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venerdì 16 novembre 2012

La rivolta europea

Nei giorni scorsi molti giovani europei di diversi paesi in  crisi economica, sono scesi in piazza per manifestare la necessità di avere un futuro e costruire la propria vita.
La notizia è stata completamente ignorata dalla stampa nazionale, solo a sciopero avvenuto, verificata la riuscita dello stesso, si è dato conto dell'imponenza delle manifestazioni, dei disordini e delle  violenze.
Questa volta io sto con loro, con ragazzi che potrebbero essere i miei figli e che chiedono solamente di poter lavorare e di poter disegnare il loro futuro.
La mancanza di speranza è la cosa peggiore che si possa regalare ad un giovane e questo è quello che i nostri politici hanno fatto costruendo una Europa basata solo sull'economia e non sull'umanità delle scelte.
L' Europa non è mai stata unita fino ad ora, per anni ogni paese ha tirato fuori il proprio distinguo e poi lo ha messo da parte in nome dello "spread", delle scelte finanziare, delle borse in rosso, sembrava che questo fosse il collante per andare avanti, ma come si è visto,  non lo è.
Forse ora questi ragazzi europei che scendo in piazza per protestare contro questo stato di cose, sono il primo vero segnale di una Europa unita, unita nella rivolta verso un sistema che uccide l'uomo e le sue speranze.
Si, io sto con questi ragazzi perchè non sono i figli di papà del famigerato '68, i loro bisogni sono reali e palpabili. Non so come poterli aiutare, ma un modo lo troverò.
Forza figlioli, siete la speranza per un futuro che dovrà essere più umano, più civile, più a misura d'uomo, se questo futuro si chiamerà Europa vorrà dire che il nostro continente avrà trovato la forza di cambiare!

lunedì 9 aprile 2012

Onestà e disonestà ai giorni nostri

Perchè dobbiamo essere onesti, leali, mantenere la parola data, non fare minacce e ricatti quando sappiamo benissimo che molti, usando mezzi illeciti si sono arricchiti, sono diventati potenti e vengono ammirati ed elogiati? Se molte fortune sono nate dalla genialità degli imprenditori, altre sono il frutto di furfanterie. Gli americani chiamano Robber Barons alcuni loro famosi magnati.
Se la disonestà paga, perchè tante persone continuano ad essere oneste, integre, corrette? Alcuni rispondono che lo fanno per timore della legge. Ma davvero credete che gli onesti siano onesti per timore del magistrato? No. Le leggi sono indispensabili, ma noi non siamo gentili con nostro marito o nostra moglie, non ci prendiamo cura dei nostri figli, non facciamo il nostro lavoro quotidiano, non aiutiamo gli altri per timore della legge. La società è fondata sui costumi, regole morali, valori, legami affettivi e solo quando questi fattori cessano di funzionare deve intervenire la legge. E non sempre con molto successo, come dimostrano le aree di mafia e di camorra. Il rigore morale è qualcosa che incominciamo a formarci da bambini attraverso l'esempio dei genitori, degli insegnanti, degli amici. E’ una bussola interna che rafforziamo da adolescenti, da adulti, nelle prove della vita.
E’ un costrutto personale, il prodotto di una volontà, di una autodisciplina come ogni altra virtù, ogni altra abilità. Il bravo pianista, il bravo calciatore devono incominciare presto, ma poi continuare a coltivare la propria capacità. Chi non si è costruito questa bussola considererà normale ingannare, rubare, tradire. E lo farà sempre.
Ora domandiamoci: gli onesti, coloro che hanno la bussola della integrità, come possono operare in un mondo dove ci sono tanti potenti corrotti e tanti spregiudicati? Non verranno sempre sconfitti? Non è detto. Perchè chi ha scelto la rettitudine ed ha rinunciato ad imbrogliare, è portato a sviluppare altre capacità. Un pò come il cieco che, non vedendo, acquista una straordinaria capacità uditiva tattile e cenestesica. L'onesto sviluppa molto di più l'intelligenza, la creatività, l'efficienza. Inventa, organizza, costruisce, ispira fiducia, ottiene credito. Quando devi fidarti veramente di qualcuno, vedere le cose fatte bene, sei costretto a rivolgerti a lui. Nessuno, nemmeno il politico più spregiudicato, può farne completamente a meno. Questa è la sua forza e per questo, alla fine, si afferma e rende vivibile la nostra società.