La tendenza dei media ad attribuire le azioni terroristiche a persone con problemi psichici era stata già messa in evidenza qualche giorno fa da Enrico Mentana sul suo profilo Facebook, ora dobbiamo registrare sullo stesso argomento un intervento dello psichiatra Prof. Alessandro Meluzzi che va giù pesante e senza peli sulla lingua:
" I giornalisti seguono il politicamente corretto e quindi per loro i terroristi non appartengono ad una particolare religione e non sono soggetti ad una precisa ideologia, sono persone generiche, solo "lievemente disturbate" a causa dei problemi che hanno incontrato nella loro misera vita. Sono spesso immigrati di seconda generazione cresciuti in quartieri degradati, non hanno un lavoro stabile, sono stati lasciati dalla moglie o dalla fidanzata e via di questo passo."
Non è un problema psichiatrico
Sempre secondo Meluzzi, i media usano questo sistema per alterare la verità, per distorcere la realtà dei fatti e per far questo fanno un uso distorto anche della psichiatria. Naturalmente questa analisi fuorviante produce dei danni, ad esempio la sottovalutazione degli accadimenti di questi ultimi tempi.
Stiamo subendo un attacco terribile alla nostra civiltà, il più grave da 70 anni a questa parte e siamo del tutto impreparati anche perchè i media pensano alla politica e non alla verità dei fatti.
La situazione potrebbe aggravarsi improvvisamente a causa della migrazione imponente di islamici che arrivano da noi con palese difficoltà psicosociale e che, in queste condizioni, sono facile preda del CALIFFATO
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martedì 9 agosto 2016
I terroristi sono criminali e non psicolabili!
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sono giornalista dal 1988, ho diretto alcuni giornali, attualmente www.themilaner.it, fondato da me, ho scritto diversi libri relativi al mio vissuto, ma anche a fiabe per bimbi.
domenica 5 ottobre 2008
Cavalcare l'argomento del razzismo è una moda...
Da qualche giorno lo vediamo scritto su tutti i giornali, gli italiani sono razzisti e a testimonianza di questo si citano il caso del ragazzo di colore ucciso a Milano, i due casi di ragazzi picchiati (uno di colore e uno cinese) e poi il caso dell'insegnante che avrebbe detto al bimbo nero di ritornare nella giungla.
Tutti episodi assolutamente gravi ed esecrabili ma che da soli non sono sufficienti a tacciare di razzismo una intera nazione e a soffiare sul fuoco per fomentare ed arrivare poi ad accusare... indovinate chi? Berlusconi.
Gli episodi di pestaggio perpetrati da italiani sono gravi come gli stupri di migliaia di donne italiane ad opera di extracomunicari, neri o bianchi poco importa, e di questo oggi non si parla più, l'episodio dell'insegnate non fa testo poichè è ormai evidente dai molti episodi negativi che accadono nel mondo della scuola, che la qualifica "docente" non è sempre sinonimo di intelligenza, di umanità e tanto meno di cultura.
Quindi ridimensioniamo il caso e diciamoci con franchezza che l'immigrazione selvaggia che per molti anni ha subito questo Paese ha prodotto, e non per colpa dei cittadini, dei rigurgiti di intolleranza soprattutto tra i giovani che probabilmente, e non a torto, in una situazione di grande difficoltà economica e lavorativa si sentono minacciati nel loro futuro. Il fenomeno è però riconducibile a una minoranza dei giovani.
La ricetta per porre fine a tutto questo è semplice: una immigrazione programmata basata sul lavoro e sul rispetto delle leggi italiane e delle regole di convivenza civile.
Quando si arriverà a questo ci avvieremo verso una integrazione che nessuno si sognerò più di contestare.
Manuela Valletti Ghezzi
Tutti episodi assolutamente gravi ed esecrabili ma che da soli non sono sufficienti a tacciare di razzismo una intera nazione e a soffiare sul fuoco per fomentare ed arrivare poi ad accusare... indovinate chi? Berlusconi.
Gli episodi di pestaggio perpetrati da italiani sono gravi come gli stupri di migliaia di donne italiane ad opera di extracomunicari, neri o bianchi poco importa, e di questo oggi non si parla più, l'episodio dell'insegnate non fa testo poichè è ormai evidente dai molti episodi negativi che accadono nel mondo della scuola, che la qualifica "docente" non è sempre sinonimo di intelligenza, di umanità e tanto meno di cultura.
Quindi ridimensioniamo il caso e diciamoci con franchezza che l'immigrazione selvaggia che per molti anni ha subito questo Paese ha prodotto, e non per colpa dei cittadini, dei rigurgiti di intolleranza soprattutto tra i giovani che probabilmente, e non a torto, in una situazione di grande difficoltà economica e lavorativa si sentono minacciati nel loro futuro. Il fenomeno è però riconducibile a una minoranza dei giovani.
La ricetta per porre fine a tutto questo è semplice: una immigrazione programmata basata sul lavoro e sul rispetto delle leggi italiane e delle regole di convivenza civile.
Quando si arriverà a questo ci avvieremo verso una integrazione che nessuno si sognerò più di contestare.
Manuela Valletti Ghezzi
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sono giornalista dal 1988, ho diretto alcuni giornali, attualmente www.themilaner.it, fondato da me, ho scritto diversi libri relativi al mio vissuto, ma anche a fiabe per bimbi.
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