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sabato 20 giugno 2015

CANI E BAMBINI, AMICI SPECIALI? SI MA.....

Da sempre sappiamo che i cani e i bambini vanno d'amore e d'accordo e che  i bimbi che hanno la fortuna di crescere con un cane in famiglia diventano più maturi, più responsabili, equilibrati e generosi, purtroppo recentemente abbiamo visto una realtà che ci preoccupa: due cani di grossa taglia hanno aggredito due bimbe del loro gruppo familiare provocandone addirittura la morte in una caso e ferite gravissime, nell'altro. Che cosa può essere accaduto a questi cani da sempre tranquilli compagni di gioco? Probabilmente nulla di grave dal punto di vista degli umani, ma veri e propri soprusi  dal punto di vista dei cani.
Ci sono delle regole ben precise che consentono ai nostri bimbi di giocare in tranquillità con i cani e queste regole devono essere assolutamente spiegate ai piccoli dai loro genitori senza dare nulla per scontato ed essendo ben consapevoli  che possedere un cane comporta delle responsabilità.
La prima di queste regole è senza dubbio il rispetto del cane da parte del bambino, specialmente se il bimbo arriva in  famiglia dopo di lui. Ci sono però altre regole da seguire perché tra cane e bambino si instauri una bella convivenza e un buon rapporto  e sono queste:
L'approccio tra cane e bambino deve essere lento e calmo, soprattutto se il cane è un cucciolotto. Bambino e cane non devono mai restare da soli, è compito dei genitori o comunque degli adulti, gestire la conoscenza tra due soggetti che vanno educati. 
Il bimbo che vuole giocare con il cane deve avvicinarsi lentamente e porre la sua manina sotto il naso del cane per fare in modo che lui senta "l'odore" del piccolo,mai allungare un braccio sopra la sua testa, il cane potrebbe pensare ad un tentativo di sottomissione.
Il piccolo non deve mai prendere il cane per la coda, la coda infatti è un elemento di comunicazione al quale il cane non vuole rinunciare e potrebbe ribellarsi.

mercoledì 28 settembre 2011

La mancanza di regole non aiuta a crescere

Sono sul bus che porta alla Stazione Centrale ed è, come sempre, affollato. Alcune persone anziane sono in piedi, si reggono a malapena e stanno in equilibrio con in mano sacchetti traboccanti di spesa, in fondo all'autobus una bambina di sei o sette anni è seduta in modo scomposto e occupa da sola due posti. Anzi, tre, perché ha i piedi sul sedile di fronte. La madre, non solo non dice nulla, ma la guarda estasiata. Nessuno le fa notare il comportamento ineducato della figlia. Mi sto avvicinando per intervenire ed ecco che un uomo di mezza età finalmente osa protestare, due signore lo assalgono, dicendo che: «È solo una bambina». A quel punto intervengo anch'io e parlo alla bimba, le spiego che le persone anziane non ce la fanno a rimanere in piedi, lei capisce, si alza e cede il posto sotto lo sguardo allibito della mamma. Forse alla bimba bisognava solo spiegarglielo prima, anzi certamente è così, una volta i nostri nonni era una delle prime cose che ci insegnavano quella di cedere il posto a sedere alle persone anziane. L’episodio mette in luce almeno due cose che caratterizzano la nostra epoca: l'assoluta mancanza di attenzione verso il prossimo e di conseguenza una educazione sbagliata che viene trasmessa ai più giovani. La permissività, il consenso sempre e comunque verso le loro richieste fanno dei piccoli cittadini dei pessimi cittadini e delle persone con grossi limiti umani. In una società in cui la convivenza è necessaria occorre sottostare a delle regole. NON PORRE REGOLE impedisce al piccolo di interiorizzare i confini tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, alimentando la maleducazione e un illusorio senso di onnipotenza. E allora a che età cominciare? Dai Primi anni di vita, tenendo conto dei limiti dell'età certamente, ma non sottraendosi mai alla fermezza.