Visualizzazione post con etichetta governo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta governo. Mostra tutti i post

giovedì 26 marzo 2020

Alla fine il Governo dovrà rendere conto agli Italiani

In questi giorni tristi noi giornalisti non dovremmo far polemiche, dovremmo solo riportare le notizie, almeno questo e ciò che ci viene consigliato.
Non credo che il dovere della stampa sia quello di blandire il potere, chi vi scrive non lo ha mai fatto e non lo farà nemmeno ora. Ho delle cose da dire e voglio scriverle nonostante il momento grave, nonostante i morti, anzi proprio per onorare gli italiani morti per il covid 19.
Forse comportamenti più consoni e meno superficiali, avrebbero mitigato questa carneficina, ma provo a dire ciò che ho trovato veramente inadeguato in tutta questa vicenda.
In momenti di grave pericolo sanitario per la Nazione:
non è consentito legiferare tramite DPCM (se non per una volta e non per sei) e usare questo mezzo assai fragile e divulgato via Social, per togliere agli italiani qualsiasi libertà personale.
non è consentito affrontare l’epidemia in modo inadeguato prima proclamando giustamente lo stato di emergenza sanitaria nazionale di 6 mesi – dal 31 gennaio al 31 luglio- (al fine di poter disporre di fondi e di poteri straordinari per affrontarla) e subito dopo ignorare la sua esistenza dicendo al popolo italiano che “il coronavirus è solo una influenza un po’ forte” e al mondo, che “l’Italia è un paese sicuro dove venire in vacanza in qualsiasi momento. 
non è consentito che politici vicini al governo, lancino subito dopo la proclamazione dell’emergenza, slogan come “Milano non si chiude” e organizzino “aperitivi sui Navigli” incrementando in tal modo, il numero dei contagi in maniera sconsiderata.
non è consentito, ignorare (essendo in atto una emergenza nazionale) lo stato dell’arte dei nostri ospedali chiamati ad affrontare l’ondata epidemica ed evitare nello stesso tempo di approvvigionare immediatamente tutti gli strumenti per fare fronte all’epidemia, come ad esempio tamponi, mascherine, camici, respiratori, letti per terapia intensiva, bombole di ossigeno e via dicendo
non è consentito mettere in dubbio le esigenze delle Regioni che per prime hanno fatto fronte alla situazione che si è venuta a creare e, invece di facilitare il loro compito, frapporre problemi burocratici per gli approvvigionamenti di materiale medico e per la realizzazione del nuovo ospedale di Regione Lombardia al Portello di Milano.
non è consentito promettere rinforzi economici a tutti gli aventi diritto e non dare materialmente nulla a nessuno, rimandando l’elargizione dei fondi, di decreto in decreto. Gli italiani hanno bisogno di soldi perchè non lavorano e le famiglie sono senza sostentamento.
Ci sarebbe altro da dire, ma voglio porre l’accento solo sulla poca sensibilità del Premier Conte e del Presidente Mattarella che mai una volta hanno celebrato, anche solo con una parola buona, la morte di 7 mila italiani per i quali non si sono potuti nemmeno celebrare i funerali.
Il Presidente Conte dovrebbe prendere atto che l’Italia non è “la prima al mondo per come ha affrontato l’epidemia”, ma solo per il numero dei morti. Forse ci sarà qualche Nazione che farà peggio, ma questo non deve renderci orgogliosi.
Credo anche che se gli italiani non avessero avuto dalla loro parte i Presidenti di tutte le Regioni che si sono adoperati in maniera veramente encomiabile per far fronte a questa terribile emergenza, i morti sarebbero molti, ma molti di più.
Quando sarà tutto finito e avremo contato i morti, qualcuno dovrà assumersi le sue responsabilità, perchè sarà il popolo italiano a chiedergliene conto.
Manuela Valletti

giovedì 2 gennaio 2020

IL 2020 SARA' UN ANNO DI SVOLTA?



Se ci guardiamo alle spalle solo per un attimo, scorgiamo l’anno 2000, ricordate quante aspettative avevamo per il nuovo millennio? Da allora sono trascorsi 20 anni, durante i quali le nostre aspettative sono state praticamente distrutte.
Le preoccupazioni che ci affliggono riguardano il futuro del nostro Paese, l’Unione Europea ma anche una società che pare assopita, impegnata solo a sopravvivere nell’attesa che qualche cosa cambi.
Stenderei un velo pietoso su chi ha guidato i governi della nostra repubblica in questo ventennio. Sempre per “il bene dell’Italia” sono state fatte le peggiori nefandezze istituzionali, solo una direttiva comune è stata portata avanti con tenacia maniacale, quella di aumentare sempre e comunque le tasse. Lo hanno fatto tutti i governi che si sono allegramente susseguiti, voluti dai Presidenti della repubblica o dai partiti, ma raramente votati dai cittadini.
Le tasse che vengono imposte agli italiani superano il 60%, ma non è sempre facile calcolarle perchè sono occultate in una serie di balzelli che alla fine dell’anno, alla resa dei conti, contribuiscono a far raggiungere dal nostro paese, questo record negativo.
Il “governo del cambiamento” votato dal popolo e formato da 5 Stelle e Lega, pareva dover migliorare la situazione, ma l’intransigenza dei 5 Stelle su alcune promesse fatte in campagna elettorale e l’abbandono del governo da parte della Lega per “manifesta impossibilità di governare”, hanno fatto si che tutto si sia ridotto ad un sogno svanito nel nulla, sogno che poi ha provveduto il PD, con cui i 5 Stelle hanno sostituito la Lega, a cancellare con un colpo di spugna.
Gli Italiani aspettano (scontenti ma immobili) che li facciano votare di nuovo, perchè non sembra normale che Giuseppe Conte (mai votato dal popolo) si sia trovato a guidare con la massima indifferenza prima il governo giallo-verde e ora quello giallo-rosso. Però occorre dire che in Italia la normalità è un optional, si troverà sempre una norma, un codicillo o una postilla che ratificherà “a norma di legge” le peggiori decisioni.
Nel frattempo le navi cariche di migranti hanno ripreso ad attraccare nei nostri porti, il lavoro non cresce, i giovani vanno all’estero in cerca di fortuna, i ponti crollano, l’equilibrio idro-geologico è saltato proprio come qualsiasi altro equilibrio di questo povero paese. Due questioni sembrano essere impellenti: l’ILVA e l’Alitalia, ma non se ne parla più.
Il gioco delle parti ha fatto in modo che la trattativa per l’Ilva sia andata a morire e le carte bollate a cui si è ricorso, non fanno presagire nulla di buono per ben 8mila lavoratori. Per Alitalia invece pure, le perdite che ha accumulato la nostra compagnia di bandiera sono ingenti, ma il governo non intende cederla e prende tempo,facendole aumentare vistosamente i debiti.
E’ con questo spirito che gli italiani affrontano il 2020, attenderanno ancora pazientemente che Mattarella li mandi al voto o consapevoli che ognuno è artefice del proprio destino, prenderanno una qualsiasi iniziativa per uscire dal tunnel?
Manuela Valletti

domenica 17 novembre 2013

PDL, sarà vera scissione?

Il "fattaccio" è avvenuto ieri, ma sono mesi che le acque non sono tranquille nel PDL. Il Consiglio Nazionale  ha sancito la morte del Pdl e la  nascita di Forza Italia e il gruppo dei Governativi di Alfano ha decretato la nascita di Nuovo Centro Destra creando di fatto una rottura "insanabile" tra loro e il gruppo guidato da Silvio Berlusconi. Ma sarà una scissione vera?
Non può essere sfuggito a nessuno il modo soft con cui sono stati trattati i dissidenti da Berlusconi, che dal palco ha invitato le truppe di Forza Italia a non attaccare i "traditori". Dal canto suo Alfano non è stato da meno e in conferenza stampa con i giornali esteri, ha ribadito il suo affetto immutato per il cavaliere e la collocazione nel centro destra della sua nuova forza politica.
Parrebbe una mossa del tipo "lottare separati per colpire insieme" e se fosse così sarebbe davvero una grande astuzia politica e probabilmente raggiungerebbe lo scopo. Alfano al governo per non lasciare il Paese nelle mani del PD e Berlusconi fuori e con le mani libere per fare una bella campagna elettorale.
Non è escluso che lo stesso escamotage venga usato dal PD con Letta e Renzi, insomma i "presi per il naso" se fosse davvero così,  sarebbero sempre e solo  gli Italiani.

martedì 25 ottobre 2011

Le pensioni e la crisi di governo

Voglio fare una considerazione sulla attuale situazione politica: ma è mai possibile che nessuno sia disposto PER IL BENE DEL PAESE a dare una mano al governo o a quello che resta di esso? Mi permetto di suggerire una via al Premier: porti in aula la riforma delle pensioni e la sottoponga al voto del Parlamento così vedremo in faccia chi ha il coraggio di votare contro sapendo quello che costerebbe al nostro Paese.
E' il momento di battere i pugni sul tavolo  caro Presidente e vedremo allora  se i soliti noti, quelli che si riempiono la bocca con la parola responsabilità, senso dello Stato, per il bene dell'Italia... voteranno la riforma o se, accampando mille scuse, tutte risibili, faranno cadere il Governo
Coraggio Presidente, imbocchi la via maestra che è sempre la migliore e poi lasci!

venerdì 9 maggio 2008

UNA PREGHIERA PER SILVIO

Il governo c'è e dalla prossima settimana sarà operativo. Se alla sinistra non piace è segno che Berlusconi ha lavorato non solo in fretta ma anche bene. Non penso si tratti di ministero d'alto profilo. Forse è una fortuna. Troppi galli nello stesso pollaio fanno danni. In questo caso ci sono tre o quattro persone molto autorevoli e di grande personalità nei posti chiave; per il resto il gruppo è costituito da giovani di belle speranze e da mediani ai quali auguriamo di non montarsi la testa e di ricoprire con umiltà il ruolo di faticatori. A fare gol provvederà il Cavaliere. L'importante è che la squadra sia compatta e non disperda energie in polemiche stucchevoli. Qualcuno sostiene che la scelta dei ministri sia stata condizionata dai partiti. Vero. Vero e ovvio. Dato che il sistema democratico rappresentativo non può non reggersi sui partiti, i quali pertanto contano. Meno che in passato ma contano ancora. Ne sa qualcosa il premier che ha trascorso una settimana intera a dannarsi l'anima per trovare il modo di accontentare i pretendenti al "trono", che sono sempre troppi rispetto alla disponibilità dei posti. Gli uomini e le donne non cambiano mai: dicono di non puntare alla poltrona, in realtà non mirano ad altro. Il potere e i suoi simboli fanno gola anche agli inappetenti e alle anoressiche, figuriamoci ai politici. Nonostante Silvio si sia impegnato col bilancino per distribuire equamente gioielli e patacche, c'è chi è rimasto escluso e, vivendo la cosa come un'ingiustizia, mugugna. Pazienza, avrà tempo per rassegnarsi o per maturare nuove ambizioni a cui essere all'altezza. Qualche osservatore, in parte anche noi, è stato tratto in inganno dall'assenza (nel listone dei promossi) di Michela Vittoria Brambilla, e si è affrettato a dire incautamente: la ragazza è stata trombata. Trombata un corno. La Rossa di Calolziocorte, a differenza di tanti suoi colleghi, bada al sodo esattamente come il premier ed è lieta di avere per ora rinunciato (...) (...) al titolo di ministro, ma di essersi accaparrata le deleghe della Sanità che oggi non è un dicastero. Lo diventerà a settembre. E comunque - dicastero o no nella sostanza è uno dei gangli vitali del governo e sta a cuore a chiunque, considerato che la salute non è di destra né di sinistra. Dalla gestione della Sanità dipenderà almeno al 50 per cento il successo o il fallimento di Berlusconi. E lui ne è consapevole. Ecco perché ha scelto un personaggio di assoluta fiducia: la Brambilla. Della quale si potrà dire tutto tranne che non sia affidabile. Non è tipo da risparmiarsi o da scendere a compromessi. A proposito di successo e fallimento, aggiungerei che il Cavaliere ha davanti a sé una montagna di problemi. Non si pretende li risolva tutti e subito. Da 40 anni l'Italia o non è governata o è governata da cani e le grane si sono stratificate. Eppure qualcosa mi dice che questa è la volta buona: lui ce la farà. A una condizione: non dimentichi di demolire le vetuste impalcature burocratiche che immobilizzano il Paese e lo dissanguano con costi assurdi e infruttiferi; né dimentichi di abolire la quantità sterminata di privilegi ingiustificati di cui gode senza meriti la Casta. Già. La Casta. Che è anche il titolo di un best seller scritto per Rizzoli da due giornalisti di spessore, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, entrambi del Corriere della Sera, da cui abbiamo tratto gli spunti per rammentare a Silvio dove è urgente affondare il bisturi. L'elenco delle bestialità collezionate dal Palazzo è lungo: noi forniamo in sintesi quelle macroscopiche nella speranza sia arrivato il presidente capace di spazzare via, oltre ai rifiuti di Napoli, anche le macerie del malgoverno. Ciò è indispensabile per recuperare risorse e investirle in opere (specialmente servizi) di pubblica utilità. Certamente occorre coraggio. Ma Berlusconi ne ha abbastanza. O lo tira fuori o sarà un disastro. Prima di chiudere, un particolare: ogni decisione suscita dissensi. Al momento. I consensi vengono dopo. All'Italia non serve un medico pietoso, ma uno che la guarisca e non ascolti i suoi lamenti. Quando si sarà rialzata, ringrazierà.
FONTE : LIBERO

domenica 20 aprile 2008

L'Italia si è rialzata: Berlusconi Premier

Ieri è stata una giornata convulsa, alle 13 SKY diffondeva dei sondaggi che davano una vittoria di misura al PdL , ma la cosa non mi quadrava per nulla. Alle 17 invece le proiezioni di voto riportavano la vittoria di Berlusconi nelle sue giuste proporzioni: ben 9 punti di distacco dall’antagonista Pd. Un segnale di cambiamento netto da parte degli italiani che auspicavo e il cambiamento non è stato solo questo, anche se questo è certo il più importante. I comunisti sono scomparsi dal Parlamento e sono fuori anche i Socialisti. Sono rammaricata solo per Bertinotti, del quale, pur non condividendo alcuna delle sue idee, apprezzo la corretteza, ma se penso al nuovo Parlamento con soli 3 partiti mi si apre il cuore. Le condizioni per cambiare musica ci sono tutte, la maggioranza del Pdl è consistente sia alla Camera che al Senato, il partito è perfettamente in sintonia con i bisogni della gente, non rimane altro da fare che cominciare a lavorare e se conosco bene Berlusconi, avrà già in tasca la lista dei Ministri e sarà pronto a muoversi. Sono molto soddisfatta di come sono andate le cose, auguro al Presidente del Consiglio, al suo schieramento e a tutto il Parlamento un sincero “BUON LAVORO” , l’Italia ne ha bisogno.