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venerdì 16 novembre 2012

La rivolta europea

Nei giorni scorsi molti giovani europei di diversi paesi in  crisi economica, sono scesi in piazza per manifestare la necessità di avere un futuro e costruire la propria vita.
La notizia è stata completamente ignorata dalla stampa nazionale, solo a sciopero avvenuto, verificata la riuscita dello stesso, si è dato conto dell'imponenza delle manifestazioni, dei disordini e delle  violenze.
Questa volta io sto con loro, con ragazzi che potrebbero essere i miei figli e che chiedono solamente di poter lavorare e di poter disegnare il loro futuro.
La mancanza di speranza è la cosa peggiore che si possa regalare ad un giovane e questo è quello che i nostri politici hanno fatto costruendo una Europa basata solo sull'economia e non sull'umanità delle scelte.
L' Europa non è mai stata unita fino ad ora, per anni ogni paese ha tirato fuori il proprio distinguo e poi lo ha messo da parte in nome dello "spread", delle scelte finanziare, delle borse in rosso, sembrava che questo fosse il collante per andare avanti, ma come si è visto,  non lo è.
Forse ora questi ragazzi europei che scendo in piazza per protestare contro questo stato di cose, sono il primo vero segnale di una Europa unita, unita nella rivolta verso un sistema che uccide l'uomo e le sue speranze.
Si, io sto con questi ragazzi perchè non sono i figli di papà del famigerato '68, i loro bisogni sono reali e palpabili. Non so come poterli aiutare, ma un modo lo troverò.
Forza figlioli, siete la speranza per un futuro che dovrà essere più umano, più civile, più a misura d'uomo, se questo futuro si chiamerà Europa vorrà dire che il nostro continente avrà trovato la forza di cambiare!

venerdì 26 novembre 2010

Lo sciopero contro l'Università

Ieri giornata di cortei studenteschi in diverse città italiane, giornata di una anacronistica arrampicata sui tetti dell'università di un Bersani con il fiatone che si diceva con gli studenti e di qualche finiano che intendeva solo dimostrare che il Fli è determinante per l'approvazione della riforma Gelmini.
In realtà forse i giovani manifestavano senza capire che la protesta inscenata era contro di loro, che quel testo tanto vituperato conteneva un attacco mortale ai baronati universitari e ottime soluzioni per tutti quei precari ormai quarantenni che attendono da anni  una sistemazione. Insomma la qualità della scuola in quel testo era al primo posto. Ideologicizzare una riforma che è a dire di molti esperti un'ottima riforma vuol dire non aver capito nulla di che cosa ha bisogno la scuola italiana per diventare competitiva in Europa.
Lo spettacolo offerto ieri dall'opposizione, con qualche eccezione, e dai Finiani che avevano in parte contribuito alla realizzazione del documento Gelmini, è stato penoso e deprimente.
Per una volta, in presenza di una riforma  pregevole per il Paese Italia e per l' Università Italiana in particolare si doveva e si poteva fare uno sforzo comune, non lo si è fatto.. ora forse il Ministro ritirerà la riforma e l'Università continuerà ad essere quella che è ormai da tanti anni, una fucina del niente a dispetto dei 324 indirizzi di studi che proclama.