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mercoledì 23 aprile 2008

Uno stipendio alle mamme?

Noi mariti e padri di famiglia ce ne rendiamo conto quando la signora, per qualche motivo, si assenta. Al momento del passaggio delle consegne ostentiamo sicurezza: ci penso io, non c’è bisogno di prendere appunti, ho tutto qui, diciamo appoggiando un dito a una tempia: il pane e il latte, il figlio x è da andare a prendere alle 12,40, il figlio y invece esce a metà pomeriggio e devo portarlo alla festa della sua compagna che compie gli anni, poi c’è la piscina mentre l’altro è a pallavolo, far fare i compiti, la lavastoviglie parte con due scatti a sinistra. È al ritorno della moglie che prendiamo atto della Caporetto: i letti non fatti, la spazzatura ancora da vuotare, i bambini si sono scannati fino a dieci minuti fa e noi siamo in uno stato pre-comatoso, meno male che domani si va a lavorare.
Basterebbe avere in mente tutto questo per approvare all’unanimità la proposta che un gruppo di studio vicino al partito conservatore inglese ha lanciato in questi giorni: dare uno stipendio alle mamme. Negli anni Settanta, alla prima alzata di scudi contro i mariti, le casalinghe presentarono una piattaforma in linea con la Triplice dei tempi d’oro. Abbiamo diritto ad almeno quattro stipendi, reclamavano: uno come baby sitter, uno come cuoca, uno come donna delle pulizie, uno come amministratrice. In Inghilterra ne propongono uno, pagato dallo Stato, e sarebbe già un eccellente passo avanti.
Lasciamo perdere il discorso su che cosa sia meglio per una donna, se fare la mamma o andare a lavorare. Perderemmo del tempo perché la proposta inglese riguarda solo le donne che - potendo scegliere - resterebbero a casa. Sono, tra l’altro, la maggioranza, come dimostra il sondaggio commissionato per l’occasione. E dunque. Il mestiere della mamma è duro, ed è anche un servizio alla società, perfino una fonte di risparmio per la collettività: meno asili, meno scuola al pomeriggio e così via. Perché non si dovrebbero sostenere le mamme?
Da parte nostra abbiamo qualche perplessità sulla formula inglese, cioè sullo stipendio di Stato. Ci pare che per aiutare le famiglie, per fare in modo che più donne possano permettersi (se vogliono) di restare a casa, ci sia una strada più immediata e più semplice: cambiare il sistema fiscale, a parità di reddito chi ha figli da mantenere deve pagare meno di chi non ne ha. È questa, tra l’altro, la proposta contenuta nella petizione organizzata dal Forum delle associazioni familiari. Ci sembra intelligente e più che equa: la giriamo a chi presto governerà e (si spera) riconoscerà finalmente il ruolo che la famiglia svolge in questo, come in ogni, Paese
da IL GIORNALE - M. Brambilla