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mercoledì 2 settembre 2015

ANZIANI ITALIANI, VERI EROI DEL NOSTRO TEMPO


Nel nostro paese anziani con pensioni minime sono diventati il sostegno di figli e nipoti a causa della crisi economica.




Gli eroi dei nostri tempi sono persone semplici che combattono ogni giorno contro la crisi economica che prende alla gola  e che disgrega la società separando sempre più distintamente i poveri dai ricchi. In questo spaccato italiano di grande attualità,gli anziani che, con la loro misera pensionesostengono economicamente i loro figli e i loro nipoti nell'indifferenza generale, possono essere senza dubbio indicati come  i nostri eroi. 
Un aiuto importante - La crisi ha colpito duro tutti, ma loro, gli anziani, non mollano, si rimboccano le maniche e cercano di mettere insieme il pranzo con la cena per loro e i loro cari con sacrifici inimmaginabili, eppure anche loro avevano dei sogni fatti di una serenità conquistata con tanti anni di lavoro, ma si sa che la famiglia per noi italiani viene prima di tutto  e quindi  i figli vanno aiutati e senza nemmeno farlo troppo pesare.
E lo Stato? Guardando negli occhi questepersone abituate ai sacrifici, ma troppo anziani per continuare a farli, viene da chiedersi dove sia lo Stato e che cosa stia facendo per loro? Poi ci ricordiamo che quando  lo Stato si è occupato degli anziani lo ha fatto per tartassarli con la famigerata legge Fornero, perchè  prelevare denaro  dalle pensioni è facile, poco dignitoso ma facile. La Corte Costituzionale ha cercato di rimettere a posto le cose, ma in Italia le leggi sono sempre interpretabili come meglio serve e quindi qualche cosa del maltolto è stato restituito, ma non tutti i denari che erano stati sottratti.  
Un ricco bottino - Sempre gli anziani si sono presi anche  le feroci critiche dei politici "perchè loro hanno la pensione e i giovani non si sa se riusciranno ad averla" quasi fossero loro i responsabili della crisi della Previdenza. Naturalmente  non sono  state le loro pensioni a far saltare i bilanci di uno Stato sprecone, anche perchè loro i contributi li hanno versati, ma piuttosto gli sprechi istituzionalizzati, una allegra amministrazione della cosa pubblica e, non ultimi i vergognosi vitalizi di senatori, deputati e consiglieri regionali che si troveranno alla fine del loro mandato, un ricchissimo bottino  pagato naturalmente da noi italiani. Se è vero che il grado di civiltà di un paese si vede da come vengono trattati i soggetti più deboli, ossia anziani e bambini, i nostri anziani, operosi e tenaci, sono trattati malissimo e quindi la conclusione è una sola, l'Italia non è un gran Paese.

lunedì 9 aprile 2012

Onestà e disonestà ai giorni nostri

Perchè dobbiamo essere onesti, leali, mantenere la parola data, non fare minacce e ricatti quando sappiamo benissimo che molti, usando mezzi illeciti si sono arricchiti, sono diventati potenti e vengono ammirati ed elogiati? Se molte fortune sono nate dalla genialità degli imprenditori, altre sono il frutto di furfanterie. Gli americani chiamano Robber Barons alcuni loro famosi magnati.
Se la disonestà paga, perchè tante persone continuano ad essere oneste, integre, corrette? Alcuni rispondono che lo fanno per timore della legge. Ma davvero credete che gli onesti siano onesti per timore del magistrato? No. Le leggi sono indispensabili, ma noi non siamo gentili con nostro marito o nostra moglie, non ci prendiamo cura dei nostri figli, non facciamo il nostro lavoro quotidiano, non aiutiamo gli altri per timore della legge. La società è fondata sui costumi, regole morali, valori, legami affettivi e solo quando questi fattori cessano di funzionare deve intervenire la legge. E non sempre con molto successo, come dimostrano le aree di mafia e di camorra. Il rigore morale è qualcosa che incominciamo a formarci da bambini attraverso l'esempio dei genitori, degli insegnanti, degli amici. E’ una bussola interna che rafforziamo da adolescenti, da adulti, nelle prove della vita.
E’ un costrutto personale, il prodotto di una volontà, di una autodisciplina come ogni altra virtù, ogni altra abilità. Il bravo pianista, il bravo calciatore devono incominciare presto, ma poi continuare a coltivare la propria capacità. Chi non si è costruito questa bussola considererà normale ingannare, rubare, tradire. E lo farà sempre.
Ora domandiamoci: gli onesti, coloro che hanno la bussola della integrità, come possono operare in un mondo dove ci sono tanti potenti corrotti e tanti spregiudicati? Non verranno sempre sconfitti? Non è detto. Perchè chi ha scelto la rettitudine ed ha rinunciato ad imbrogliare, è portato a sviluppare altre capacità. Un pò come il cieco che, non vedendo, acquista una straordinaria capacità uditiva tattile e cenestesica. L'onesto sviluppa molto di più l'intelligenza, la creatività, l'efficienza. Inventa, organizza, costruisce, ispira fiducia, ottiene credito. Quando devi fidarti veramente di qualcuno, vedere le cose fatte bene, sei costretto a rivolgerti a lui. Nessuno, nemmeno il politico più spregiudicato, può farne completamente a meno. Questa è la sua forza e per questo, alla fine, si afferma e rende vivibile la nostra società.

lunedì 2 febbraio 2009

L'orrore della violenza in una società malata

E' un'epoca cattiva la nostra . Stiamo assistendo sempre più frequentemente ad episodi di violenza che hanno per bersaglio donne, membri della stessa familgia,extracomunitari, barboni e animali indifesi. Tutte violenze orribili che lasciano segni fisici e psichici in chi li subisce. La punizione per tutti questi reati è lasciata ad una legge probabilmente inadeguata per quanto riguarda la pena da infliggere e ad una giustizia che spesso interpreta questa legge nel modo meno severo possibile.
Certo tutti invochiamo leggi severe, pene certe e processi per direttissima per questi reati che sono davvero orribili, ma per tentare una qualche prevenzione è indispensabile che vengano individuate le cause di tanta violenza gratuita: in alcuni casi è l'immigrazione non controllata, in altri è l' incapacità del soggetto alla sopportazione di una qualsiasi contrarietà che la vita gli mette davanti, in altri ancora è l'assoluta mancanza di valori di giovani che hanno come massimo divertimento lo sballo in discoteca, il diventare veline o calciatori.. insomma il far denaro facilmente, l'avere e non l'essere.
Per quanto riguarda i giovani naturalmente le responsabilità non mancano e vanno ricercate in primo luogo nella famiglia e poi nella scuola. Entrambe queste agenzie educative sono in crisi, la prima travolta da una società che ha fatto del relativismo il suo credo, che consente l'eutanasia e non ha rispetto per la vita umana dal suo nascere al suo morire e la seconda che è assolutamene inadeguata ad un insegnamento che oltre ad essere nozionistico sia anche formativo.
Abbiamo davanti a noi una crisi economica molto pesante che metterà alla prova la tenuta di molte famiglie e in situazioni come questa non è affatto improbabile che quelle più sane si rinsaldino e riscoprano valori dimenticati. E' poi in divenire la riforma della scuola e dell'università.. dopo tante inutili proteste si scopre ora che la riforma ci vuole e non è poi tanto male.
Sembra paradossale riporre in una crisi economica un barlume di speranza per il miglioramento della nostra società, ma a volte quando si è in procinto di perdere il proprio status sociale, ci si aggrappa alle cose che contano veramente e se sarà così ne verremo fuori.

domenica 18 maggio 2008

E se il "badato" garantisse per la badante?

È vero, c'è una questione aperta sulle badanti, sulle colf e su chi assiste anziani o persone con problemi di mobilità. Sono tantissime e svolgono quel lavoro di assistenza sociale cui lo Stato non riesce a far fronte. Molte arrivano dall'est ma non hanno nulla a che vedere con quei loro connazionali che entrano nelle ville o con i rom. Ed è giusto non fare di tutta un'erba un fascio. Il recente boom del "fenome no badanti" è indice di tre fattori: il primo riguarda il buon invecchiamento delle persone; il secondo, la mancanza di tenuta del welfare rispetto all'invec chiamento (e aggiungo (...) la insufficienza di personale italiano); il terzo incide sulla convenienza di mercato, visto che il pagamento di questi stranieri avviene per lo più in nero. Insomma, la soluzione degli stranieri come versione moderna delle dame di compagnia è diventata col tempo la classica quadratura del cerchio. Non priva però di zone grigie, se è vero - com'è vero - che la stragrande maggioranza delle badanti è in Italia irregolarmente. Clandestinamente. Il ministro dell'Interno Maroni non vuole sentir parlare di sanatorie. Le badanti temono espulsioni di massa. I badati temono di perdere quell'aiuto di cui non saprebbero più fare a meno. Che fare? Butto lì un'idea. Buona per il cestino o, chissà mai, per un pezzetto di soluzione. La espongo. L'italiano che ha in casa una badante o un badante si offre come suo garante nei confronti dello Stato. Garantisce sull'identità, sulla residenza, sulla persona. Non certo - sia chiaro - per eventuali crimini commessi dallo straniero: in tal caso la responsabilità resta personale. Una garanzia del genere regolarizzerebbe una situazione di fatto rispetto alla Bossi-Fini, non la posizione dello straniero irregolare. Una specie di responsabilità oggettiva, al pari dell'imprenditore nei confronti dei suoi dipendenti o del direttore di un giornale nei confronti degli articoli pubblicati. Servizio indispensabile

La premessa della garanzia parte da un presupposto chiave: la fiducia tra le persone coinvolte e la indispensabilità del servizio reso. Si sente dire: «Se non ci fosse la badante, non saprei come fare. È una di famiglia». In effetti le cose potrebbero davvero stare così: quando si affidano a costoro i propri figli, i genitori, i disabili, va riconosciuto che il rapporto è davvero speciale. Se dunque si affidano le persone più care, allora si può tranquillamente arrivare a garantire - nei confronti dello Stato - per costoro. Perché la garanzia e non la sanatoria? Perché le sanatorie sono generalizzate. E soprattutto perché dopo due mesi saremmo punto e a capo, come finora è accaduto. La garanzia personale congela la clandestinità, può essere fatta solo tra persone fisiche e non si può garantire per più di uno straniero. Ecco la differenza sostanziale con lo sponsor che la Amato-Ferrero voleva ripristinare. Una garanzia del genere infine responsabilizza i cittadini italiani. Li responsabilizza, per cominciare, sul fronte della retribuzione e dei diritti. Il fenomeno delle badanti nasconde spesso irregolarità, scarso corrispettivo e lavoro nero. Con la garanzia, il cittadino italiano sarebbe obbligato ad una busta paga trasparente anche nei contributi previdenziali (magari si potrebbe pensare a un fondo assicurativo, per consentire il riscatto quando si vuole senza perdere i contributi versati). Quanto al corrispettivo, nulla vieta di pattuire la cifra tra le parti. Sia ben chiara una cosa: chi non garantisse per lo straniero irregolare pur avendolo in casa, diventa a quel punto complice della clandestinità. Con una pena pecuniaria altissima. C'è un altro dato da non sottovalutare. Portando alla luce il nero di certi lavori, io credo che molti italiani avrebbero convenienza ad occuparsi degli anziani. E il flusso migratorio incontrerebbe una afrenata. Un aiuto anche ai conti

Chi garantisce nel caso in cui l'anziano non fosse autosufficiente? Il figlio più grande o comunque il parente più vicino. Anche questo è un modo per non considerare i propri anziani un affare della società. Trasformando infine la famiglia in un soggetto fiscale, il garante potrebbe anche detrarre la spesa, considerato che tutto sommato sta facendo anche un favore al welfare statale. Come e quando finisce la garanzia? In caso di rimpatrio; nel caso la badante cambiasse famiglia (e trovando quindi un nuovo garante) o viceversa qualora il badato trovasse nuova o diversa assistenza. Spostando l'attenzione sulla fiducia tra i soggetti, si smonta anche il ricatto: lo straniero (siccome la sua posizione di permanenza in Italia non è sanata, ma solo garantita) non può fare il furbo con l'italiano; l'italiano non può ricattare lo straniero, perché altrimenti resta solo, non avendo più un mercato nero a sua disposizione. Ultima considerazione. Una soluzione del genere infine faciliterebbe l'approvazione del reato di immigrazione clandestina, altrimenti contestabile anche a queste persone. Di cui moltissime famiglie italiane non possono fare a meno. Forse ho detto una marea di cretinate. Però convincetemi che c'è una soluzione migliore, che non sia un'altra sanatoria.
FONTE - LIBERO