregare per i miei sacerdoti, per i miei diletti, a pregare per i Vescovi e per il Santo Padre. Pregate, cari figli, per i miei pastori, pregate più che mai».
Da "Libero"