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sabato 7 aprile 2012

Ho bisogno di silenzio

Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.

Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.

Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.

Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.

Alda Merini

Vi regalo questa poesia della Merini perchè la Pasqua quest'anno è tanto sofferta, sono in molti ad avere delle pene nel cuore e per tutti occorre invocare un po' di silenzio, per riflettere, per ritrovare il senso delle cose, per provare ad essere ancora felici, nonostante tutto.

sabato 3 aprile 2010

Riflessione Pasquale: un segno di speranza per tutti!

Nel corso della vita attraversiamo dei momenti in cui ci troviamo di fronte delle difficoltà spaventose impossibili da prevedere. Forze che distruggono tutto ciò che amiamo e allora siamo presi dal dolore, dallo sconforto ed abbiamo l’impressione di una profonda abissale ingiustizia. Non riusciremmo a vivere comportandoci moralmente se, nel profondo del nostro animo non fossimo convinti che al di là delle apparenze, esiste nella società e nel mondo una sotterranea armonia, una “sensatezza” etica. Ci aspettiamo un qualche rapporto fra meriti e ricompense. Per cui se hai agito bene alla fine otterrai un sostegno, un qualche riconoscimento, non sarai ripagato solo con il dolore.
Per questo, di fronte al no, alla sciagura che ci colpisce improvvisamente quando abbiamo agito in modo esemplare, o quando sono stati altri a mandarti allo sbaraglio e ti hanno tradito, ti afferra un immenso dolore morale. Hai l’impressione di una mostruosità, qualcosa in contrasto con le leggi della logica, della giustizia e della natura che dovrebbero essere alla base del cosmo. Ti trovi svuotato, senza energia, in un mondo privo di senso, in balia di forze irrazionali e malvagie. 
Ricordiamoci che di fronte alla catastrofe non dobbiamo mai arrenderci alla disperazione. Quando tutto ci appare assurdo, ingiusto e irrazionale dobbiamo reagire con fermo coraggio e razionalità conservando intatta la vigilanza, la lucidità, la volontà di trovare una soluzione. La troveremo sempre. 

giovedì 9 aprile 2009

La Pasqua e le sue tradizioni

Ci accingiamo a celebrare l'evento più importante per la Chiesa Cattolica e forse ne abbiamo dimenticato le origini e il significato.
Nell'augurare a tutti e particolarmente alla gente d'Abruzzo, una Pasqua colma di speranzza, di serenità e di amore, ricordo il suo significato, le sue origini e alcune tradizioni che l'accompagnano.

La Resurrezione di Cristo di Rubens

Origini e significati della Pasqua

Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall'aramaico: pasha, che corrisponde all'ebraico pesah, il cui senso generico è “passare oltre”. Il significato effettivo della parola non è del tutto certo. Un gruppo di Padri della Chiesa d'origine asiatica (tra i quali Tertulliano, Ippolito, Ireneo) collegano la parola pascha al termine greco pàschein, che significa soffrire. Sebbene l'etimologia del termine non sia corretta, in quest'ipotesi vengono colti i significati intrinseci della Pasqua: il sacrificio e la salvezza. Per un'etimologia più esatta della parola bisogna ricorrere ad Origene ed agli alessandrini, che intendono il senso come “passaggio”. In questo caso il passaggio è attraverso il Mar Rosso, dalla schiavitù alla Terra Promessa, dunque dal vizio del peccato alla libertà della salvezza, attraverso la purificazione del battesimo. Applicata a Cristo, detta etimologia suggerisce il Suo passaggio dal mondo terreno al Padre. Un terzo gruppo di scrittori (Procopio di Gaza, Teodoreto di Ciro, Apollinare di Laodicca) suppone che l'espressione “passa oltre” si riferisca all'Angelo sterminatore, che, vedendo il sangue sulla casa degli ebrei “passa oltre”, salvando coloro che risiedono all'interno: ma, anche, al “passare oltre” alla morte da parte di Cristo.
“Ci fu un'epoca nella vita della chiesa in cui la Pasqua era, per così dire, tutto” (R. Cantalamessa). La Pasqua è, infatti, la festa liturgica più importante per il cristianesimo. Commercialmente soppiantata dal Natale e da alcune tradizioni pagane più allettanti per la società moderna, la Pasqua rappresenta e celebra i tre momenti fondamentali del cristianesimo: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Essa si pone come nucleo del patrimonio liturgico e teologico del cristianesimo. A ciò si aggiunga che la Pasqua rappresenta il raccordo con la matrice giudaica del cristianesimo e al tempo stesso, il momento di affrancamento da tale matrice. La festa cristiana viene assunta dalla celebrazione della liberazione del popolo di Mosè dalla schiavitù in Egitto, festeggiata in occasione del primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera. Originariamente festa pastorale delle popolazioni nomadi del Vicino Oriente, la Pasqua ebraica si trasforma in una festa agricola, quando le tribù iniziano attività più sedentarie. E' Mosè a far coincidere le celebrazioni agresti con la fuga. In Esodo, capitolo 12, si narra che Mosè ordinasse ad ogni famiglia, prima di abbandonare l'Egitto, di immolare un capo di bestiame piccolo e di bagnare col suo sangue gli stipiti delle porte delle case. Dopo aver consumato il pasto in piedi, con il bastone in mano, le famiglie sono pronte per la partenza: essa avviene nella notte, dopo il passaggio dell'angelo di Dio, che uccide tutti i primogeniti egiziani, risparmiando solo le abitazioni ebraiche, segnate col sangue. Nel corso dei secoli, il rituale della Pasqua è sottoposto a modifiche, ma alcuni elementi rimangono simili a quelli giudaici.Secondo i Vangeli, Gesù Cristo istituisce il sacramento dell'eucarestia proprio durante le celebrazioni della Pasqua. Il Nuovo Testamento narra che Gesù fosse crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica. In un primo momento i cristiani di origine ebraica, infatti, celebrano la Resurrezione di Cristo subito dopo la Pasqua ebraica, mentre quelli di origine pagana celebrano la Pasqua ogni domenica. Per sanare le controversie in merito alla datazione, nel 325 il concilio di Nicea stabilisce definitivamente che la Pasqua debba essere celebrata la prima domenica dopo la luna piena seguente l'equinozio di primavera. Più tardi, nel 525 si definisce un periodo entro il quale essa debba “cadere”: fra il 22 marzo e il 25 aprile.Al di là delle origini prettamente liturgiche delle celebrazioni pasquali, sembra sempre più importante sottolineare il vero significato della Pasqua cristiana.La Pasqua si celebra nell'equinozio, dunque in un giorno di luce continua senza tramonto (la luna piena subentra al sole). Essa è legata al simbolismo della rinascita, cadendo nel periodo della primavera, dopo l'inverno (e cioè dopo il peccato e la morte), quando la natura si rigenera e tutto l'universo è coinvolto da questa rinascita. La Resurrezione di Cristo porta con sé la salvezza per tutto il mondo cristiano ed è un momento di gioia, che succede al dolore della morte. Agostino definisce la Pasqua “transitus per passionem”, vale a dire “passaggio attraverso la passione”, prima di Cristo e poi dell'uomo. Nella stessa festa sono unite Passione e Resurrezione, concetto sottolineato da Ambrogio con il passo “Celebriamo in tal modo un giorno di tristezza ed uno di gioia. Nel primo digiuneremo, nel secondo saremo saziati”.

Le tradizioni di Pasqua

Il nome Pasqua è di derivazione ebraica: Pèsach (passaggio). Per la tradizione cristiana rappresenta la festività più importante, perché richiama la risurrezione di Cristo.

Perché la data di Pasqua è "mobile".

Originariamente, la risurrezione era ricordata ogni domenica, ma successivamente, la Chiesa cristiana decise di celebrarla solo una volta l'anno. Da qui le diverse correnti di pensiero per decidere la data in cui festeggiare la risurrezione di Gesù. Le controversie terminarono con il concilio di Nicea dei 325 d.C., che affidò alla Chiesa di Alessandria d'Egitto il compito di decidere ogni anno la data.

L'uovo: tradizione ed arte.

La tradizione dell'uovo pasquale ha origini antichissime: gli antichi contadini romani sotterravano nei campi un uovo colorato di rosso, come simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. È proprio con il significato di vita che l'uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla risurrezione di Cristo ed alla vita eterna.

Le campane mute.

E' tradizione che dal venerdì santo fino alla domenica di Pasqua, in Italia le campane delle chiese non suonano, in segno di dolore per il Cristo crocifisso. Anche in Francia esiste questa usanza e ai bambini si dice che le campane sono votate a Roma.