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sabato 22 febbraio 2014

Povera Italia tra acquiescenza ed emigrazione.

In Ucraina divampa la rivolta, tanto che il presidente Viktor Yanukovych è stato defenestrato, il Paese è in miseria e il suddetto presidente reggeva un sistema di corruzione senza precedenti. Detto questo ci si potrebbe domandare che cosa ci sia di diverso tra l'Ucraina e l'Italia: non certo la situazione politica, non certo la situazione economica...i nostri politici sono per lo più corrotti,  noi come loro siamo senza lavoro e molti italiani sono sotto la soglia di povertà e allora? La diversità c'è eccome ed è nel coraggio degli ucraini e nell' acquiscenza soporifera degli italiani che pare non abbiano nessuna intenzione di tutelare il loro futuro e quello dei loro figli.
Gli italiani non riescono a reagire, si limitano ad aspettare...i fautori  del compromesso  e delle raccomandazioni, della furbizia e del bisogno irresistibile di fare i furbi e di fottere gli altri,  hanno perso il senso dell'appartenenza e  si limitano a commemorare  il passato, a portare corone nei luoghi delle stragi che dopo 40 anni non hanno ancora colpevoli. Troppo poco!
Coloro che negli anni della seconda guerra mondiale sono riusciti ad abbattere il fascismo se ne sono andati o sono centenari, i loro figli  hanno i capelli bianchi e magari si impegnano anche per spiegare ai ragazzi che cosa accadde nei campi di sterminio dei nazisti e poi ci sono i quarantenni e i giovani che hanno sempre avuto una vita facile e che non ci pensano nemmeno a ribellarsi, vivono con i genitori, non si sposano, non hanno figli... 
Se è questa la situazione della società italiana che cosa possiamo prevedere per il nostro Paese? Difficile dirlo. I giovani più volonterosi cercano lavoro all'estero, i pensionati che non ce la fanno più emigrano verso la Tunisia o la Bulgaria, vogliono terminare la loro vita con dignità e senza pensieri e gli altri? E i bambini? 
Non so darvi risposte, fosse per me uscirei dall'Euro e mi riprenderei la sovranità decisionale, se l'Euro ci ha ridotto così (certo con la complicità dell'alta finanza e di molti politici italiani) meglio ritornare alla nostra vecchia lira.
Ma le decisioni non dipendono da me, io la mia parte l'ho fatta con un impegno politico di dieci anni, ora tocca agli altri, a gente giovane che abbia coraggio, il coraggio di far cambiare le cose a qualsiasi costo.

domenica 28 aprile 2013

ABBIAMO IL GOVERNO E ORA AVANTI TUTTA!




Il Governo Letta ha presentato ieri  la sua squadra e oggi alle 11,30 giurerà nelle mani del Presidente della Repubblica. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho letto i nomi dei ministri: nessuno dei soliti noti, niente D'Alema, niente Amato niente ministri che per anni hanno manovrato le leve del potere, Questi ministri sono nuovi, molti di loro sono donne, sono abbastanza giovani ed è giusto che abbiano la possibilità di dimostrare quanto valgono.
Ho fiducia in queste persone, credo che proprio perchè nuovi e giovani avranno l'entusiasmo del fare e si cimenteranno con coraggio e onestà nel loro dicastero.
Con buona pace di chi vive di ideologie e di odio, l' Italia ha ora  un governo politico ma non estremista, vogliamo dire un governo democirstiano? Si,  ma ricordiamoci anche che la Democrazia Cristiana ha portato l'Italia al miracolo economico dopo la II guerra mondiale, speriamo che anche  il Governo Letta  ci trascini fuori dalla crisi attuale, questo è l'augurio che faccio a Gianni Letta e ai suoi ministri e, se permettete, anche a noi italiani.

lunedì 2 febbraio 2009

L'orrore della violenza in una società malata

E' un'epoca cattiva la nostra . Stiamo assistendo sempre più frequentemente ad episodi di violenza che hanno per bersaglio donne, membri della stessa familgia,extracomunitari, barboni e animali indifesi. Tutte violenze orribili che lasciano segni fisici e psichici in chi li subisce. La punizione per tutti questi reati è lasciata ad una legge probabilmente inadeguata per quanto riguarda la pena da infliggere e ad una giustizia che spesso interpreta questa legge nel modo meno severo possibile.
Certo tutti invochiamo leggi severe, pene certe e processi per direttissima per questi reati che sono davvero orribili, ma per tentare una qualche prevenzione è indispensabile che vengano individuate le cause di tanta violenza gratuita: in alcuni casi è l'immigrazione non controllata, in altri è l' incapacità del soggetto alla sopportazione di una qualsiasi contrarietà che la vita gli mette davanti, in altri ancora è l'assoluta mancanza di valori di giovani che hanno come massimo divertimento lo sballo in discoteca, il diventare veline o calciatori.. insomma il far denaro facilmente, l'avere e non l'essere.
Per quanto riguarda i giovani naturalmente le responsabilità non mancano e vanno ricercate in primo luogo nella famiglia e poi nella scuola. Entrambe queste agenzie educative sono in crisi, la prima travolta da una società che ha fatto del relativismo il suo credo, che consente l'eutanasia e non ha rispetto per la vita umana dal suo nascere al suo morire e la seconda che è assolutamene inadeguata ad un insegnamento che oltre ad essere nozionistico sia anche formativo.
Abbiamo davanti a noi una crisi economica molto pesante che metterà alla prova la tenuta di molte famiglie e in situazioni come questa non è affatto improbabile che quelle più sane si rinsaldino e riscoprano valori dimenticati. E' poi in divenire la riforma della scuola e dell'università.. dopo tante inutili proteste si scopre ora che la riforma ci vuole e non è poi tanto male.
Sembra paradossale riporre in una crisi economica un barlume di speranza per il miglioramento della nostra società, ma a volte quando si è in procinto di perdere il proprio status sociale, ci si aggrappa alle cose che contano veramente e se sarà così ne verremo fuori.

domenica 20 luglio 2008

Il papa chiama e i giovani rispondono....

Lo spettacolo meraviglioso di Benedetto XVI con i giovani di tutto il mondo e il coinvolgimento che questi ragazzi dimostrano portano conforto ad una umanità in affanno senza valori e principi, ci indicato la via per la realizzazione del regno di Dio sulla terra.
Riporto il brano del vangelo di oggi, direi che leggendo con attenzione si può avere una indicazione di come sia semplice arrivare allo scopo.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,24-43.

Un'altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un'altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!

venerdì 27 giugno 2008

L'inno del Cirano de Bergerac

In tempi in cui valori e stili di vita sono quanto meno discutibili, questo inno insegna molto, ve lo propongo

L'inno del Cirano de Bergerac

"Orsù che dovrei fare?
Cercarmi un protettore, eleggermi un signore,
e dell'ellera a guisa, che dell'olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi, invece di salire per forza?
No, grazie! Dedicare come usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri. Far l'arte del buffone
pur di vedere alfine le labbra di un potente
schiudersi ad un sorriso benigno e promettente?
No, grazie! Saziarsi di rospi? Digerire
lo stomaco per forza dell'andare e venire?
Consumar le ginocchia?
Misurar le altrui scale?
Far continui prodigi di agilità dorsale?
No, grazie
! Accarezzar con mano abile e scaltra
la capra e intanto il cavolo annaffiare con l'altra?
E aver sempre il turibolo sotto dell'altrui mento
per la divina gioia del mutuo incensamento?
No, grazie! Progredir di girone in girone,
diventar un grand'uomo tra cinquanta persone,
e navigar con remi di madrigali, e avere
per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
No, grazie! Pubblicare presso un buon editore,
pagando, i propri versi! No, grazie dell'onore!
Brigar per farsi eleggere papa nei concistori
che per entro le bettole tengono i ciurmatori?
Sudar per farsi un nome su di un picciol sonetto
anzi che scriverne altri? Scoprire ingegno eletto
agl'incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali,
lasciarsi sbigottire dal rumor dei giornali?
E sempre sospirare, pregare a mani tese:
pur che il mio nome appaia nel Mercurio Francese?
No, grazie! Calcolare, tremate tutta la vita,
far più tosto una visita che una strofa tornita,
scriver suppliche, farsi qua e là presentare?
Grazie, no! grazie, no! grazie, no!
Ma . cantare,
sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
aver l'occhio sicuro e la voce possente,
mettersi quando piaccia il feltro di traverso,
per un sì, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna,
a qual sia più gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d'altri scrivere,
e poi modestamente dirsi: ragazzo mio,tu puoi
tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia,
pur che nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccolga!
Poi, se venga il trionfo, per fortuna o per arte,
non doverne darne a Cesare la più piccola parte,
aver tutta la palma della meta compita,
e, disdegnando d'essere l'ellera parassita,
pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto
salir anche non alto, ma salir senza aiuto!"