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domenica 17 novembre 2013

PDL, sarà vera scissione?

Il "fattaccio" è avvenuto ieri, ma sono mesi che le acque non sono tranquille nel PDL. Il Consiglio Nazionale  ha sancito la morte del Pdl e la  nascita di Forza Italia e il gruppo dei Governativi di Alfano ha decretato la nascita di Nuovo Centro Destra creando di fatto una rottura "insanabile" tra loro e il gruppo guidato da Silvio Berlusconi. Ma sarà una scissione vera?
Non può essere sfuggito a nessuno il modo soft con cui sono stati trattati i dissidenti da Berlusconi, che dal palco ha invitato le truppe di Forza Italia a non attaccare i "traditori". Dal canto suo Alfano non è stato da meno e in conferenza stampa con i giornali esteri, ha ribadito il suo affetto immutato per il cavaliere e la collocazione nel centro destra della sua nuova forza politica.
Parrebbe una mossa del tipo "lottare separati per colpire insieme" e se fosse così sarebbe davvero una grande astuzia politica e probabilmente raggiungerebbe lo scopo. Alfano al governo per non lasciare il Paese nelle mani del PD e Berlusconi fuori e con le mani libere per fare una bella campagna elettorale.
Non è escluso che lo stesso escamotage venga usato dal PD con Letta e Renzi, insomma i "presi per il naso" se fosse davvero così,  sarebbero sempre e solo  gli Italiani.

lunedì 9 giugno 2008

E contro i «no» ora si può gridare Forza Italia

Una nuova Italia sta uscendo dal guscio, per la quale si può ormai tranquillamente gridare Forza Italia, sia perché l’omonimo partito non c’è più e sia perché cominciano gli Europei di calcio. Quale nuova Italia è? È quella in cui si restringe sempre più il campo degli irriducibili (dipietristi, beppegrillani, pezzi di sindacato, pezzi di magistratura) e si gonfia il campo del consenso non tanto ideologico quanto quello per il bene del Paese e della collettività. Il campo del consenso investe le forze sociali, l’abbiamo visto proprio con i sindacati durante l’incontro con il Presidente del Consiglio, in modo trasversale e non partitico.
Si tratta di un panorama di riconciliazione di cui questo Paese ha un dannato bisogno proprio perché è dalla sua nascita condannato all’oblio e all’odio nella divisione. La nostra storia è fatta di blocchi di odio e di oblio: lo stesso Risorgimento alla vigilia delle celebrazioni dei 150 anni di unità d’Italia è un mistero, la rielaborazione di fascismo e antifascismo non valica la consolidata retorica, come la stagione della guerra fredda, del consociativismo fra Pci e Dc, dell’autonomismo craxiano, del berlusconismo e dell’antiberlusconismo viscerale. Oggi il Paese sembra ricomporsi sul presente e il futuro, ma esprimendo anche il bisogno di riconciliarsi, nella verità, con i macigni del suo passato.
In questo processo di ricomposizione del ben operare bisognerà che anche la Magistratura faccia la sua parte. Se è vero che i legislatori che siedono in Parlamento non si devono permettere di dire ai magistrati come fare il loro mestiere, è ancora più vero l’inverso: i magistrati non si devono permettere di dire ai legislatori come fare le leggi che poi devono applicare con scrupolo e intelligenza. Abbiamo invece assistito a due sgradevoli invasioni di campo, per non chiamarle ribellioni, in materia di intercettazioni e introduzione del reato di clandestinità. La protesta sulle intercettazioni, che non condividiamo affatto, potrebbe ancora considerarsi sensata perché le intercettazioni sono anche (oltre che un latente stato di polizia) uno strumento di lavoro investigativo. Ma che i magistrati, la cui legittimazione deriva da un concorso, si permettano di criticare e porre veti ai legislatori eletti dal popolo sulle leggi da fare, è un’anomalia che deve cessare perché è arrivata l’ora del ritorno alle regole, ai ruoli, e del rispetto delle linee di confine.
Paolo Guzzanti - IL GIORNALE

lunedì 2 giugno 2008

Buon 2 giugno a tutti

Oggi è la festa della Repubblica, lo scrivo per tutti quegli italiani che non sanno che cosa si festeggia oggi, e purtroppo non sono pochi. La nostra Italia sta faticosamente cercando di rimettersi in piedi, ma la strada è ancora lunga e difficile. Noi tutti dobbiamo tifare per lei proprio come facciamo con la Nazionale di calcio, dobbiamo urlare dagli spalti delle nostre città il nostro no a chi rema contro il cambiamento proprio come faremmo con un arbitro che non assegna un rigore alla nostra squadra.
Non dobbiamo permettere che nessuno tenti di affossare quello che il Governo sta facendo per liberare Napoli dai rifiuti, per liberarci da un po' di tasse, per risolvere il caso Alitalia e per tutto il resto.Chi ci governa è stato eletto con una vasta maggioranza, ha il diritto e il dovere di governare.
Questo è il nostro ultimo treno, l'Italia non può perderlo e se tutti noi faremo sentire la nostra voce alta e forte quel treno ci porterà verso un paese più moderno, più equo, più giusto.