Sono sul bus che porta alla Stazione Centrale ed è, come sempre, affollato. Alcune persone anziane sono in piedi, si reggono a malapena e stanno in equilibrio con in mano sacchetti traboccanti di spesa, in fondo all'autobus una bambina di sei o sette anni è seduta in modo scomposto e occupa da sola due posti. Anzi, tre, perché ha i piedi sul sedile di fronte.
La madre, non solo non dice nulla, ma la guarda estasiata. Nessuno le fa notare il comportamento ineducato della figlia. Mi sto avvicinando per intervenire ed ecco che un uomo di mezza età finalmente osa protestare, due signore lo assalgono, dicendo che: «È solo una bambina». A quel punto intervengo anch'io e parlo alla bimba, le spiego che le persone anziane non ce la fanno a rimanere in piedi, lei capisce, si alza e cede il posto sotto lo sguardo allibito della mamma. Forse alla bimba bisognava solo spiegarglielo prima, anzi certamente è così, una volta i nostri nonni era una delle prime cose che ci insegnavano quella di cedere il posto a sedere alle persone anziane.
L’episodio mette in luce almeno due cose che caratterizzano la nostra epoca: l'assoluta mancanza di attenzione verso il prossimo e di conseguenza una educazione sbagliata che viene trasmessa ai più giovani. La permissività, il consenso sempre e comunque verso le loro richieste fanno dei piccoli cittadini dei pessimi cittadini e delle persone con grossi limiti umani. In una società in cui la convivenza è necessaria occorre sottostare a delle regole.
NON PORRE REGOLE impedisce al piccolo di interiorizzare i confini tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, alimentando la maleducazione e un illusorio senso di onnipotenza. E allora a che età cominciare? Dai Primi anni di vita, tenendo conto dei limiti dell'età certamente, ma non sottraendosi mai alla fermezza.