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martedì 29 aprile 2014

Questa Europa continua a non piacermi

Sull'Europa non ho cambiato idea, pensavo che fosse un grande bluff quando ci veniva presentata come un miracolo di cooperazione, di guadagno, di integrazione dei popoli, lo penso ancora ora ma con una aggravante, la grande miseria che questa Europa ha creato a causa delle sue scelte economiche, delle sue ottusità sociali e della sua mancanza di idealità. No, questi non sono gli Stati Uniti d'Europa che in fondo tutti noi avevamo sognato, siamo rimasti divisi anche più diprima per le grandi diseguaglianze sociali che la politica è riuscita a creare.
Alla vigilia delle nuove elezioni Europee gli euroscettici sono in aumento e allora ho pensato di pubblicare qualche articolo a firma prestigiosa per conoscere anche le ragioni degli altri.
Inizio con questo articolo di Marcello Foa da Il Giornale

Gli euroscettici volano. Non è il caso di capire perché?

In Gran Bretagna, Nigel Farage vola nei sondaggi e alle prossime europee potrebbe risultare addirittura il primo partito. In Francia Marine Le Pen sta crescendo moltissimo. In Italia gli unici due partiti dichiaratemente anti euro, la Lega e Fratelli d’Italia, sono in ascesa mentre ancora non si capisce quale sia la posizione di Beppe Grillo. Persino in Germania  il nuovo partito Alternative für Deutschland, per non parlare della Grecia, dell’Olanda e di realtà di tanti altri Paesi europei. Sconosciute al pubblico. I media tacciono oppure se ne occupano per rimestare  la solita accusa di populismo o per ribadire i soliti luoghi comuni.
Pochi si interrogano, ad esempio, suelle ragioni che spingono il britannico Farage – a mio giudizio oggi il più brillante leader politico d’opposizione europeo – a distanziarsi dalla Le Pen. Per una ragione semplice: non conoscono né l’una né l’altra. Ecco perché ritengo meritevole l’iniziativa de ilgiornale.it – sito che ho avuto il piacere di dirigere e che ancora oggi ospita il mio blog – di mandare due inviati in giro per l’Europa a raccontare l’altra Europa, quella che i grandi media non raccontano. E di farlo chiedendo il sostegno dei lettori, attraverso il crowdfunding ovvero il finanziamento partecipativo (come potete leggere qui ), di solito usato per finanziare reportage di guerra.
Il giornalismo a cui credo è quello che si propone di capire e di spiegare prima di prendere posizione. Oggi in Europa, oltre a un deficit democratico c’è un evidente deficit informativo che i media affermati dovrebbero colmare non fosse che per dovere di cronaca e per permettere ai propri lettori di  formarsi un’opinione. Ecco perché auguro successo a questa iniziativa dei miei amici ed ex colleghi de ilgiornale.it
Dimenticavo: uno che non ha paura delle proprie opinioni è Claudio Borghi Aquilini, come dimostra in questa intervista . Leggete e poi dissentite. O assentite…

venerdì 4 novembre 2011

Crisi, le verità che non vi dicono

Non capite cosa sta accadendo? Siete smarriti dai continui sbalzi dei mercati, che un giorno crollano del 5% e due giorni dopo crescono del 4%, per poi ricorllare e ricrescere? Limitandosi ad osservare non si capisce nulla, se però si conoscno alcuni retroscena il quadro appare meno confuso di quanto appaia.

1) Di ogni leader bisognerebbe leggere attentamente la biografia e dunque non dimenticarsi mai delle sue origini. Prendiamo il premier Papandreou. E’ greco? Senza dubbio, ma solo a metà. Sua madre è americana e in America ha studiato. Niente di male, anzi, però bisogna sapere che negli ultimi vent’anni ha stabilito eccellenti rapporti con un certo establishment finanziario anglosassone. Viste le sue strane peripezie con l’annuncio di misure lacrime e sangue, poi la negazione di quanto fatto finora con la proclamazione di un referendum annunciato e infine l’annullamento dello stesso, Papandreu sta facendo gli interessi del popolo greco o risponde ad altre logiche e ad altri interessi?

2) E prendiamo Mario Draghi, ex governatore della Banca d’Italia, ma anche ex vicepresidente di Goldman Sachs e, soprattutto, stimatissimo presidente del Financial stability forum, che dalla scoppio della crisi del 2008, ha preservato gli interessi del mondo finanziario e in primis delle grandi banche che hanno provocato quella crisi e che sono state salvate. Domanda: rappresenta l’Italia, l’Europa o il mondo finanziario transnazionale? Ah saperlo…

3) E’ cosî scandaloso che un Paese, la Grecia, pensi di chiedere al popolo di decidere il proprio destino? Il referendum, a quanto pare, non ci sarà, ma avrebbe dovuto essere indetto tempo fa, mentre l’Europa viene costruita sempre sopra le teste dei cittadini e prelevando di volta in volta pezzi crescenti di sovranità, naturalmente senza mai dichiararlo apertamente ma dissimulando le proprie intenzioni. L’Europa dell’euro, di Shenghen, di Maastricht è un’Europa tendenzialmente non democratica e questo dovrebbe preoccupare tutti noi, ma siamo cosî ipnotizzati dall’andamento dei mercati da non accorgercene nemmeno. A furia di pensare solo all’andamento dei mercati, rischiamo di perdere anche quel poco che resta della nostra libertà e della nostra autonomia decisionale…

4) Il destino dell’Italia è segnato perchè non controlliamo più il debito pubblico, come ho spiegato in questo post. E perché vogliono far cadere Berlusconi ad ogni costo, il quale ha agevolato i suoi nemici, che si annidano non tanto in casa ma nell’establishment europeo; dunque non ha saputo leggerne i disegni, decriptarne le intenzioni, non è stato capace di elaborare risposte convincenti e di mostrarsi pubblicamente all’altezza della situazione. E sotto l’impulso della crisi svuoteranno l’Italia lasciandole forse risanata ma esangue. E’ il destino di chi rinuncia alla propria sovranità…
Marcello Foa