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giovedì 24 giugno 2010

Oggi si celebra il centenario dell'ALFA ROMEO:cari Alfisti, in alto i cuori!

L'Alfa Romeo fa parte della storia della mia famiglia.
Cento anni or sono, accanto all'ing. Romeo, fondatore della storcia fabbrica milanese, c'era un valente tecnico Amedeo Liva, mio nonno materno, in seguito all'Alfa lavorano i miei zii, i miei genitori, io e mio marito.
Ricordo con che grande emozione affrontai il mio primo giorno di lavoro .. ero stata assegnata alla Programmazione con il Dott. Fusi, avevo 17 anni e quello era il mio primo impiego. Anche mio padre lavorava in Alfa, era dirigente del settore logistico e spesso andavamo e al lavoro insieme. Dopo qualche tempo di dura gavetta, passai alla Qualità: un ufficio nuovo che aveva il compito di verificare la qualità delle vetture, io ero la segretaria dell' Ing. D'Auria. Ricordo che non esistevano orari, se c'era da omologare un particolare o un motore si rimaneva tutti in reparto ad oltranza, ma era tanta la passione per quello che facevamo che a nessuno sarebbe venuto in mente di andarsene a casa.I miei colleghi erano straordinari, tutti ragazzi giovani come me provenienti da diverse parti d'Italia, il clima che si era creato era di grande amicizia e collaborazione. Nella nostra "riservatissima" officina si testavano anche i prototipi, i collaudatori con le auto camuffate si cimentavano nelle prove di resistenza al gelo o al caldo percorrendo ininterrottamente 100.000 km nei luoghi più disparati. Di quel periodo ricordo una prova di guida sui tornanti che portano a Superga, eravamo li per il salone dell'auto di Torino: credo di non aver mai provato una emozione così bella. Mi capitava spesso di incontrare vecchi lavoratori che avevano conosciuto mio nonno e che mi parlavano di lui con molta stima.. la prima volta che accadde mi emozionai moltissimo e mi sentii importante, molto importante. Rimasi in Alfa per dieci anni, poi arrivò il mio primo figlio e per un po' di tempo feci la mamma. Nel frattempo mio marito era approdato al Portello nel settore Acquisti e così la fabbrica continuava a rimanere nella nostra vita. Poi la "nostra" Alfa venne regalata alla Fiat e tutto il bagaglio di esperienza e di qualità che l'avevano resa grande nel mondo, venne disperso.
Sono passati tanti anni e la mia vita ha preso altre direzioni, ma non ho mai dimenticato quel periodo fantastico, quel sentirsi parte di qualche cosa di grande, qualche cosa di cui andare fiera.

Domani per noi Alfisti si celebra una data importante. Forse avrò l'occasione di incontrare qualche mio ex collega o forse no, ma vorrei cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno condiviso con me questa straordinaria avventura
Manuela Valletti