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venerdì 9 maggio 2008

UNA PREGHIERA PER SILVIO

Il governo c'è e dalla prossima settimana sarà operativo. Se alla sinistra non piace è segno che Berlusconi ha lavorato non solo in fretta ma anche bene. Non penso si tratti di ministero d'alto profilo. Forse è una fortuna. Troppi galli nello stesso pollaio fanno danni. In questo caso ci sono tre o quattro persone molto autorevoli e di grande personalità nei posti chiave; per il resto il gruppo è costituito da giovani di belle speranze e da mediani ai quali auguriamo di non montarsi la testa e di ricoprire con umiltà il ruolo di faticatori. A fare gol provvederà il Cavaliere. L'importante è che la squadra sia compatta e non disperda energie in polemiche stucchevoli. Qualcuno sostiene che la scelta dei ministri sia stata condizionata dai partiti. Vero. Vero e ovvio. Dato che il sistema democratico rappresentativo non può non reggersi sui partiti, i quali pertanto contano. Meno che in passato ma contano ancora. Ne sa qualcosa il premier che ha trascorso una settimana intera a dannarsi l'anima per trovare il modo di accontentare i pretendenti al "trono", che sono sempre troppi rispetto alla disponibilità dei posti. Gli uomini e le donne non cambiano mai: dicono di non puntare alla poltrona, in realtà non mirano ad altro. Il potere e i suoi simboli fanno gola anche agli inappetenti e alle anoressiche, figuriamoci ai politici. Nonostante Silvio si sia impegnato col bilancino per distribuire equamente gioielli e patacche, c'è chi è rimasto escluso e, vivendo la cosa come un'ingiustizia, mugugna. Pazienza, avrà tempo per rassegnarsi o per maturare nuove ambizioni a cui essere all'altezza. Qualche osservatore, in parte anche noi, è stato tratto in inganno dall'assenza (nel listone dei promossi) di Michela Vittoria Brambilla, e si è affrettato a dire incautamente: la ragazza è stata trombata. Trombata un corno. La Rossa di Calolziocorte, a differenza di tanti suoi colleghi, bada al sodo esattamente come il premier ed è lieta di avere per ora rinunciato (...) (...) al titolo di ministro, ma di essersi accaparrata le deleghe della Sanità che oggi non è un dicastero. Lo diventerà a settembre. E comunque - dicastero o no nella sostanza è uno dei gangli vitali del governo e sta a cuore a chiunque, considerato che la salute non è di destra né di sinistra. Dalla gestione della Sanità dipenderà almeno al 50 per cento il successo o il fallimento di Berlusconi. E lui ne è consapevole. Ecco perché ha scelto un personaggio di assoluta fiducia: la Brambilla. Della quale si potrà dire tutto tranne che non sia affidabile. Non è tipo da risparmiarsi o da scendere a compromessi. A proposito di successo e fallimento, aggiungerei che il Cavaliere ha davanti a sé una montagna di problemi. Non si pretende li risolva tutti e subito. Da 40 anni l'Italia o non è governata o è governata da cani e le grane si sono stratificate. Eppure qualcosa mi dice che questa è la volta buona: lui ce la farà. A una condizione: non dimentichi di demolire le vetuste impalcature burocratiche che immobilizzano il Paese e lo dissanguano con costi assurdi e infruttiferi; né dimentichi di abolire la quantità sterminata di privilegi ingiustificati di cui gode senza meriti la Casta. Già. La Casta. Che è anche il titolo di un best seller scritto per Rizzoli da due giornalisti di spessore, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, entrambi del Corriere della Sera, da cui abbiamo tratto gli spunti per rammentare a Silvio dove è urgente affondare il bisturi. L'elenco delle bestialità collezionate dal Palazzo è lungo: noi forniamo in sintesi quelle macroscopiche nella speranza sia arrivato il presidente capace di spazzare via, oltre ai rifiuti di Napoli, anche le macerie del malgoverno. Ciò è indispensabile per recuperare risorse e investirle in opere (specialmente servizi) di pubblica utilità. Certamente occorre coraggio. Ma Berlusconi ne ha abbastanza. O lo tira fuori o sarà un disastro. Prima di chiudere, un particolare: ogni decisione suscita dissensi. Al momento. I consensi vengono dopo. All'Italia non serve un medico pietoso, ma uno che la guarisca e non ascolti i suoi lamenti. Quando si sarà rialzata, ringrazierà.
FONTE : LIBERO