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venerdì 4 novembre 2011

Crisi, le verità che non vi dicono

Non capite cosa sta accadendo? Siete smarriti dai continui sbalzi dei mercati, che un giorno crollano del 5% e due giorni dopo crescono del 4%, per poi ricorllare e ricrescere? Limitandosi ad osservare non si capisce nulla, se però si conoscno alcuni retroscena il quadro appare meno confuso di quanto appaia.

1) Di ogni leader bisognerebbe leggere attentamente la biografia e dunque non dimenticarsi mai delle sue origini. Prendiamo il premier Papandreou. E’ greco? Senza dubbio, ma solo a metà. Sua madre è americana e in America ha studiato. Niente di male, anzi, però bisogna sapere che negli ultimi vent’anni ha stabilito eccellenti rapporti con un certo establishment finanziario anglosassone. Viste le sue strane peripezie con l’annuncio di misure lacrime e sangue, poi la negazione di quanto fatto finora con la proclamazione di un referendum annunciato e infine l’annullamento dello stesso, Papandreu sta facendo gli interessi del popolo greco o risponde ad altre logiche e ad altri interessi?

2) E prendiamo Mario Draghi, ex governatore della Banca d’Italia, ma anche ex vicepresidente di Goldman Sachs e, soprattutto, stimatissimo presidente del Financial stability forum, che dalla scoppio della crisi del 2008, ha preservato gli interessi del mondo finanziario e in primis delle grandi banche che hanno provocato quella crisi e che sono state salvate. Domanda: rappresenta l’Italia, l’Europa o il mondo finanziario transnazionale? Ah saperlo…

3) E’ cosî scandaloso che un Paese, la Grecia, pensi di chiedere al popolo di decidere il proprio destino? Il referendum, a quanto pare, non ci sarà, ma avrebbe dovuto essere indetto tempo fa, mentre l’Europa viene costruita sempre sopra le teste dei cittadini e prelevando di volta in volta pezzi crescenti di sovranità, naturalmente senza mai dichiararlo apertamente ma dissimulando le proprie intenzioni. L’Europa dell’euro, di Shenghen, di Maastricht è un’Europa tendenzialmente non democratica e questo dovrebbe preoccupare tutti noi, ma siamo cosî ipnotizzati dall’andamento dei mercati da non accorgercene nemmeno. A furia di pensare solo all’andamento dei mercati, rischiamo di perdere anche quel poco che resta della nostra libertà e della nostra autonomia decisionale…

4) Il destino dell’Italia è segnato perchè non controlliamo più il debito pubblico, come ho spiegato in questo post. E perché vogliono far cadere Berlusconi ad ogni costo, il quale ha agevolato i suoi nemici, che si annidano non tanto in casa ma nell’establishment europeo; dunque non ha saputo leggerne i disegni, decriptarne le intenzioni, non è stato capace di elaborare risposte convincenti e di mostrarsi pubblicamente all’altezza della situazione. E sotto l’impulso della crisi svuoteranno l’Italia lasciandole forse risanata ma esangue. E’ il destino di chi rinuncia alla propria sovranità…
Marcello Foa


giovedì 18 febbraio 2010

Rubare e mentire, non è umano


Il Papa: «Rubare e mentire, non è umano»

Benedetto XVI (Ansa)
Benedetto XVI (Ansa)
CITTÀ DEL VATICANO - «Non si dica più "ha mentito: è umano; ha rubato: è umano"». Lo chiede il Papa nel discorso rivolto al clero di Roma. «Questo non è il vero essere umani. Essere umani è invece essere generosi, essere a immagine di Dio», ha aggiunto Benedetto XVI. «Il peccato non è mai solidarietà, è sempre desolidarizzazione».
OBBEDIENZA - Poi Joseph Ratzinger, commentando la Lettera agli Ebrei, ha parlato dell’obbedienza. «È una parola che non piace nel nostro tempo, viene interpretata come alienazione, atteggiamento servile, sottomissione alla volontà di un altro, mentre l’autodeterminazione sarebbe la vera esistenza umana». Per il Papa, invece, libertà obbedienza sono «due cose che vanno insieme», in quanto «l’obbedienza a Dio, cioè la conformità alla verità del nostro essere, è la vera libertà, è la divinizzazione».
Nota: Come sempre ci giungono da questo grande Pontefice parole di verità.
Non ho mai avuto dubbi in proposito: rubare e mentire non sono azioni degne di esseri umani nel senso più alto del termine, che poi vengano praticate diffusamente e a tutti i livelli non può certo consolarci. Quante volte siamo costretti ad ascoltare gente che dice di aver mentito perchè la verità sarebbe troppo dolorosa , o peggio, perchè la verità li avrebbe danneggiato il loro futuro?
Spesso menzogne e ladrocini vanno di pari passo e se questa nostra società malata è incline ad accettare qualsiasi cosa e a calpestare chiunque in nome del benessere, del divertimento, del denaro da accumulare, la voce del Pontefice condanna senza appello chi fa di questi comportamenti uno stile di vita,

lunedì 3 novembre 2008

La maschera

Se tieni per troppo tempo la maschera, finisci per farla diventare la tua faccia. Leggo che questo è un proverbio indiano, non so con quanto fondamento. Sta di fatto che l'idea è azzeccata e colpisce indiscriminatamente, perché una qualche maschera l'abbiamo sempre nel nostro guardaroba spirituale. Alcune volte ci serve per proteggere la nostra intimità da ogni curiosità eccessiva, ed è allora una cosa buona. Altre volte, però, è un sotterfugio per celare le nostre vergogne e apparire perfetti, e allora può sconfinare in ipocrisia. Altre volte ancora è una sorta di visiera che ci isola dal resto del mondo perché si teme il confronto "a viso aperto". C'è, dunque, una negatività nel mascherarsi che può essere lieve quando è un gesto transitorio e giustificabile da debolezze o paure. Diverso è il caso prospettato dall'aforisma indiano: esso denuncia l'incrostazione permanente che deforma il volto in modo definitivo. È appunto la falsità elevata a regola di vita ed è pericoloso mettersi su questa strada perché spesso non si può tornare indietro e si precipita di inganno in inganno, di menzogna in menzogna. Si arriva fino al punto di mentire a se stessi e progressivamente la falsità si trasforma in pseudo-verità. Dobbiamo, però, dire che può verificarsi anche quello che affermava il presidente americano Abraham Lincoln: «Potete ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non potete prendere per il naso tutti per tutto il tempo». Giunge, infatti, il momento in cui o per una nostra debolezza o per una particolare acutezza dell'altro, ci viene strappata a forza la maschera e, per usare la famosa espressione, il re diventa nudo. Il nostro orgoglio sarà frustato in faccia e le illusioni create attorno a noi si scioglieranno come neve al sole, lasciando solo l'amara realtà del vero nostro volto.
Mons. Ravasi- I mattutini