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sabato 12 novembre 2011

I GOVERNI LI DECIDONO GLI ELETTORI


E' terminato da pochi minuti un affollattissimo incontro  promosso dai giornalisti Ferrara, Feltri e Sallusti al teatro Manzoni di Milano. Una folla di milanesi ha partecipato con entusiasmo e ha ribadito con forza che "Chi governa devono stabilirlo gli elettori".







Ognuno dei presenti, per primi i parlamentari Rotondi e Santanchè, si farà carico di portare avanti quanto emerso dalla assemblea, ossia a gran voce : ELEZIONI SUBITO!

I due parlamentari riferiranno al Premier Berlusconi quanto deciso dall' Assemblea.

martedì 31 maggio 2011

E adesso non fate gli gnorri, la sconfitta era nell'aria!!!

Milano ha un nuovo sindaco: all'Avvocato Pisapia, eletto ieri con un bel numero di voti, auguro buon lavoro di tutto cuore!
Il voto dato a Pisapia è stato per molti milanesi, anche non di sinistra, assolutamente liberatorio, un modo per prendere le distanze dal sindaco uscente che per la città aveva fatto poco e che non era per niente in sintonia con loro, un modo per stigmatizzare il comportamento di un Premier dalla dubbia moralità e dalla fissazione per la giustizia e da  un governo immobile da troppo tempo, un modo per tornare a sperare in una Milano migliore.
Non è affatto certo che il sogno di questi milanesi si realizzi e che il "nuovo vento" che soffia imperioso sia quello che serve per cambiare Milano, ma in molti hanno voluto provare il cambiamento.

Sono molte le ragioni della sconfitta del centrodestra, della Moratti e di Berlusconi ed erano tutte prevedibili, ostinarsi a non volerle vedere e proseguire sulla stessa china significherà lo sfascio del Pdl e la caduta ingloriosa di Berlusconi.
Riporto a tale proposito un ottimo editoriale di Giuliano Ferrara, come sempre non le manda a dire, e fa benissimo.
Manuela Valletti

Non c’è un minuto da perdere. Berlusconi è all’ultima spiaggia. Chi lo nega è un suo avversario nascosto o un improvvido. Ha perso. Di brutto. Ha perso lui, alla guida delle operazioni. Ha perso male, un errore dopo l’altro. Ha perso consegnando ai suoi avversari, nella sua città, le sue doti migliori: ironia, ottimismo solare e capacità di convincere. Il suo massimo problema è la credibilità, che è in fuga. La legittimazione a governare il partito e a dirigere il governo, che è diventata evanescente dopo una poderosa campagna di killeraggio politico, mediatico e giudiziario ad personam alla quale non ha saputo rispondere. E’ un voto che registra un indebolimento netto, e su scala nazionale, sul metro politico e non solo amministrativo. Decine di maggiorenti del suo sistema di potere e di consenso si affanneranno adesso a minimizzare o a burocratizzare le conseguenze del voto di Milano e di Napoli. Ma tra loro non sono pochi quelli che aspettano vantaggi personali e di gruppo da una cottura a fuoco lento, mentre la maggioranza parlamentare, dopo l’epico e demenziale scontro con Fini, è ai minimi termini, sottoposta a ogni tipo di ricatto. La Lega di Bossi e Maroni farà i suoi conti con la nuova situazione, con il consueto e comprensibile cinismo. Il Cav. può tentare di durare senza veri cambiamenti, negoziando la sopravvivenza, ma questa decisione, se sarà la sua, lo esporrà a un inesorabile logoramento, verso una qualche forma di 25 luglio.

Tuttavia oggi Berlusconi non ha alternative. Non ha alternative politiche e parlamentari, perché il voto premia gli outsider dell’antiberlusconismo e non uno schema di gioco responsabile e di governo. Le elezioni, possibili solo con una dissoluzione della maggioranza alla Camera, sarebbero d’altra parte un passaggio durissimo sia per la coalizione di maggioranza sia per il paese, e comunque si giocherebbero nella registrazione di un clamoroso fallimento del blocco che ebbe tre anni fa un plebiscito popolare nazionale. Non basta mettere pannicelli caldi sul corpo malato del Popolo della libertà e sul governo. Non basta annunciare la volontà di ripartire con un programma di fine legislatura e un macchinoso congresso. E’ parte del compito, ma c’è bisogno di nuova luce strategica. E l’unico che può proporsi di dare questo chiarimento vero è Berlusconi stesso. Perché, come sappiamo tutti, Berlusconi è il fattore unificante del partito di maggioranza e della coalizione con Bossi, almeno fino all’esito dei ballottaggi lo è stato. Gli occorre una nuova legittimazione, una nuova delega politica senza ambiguità, conquistata nell’ambito di un nuovo stile personale e del suo partito. Via le burocrazie ammorbanti. Dentro una sana prospettiva di rivoluzione democratica nella forma politica. Primarie generali, per designare presidente e coordinatori regionali del Pdl. Data certa per la verifica rigorosa del rapporto tra la classe dirigente di questo partito anomalo e il suo popolo. Regolamento semplice e inattaccabile. Una nuova leadership che rinasca dal gusto del contraddittorio, dalla capacità di risvegliare i modi e lo stile del berlusconismo nascente, una riformulazione del berlusconismo come movimento nella competizione e nell’audacia, una nuova versione del vecchio carisma oggi opacizzato, tutto ciò sarebbe un segnale inequivoco anche per il paese nel suo insieme. Il basamento su cui diverrebbe possibile la ricostruzione della credibilità del governo e del suo leader. Berlusconi avrebbe dovuto vincere a Milano facendo gli stati generali dell’economia, che aveva annunciato e promesso, e facendo politica come capo dell’esecutivo, non come propagandista. Può forse ripartire, ma non senza una rottura della continuità con gli ultimi mesi o anni. Ora, subito.

Giuliano Ferrara

domenica 20 aprile 2008

Battersi per affermare la dignità della vita

Giuliano Ferrara, direttore de “Il Foglio” e ottimo giornalista, sta creando una sua lista per la tutela della vita umana. Il suo obiettivo non è la ricerca del potere per se stesso, ma quello di portare in Parlamento un certo numero di persone, molte delle quali donne, che sui temi dell’aborto, della fecondazione assistita, dell’eutanasia, siano in grado di scuotere le coscienze. Ieri sera l’ho ascoltato con molto interesse a Matrix, Ferrara non è un bigotto o un fanatico, la sua battaglia non è ideologia, è umana. Nei giorni scorsi mi ero fatta un’idea sbagliata del suo impegno, pensavo che sarebbe stata una impresa vana, una “perdita di voti” per i due partiti maggiori, perchè credo che sui temi etici ci sia attenzione in entrambi gli schieramenti, ieri sera ho capito che in un mondo dove tutti i valori sono andati a farsi benedire, è estremamente importante dare attenzione ad una persona che ci costringe a discuterne. E’ indubbio che l’aborto sia un errore, che lo sia anche la manipolazione genetica e infine anche l’eutanasia, e sono certa che nessun essere umano vorrebbe attuare queste soluzioni estreme nella sua vita. Allora il problema non sono le attuali leggi in vigore o non ancora in vigore - vedi legge 194 - ma impostare il problema in altri termini: per evitare che una mamma scelga di uccidere il proprio bimbo occorre mettere quella mamma nelle condizioni di non farlo, aiutandola in tutti i modi, economicamente e psicologicamente, creando per lei le condizioni per continuare serenamente la gravidanza e per ocuparsi poi del suo bambino dopo il parto. Lo stesso discorso vale per l’eutanasia, se i malati terminali e senza speranza saranno messi in condizioni di non sofferenza, saranno accuditi nelle loro case da personale idoneo, attenderanno serenamente di lasciare questo mondo con dignità. Per la manipolazione genetica occorre aprire un altro capitolo, dovremmo chiederci che diritto abbiamo noi di decidere della vita di un altro essere umano, anche se potenzialmente handicappato. Ci sono genitori di bimbi down che ringraziano il Signore di averli avuti per la ricchezza che hanno portato nella loro esistenza. Certo anche qui sarà necessario un supporto per le famiglie e una garanzia per il futuro di queste creature indifese.

Insomma la battaglia di Giuliano Ferrara vuole affermare la dignità dell’uomo in ogni momento della sua esistenza, lo vuole fare in modo concreto e c’è un gran bisogno che in questa società così superficiale, che mette ai margini i malati, gli anziani, gli handicappati solo perchè ”rovinano” il mondo di celluloide in cui i più vorrebbero vivere o che non esita ad uccidere un bimbo nel grembo materno per non avere problemi, benvenga una iniziativa come questa, una iniziativa che merita il rispetto di tutti e che non deve essere strumentalizzata, anche se capisco che scuota le coscienze e per questo possa far paura. Ognuno poi voti secondo coscienza.