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giovedì 26 marzo 2020

DEMOCRAZIA DA SALVAGUARDARE: l'appello di Marcello Pera e altri

Il virus non può sospendere la democrazia. L’appello di Pera & co
L'ex presidente del Senato Marcello Pera, ha lanciato un appello a Mattarella per non mettere in quarantena le istituzioni. Tra i firmatari Paolo Becchi, Carlo Andrea Bollino, Eugenio Capozzi, Luigi Curini, Gaetano Cavalieri, Ginevra Cerrina Feroni, Marco Gervasoni, Corrado Ocone, Antonio Pilati, Francesco Perfetti, Giulio Terzi, Aurelio Tommasetti, Giorgio Zauli
“Tutti a casa” è rimedio salutare secondo i medici, ma veleno per le istituzioni. La pandemia sconvolge le nostre vite, cambia i nostri comportamenti quotidiani, colpisce i nostri affetti più consolidati, mortifica persino la nostra umana pietà. Ma non può uccidere le istituzioni, non può mettere in quarantena la democrazia, non può sospendere la costituzione. Se è vero che siamo impegnati in una “guerra”, allora il Capo dello Stato, il Governo, il Parlamento devono essere i nostri avamposti. A loro sta la guida dell’esercito. E a loro sta dare quell’esempio di sacrificio, abnegazione, coraggio, determinazione, mobilitazione, che servono per vincere la guerra.
Il popolo italiano, responsabile e ammirevole, oggi è invece lasciato solo. Il Parlamento si riunisce a intermittenza; il Governo si convoca di notte e, sempre di notte, spiega mediante social media; il Presidente del consiglio limita diritti costituzionali tramite decreti poco discussi e frettolosamente convertiti; il conflitto tra Governo, Regioni ed Enti Locali sta raggiungendo livelli prima mai visti; e il Capo dello Stato è costretto ad assistere sgomento privo di poteri effettivi ad intervenire. Ci viene promesso l’aiuto dell’Unione europea, ma ci viene nascosta la verità delle intenzioni oblique. Di fatto, per lo spirito della nazione si ripete un altro 8 settembre: dalle case in cui sono rinchiusi, gli italiani vedono i loro comandanti che scappano.
È vero che, come fece osservare più volte e inascoltato il Presidente Cossiga, la nostra costituzione è carente riguardo alle situazioni di emergenza. Ma questo non giustifica la fuga. Avvertiamo il bisogno che il capo dello Stato, da tutti apprezzata e riconosciuta autorità morale oltre che costituzionale, si rivolga formalmente e solennemente alla nazione richiamando le istituzioni alle loro responsabilità e le forze politiche alla collaborazione; che il governo si confronti realmente col Parlamento e in primo luogo con le opposizioni; e che il Parlamento si riunisca ad oltranza per svolgere la sua funzione di controllo. Non può esserci una sospensione della democrazia. Se ci si rassegna oggi, si perde la libertà domani.

Marcello Pera, Paolo Becchi, Carlo Andrea Bollino, Eugenio Capozzi, Luigi Curini, Gaetano Cavalieri, Ginevra Cerrina Feroni, Marco Gervasoni, Corrado Ocone, Antonio Pilati, Francesco Perfetti, Giulio Terzi, Aurelio Tommasetti, Giorgio Zauli

domenica 26 giugno 2016

LA BELLA LEZIONE DEL POPOLO INGLESE

Ieri sera i primi sondaggi dicevano esattamente il contrario, sembrava che la maggioranza degli inglesi volesse rimanere nella UE, poi, uno dopo l’altro, sono arrivati i risultati delle periferie, delle campagne, di quelle zone del paese che maggiormente si trovano a dover fare i conti con un mercato del lavoro sempre più difficile, con la paura dell’immigrazione e la frustrazione di non riuscire a garantire un futuro dignitoso per i propri figli e allora è cambiato tutto.
Sono loro, i cittadini delle periferie, i fautori della vittoria del fronte Leave. Una classe popolare spaventata dal futuro, insoddisfatta dal proprio presente, che preferisce compiere un salto nel buio votando la Brexit e ha il coraggio di farlo.

Le dimissioni di Cameron

Appresi i risultati sono diventati definitivi,il premier Cameron, in un discorso pubblico ha ringraziato gli inglesi per il loro impegno nel voto e ha annunciato le sue dimissioni poichè lui sosteneva ufficialmente l'opzione che vedeva l'Inghilterra parte dell'Unione Europea.
La reazione stizzita dei notabili europei, soprattutto della Germania, che fino a qualche giorno prima aveva cercato di dissuadere gli inglesi dal lasciare l'Unione, ha reso l'idea di quanta delusione abbiano provato. Dai vertici europei è arrivata immediatamente una sollecitazione all'Inghilterra ad accelerare i tempi per iniziare l'iter per abbandonare le istituzioni europee, ma gli inglesi hanno ribadito di non avere alcuna fretta.

domenica 20 aprile 2008

Verso il voto

Oggi ho ascoltato il discorso programmatico di Walter Veltroni ed ho pensato che probabilmente avrà disorientato il popolo DS. Era molto più di destra di quelli che di solito sento fare ai leader del Popolo della Libertà. I partiti piccoli hanno deciso di andare da soli, ne sono felicissima. Se Veltroni ha un merito è quello di aver dato il via a questa importante rivoluzione politica. Finalmente sono finiti i ricatti di chi con pochi consensi vuole contare molto e decidere per tutti.
Mi auguro che si volti veramente pagina, certo non voterò per il PD, ma riconosco che il fatto che ci sia è importante. Quando arriveremo a poter scegliere non ideologicamente ma solo in base a quello che il partito che ha governato ha fatto o non ha fatto, avremo raggiunto un importante risultato per la nostra democrazia.