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martedì 25 ottobre 2011

Il mio libro è fresco di stampa

"DEPORTATO I 57633 VOGLIA DI NON MORIRE" 
La storia di Ferdinando Valletti, il deportato calciatore 
Photocity Edizioni

pagine 203 - Euro 15,00
ISBN 978-88-6682-048-2




Il mio libro è fresco di stampa.
La storia è stata ampiamente arricchita e modificata nei contenuti grazie ai dettagliati appunti di mio padre sulla sua deportazione a GUSEN II reperiti  quando io e mia sorella  abbiamo smobilitato  la casa dei nostri  genitori, alla morte di mia madre; a questi preziosi appunti si sono aggiunti  i documenti che ho richiesto all'ITS di Arolsen.

Chi volesse acquistare il libro lo trova qui e tra qualche giorno in tutte le librerie on line.
Il libro potrà essere accompagnato a richiesta, dal bellissimo DVD ".. E come potevamo noi cantare" edito dall'ANED, tratta proprio della deportazione dei lavoratori milanesi nei lager nazisti tra il 1943 e il 1945. Libro e DVD abbinati possono essere richiesti  all'Associazione Culturale Ferdinando Valletti. 

Sono già molte le scuole che hanno aderito al progetto dell'Associazione Culturale Ferdinando Valletti per il mese di gennaio 2012 ricorrenza del GIORNO DELLA MEMORIA.
Chi volesse aggiungersi mi contatti personalmente via email:


lunedì 29 settembre 2008

Un museo al Binario 21 della Stazione Centrale

Finalmente anche Milano avrà il suo Museo della Deportazione, verrà realizzato alla Stazione Centrale e precisamente accanto al binario 21 che era accessibile solo dai sotterranei. Da quel binario sono partite le 605 persone deportate la mattina del 30 gennaio 1944 ad Auschwitz–Birkenau e molti altri convogli per altre campi di concentramento nazisti. Anche mio padre Ferdinando Valletti partì da quel tragico binario il 4 marzo 1943 e venne condotto con altri compagni di sventura prima ad Insbruk, poi a Reichenau che era un piccolo campo di smistamento, e infine a Mauthausen, dove arrivò il 13 marzo 1944 e vi rimase fino al 5 maggio 1945, il giorno della liberazione.
Quest'anno ho visitato il Campo di Mauthausen e ciò che resta di quello di Gusen e ho pensato che la mia città avrebbe proprio dovuto dedicare alla deportazione un museo, un luogo della memoria per tutti coloro che sono morti e hanno sofferto nell'inferno dei campi di sterminio. Sono quindi molto orgogliosa che questo Museo venga realizzato e mi auguro che la documentazione che verrà messa a disposizione di tutti non si limiti alla
Shoah ma comprenda tutti i deportati milanesi.