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mercoledì 21 agosto 2013

Joseph Ratzinger: ecco perchè ho lasciato

Ho rinunciato all'incarico di Pontefice perché "me l'ha detto Dio". Così il Papa emerito, Benedetto XVI, avrebbe risposto a chi gli ha chiesto le ragioni della sua storica rinuncia, comunicata al mondo l'11 febbraio 2013. E' la ricostruzione che l'agenzia cattolica Zenit fa sulla base di quanto riferito da ospiti che hanno avuto occasione di incontrare Joseph Ratzinger in questi ultimi tempi.
"Nonostante la vita di clausura, Ratzinger concede infatti - sporadicamente e solo in determinate occasioni - alcune visite privatissime nel Mater Ecclesiae. Durante questi incontri, il Papa emerito non commenta, non svela segreti, non si lascia andare a dichiarazioni che potrebbero pesare come 'le parole dette dall'altro Papa', ma mantiene la riservatezza che lo ha sempre caratterizzato", spiega Zenit.

"Al massimo - prosegue - osserva soddisfatto le meraviglie che lo Spirito Santo sta facendo con il suo successore, oppure parla di sé, di come questa scelta di dimettersi sia sta un'ispirazione ricevuta da Dio". Così avrebbe detto Benedetto ad uno degli ospiti di questi rari incontri. "Me l'ha detto Dio" è stata la risposta del Pontefice emerito alla domanda sul perché abbia rinunciato al Soglio di Pietro. Ha poi subito precisato che non si è trattato di alcun tipo di apparizione o fenomeno del genere; piuttosto è stata "un'esperienza mistica" in cui il Signore ha fatto nascere nel suo cuore un "desiderio assoluto" di restare solo a solo con Lui, raccolto nella preghiera.

Quello di Benedetto XVI, dunque, non è stato un fuggire dal mondo, ma un rifugiarsi in Dio e vivere del suo amore. Lo stesso Ratzinger, ha rivelato la fonte di Zenit che preferisce rimanere anonima, ha dichiarato che questa "esperienza mistica" si è protratta lungo tutti questi mesi, aumentando sempre di più quell'anelito di un rapporto unico e diretto con il Signore. Inoltre, il Papa emerito ha rivelato che più osserva il "carisma" di Francesco, più capisce quanto questa sua scelta sia stata "volontà di Dio".

lunedì 12 agosto 2013

Ma quali fratelli islamici?

Papa Francesco ieri in Piazza San Pietro si è rivolto agli islamici chiamandoli fratelli. Ovviamente il Papa fa il Papa. ma questo pontefice tanto amato, pare aver almeno in tre occasioni deluso parte dei suoi sostenitori, almeno quelli che possiedono una fede non priva di criticità, mi riferisco alla sua visita a Lampedusa, alla stretta di mano alla Presidente del Brasile, la compagna Dilma Rousseff erede di Lula, e ora alla faccenda dell'Islam.
Essere cristiano non significa assolutamente dover accettare tutto e il contrario di tutto, ma avere anche uno spiccato senso della giustizia e della verità. Proprio per amore di giustizia e verità direi che l'Islam attualmente non può e non deve essere chiamato Fratello, il percorso per  poterlo essere passa attraverso la sua volontà di esserlo e le azioni conseguenti per esserlo in un mondo che rifiuta la violenza.
Il Cristianesimo ha annoverato nei tempi che furono  orrendi crimini in nome del suo credo, ma ora il fatto  di  "siamo tutti fratelli" si basa sull'amore per l' individuo e non sul potere della Chiesa, per l'Islam non è così, gli islamici per la loro religione uccidono, stuprano, sgozzano donne e bambini  e questo è inaccettabile, soprattutto se pretendono di farlo nel nostro Paese contravvenendo alle nostre leggi.
Sento spesso dire che il pericolo sono gli estremisti, bene...ma quanti sono gli estremisti islamici? Pochi, molto pochi, solo una piccola frazione di tutto l’Islam: ma questa riposta che pare essere molto tranquillizzante,  in realtà non deve trarre in inganno perché contiene una insidia che spesso passa inosservata.
Se ci chiediamo quanti erano i nazisti negli anni 20 ne vediamo pochissimi, si parla del putch della birreria come di un fatto quasi ridicolo. E quanti erano i marxisti in Russia nel 17 ? . Ben pochi in Russia conoscevano non dico il pensiero ma anche solo il nome di Marx. Eppure in pochi anni nazismo e comunismo si affermarono a livello di massa, forse come nessun altro movimento prima. Anche ora vi sono movimenti neo nazisti e tanti comunisti (diciamo neo leninisti): tuttavia nessuno pensa che ci potranno essere a breve termine regimi nazisti e comunisti (di tipo sovietico). Occorre tener conto infatti delle condizioni storiche nella possibilità o meno di affermazioni di certi movimenti e non solo il numero di quelli che vi aderiscono in un certo momento
Allora la domanda cruciale è se attualmente nel mondo islamico vi sono condizioni di carattere sia culturali psicologiche che economiche politiche sociali che rendano possibile una vasta affermazione dell’islam estremista, la risposta purtroppo non è tranquillizzante.

Riporto le riflessioni del prof.Giovanni De Sio Cesari
Vediamo un po' di avvenimenti storici recenti .
Nel 1979 l’Iran appariva un paese sulla via della modernizzazione e del laicismo, stabile e sicuro alleato dell’Occidente sotto la guida che sembrava saldissima dello Scia mentre l’ayatollah Komeini era sconosciuto ( in Occidente ) e anche in Iran nessuno poteva mai immaginare che avrebbe preso il posto dello scia. Eppure bastarono pochi mesi di rivolta popolare contro il malgoverno dello Scia ( salutata in Occidente come una di indirizzo progressista e di sinistra) perchè tutto il popolo iraniano, con una impressionante movimento di massa che ha pochi precedenti nella storia aderisse profondamente al credo Komeinisti: una intera generazione iraniana, qualche anno dopo si sacrificò con entusiastico zelo religioso nella guerra in Iraq lasciando 700 .000 mila inutili morti.
In Algeria, europeizzante, laica imbevuta di cultura e lingua francese il movimento integralista stava per avere una vittoria elettorale del tutto imprevista alle autorità che sospesero le lezioni scatenando una lunga terribile guerra civile costata centinaia di migliaia di vittime , il numero esatto non si saprà mai.
In Palestina il movimento palestinese ebbe fino agli anni ottanta un indirizzo decisamente laico, il più laico del Medio Oriente vicino alla sinistra europea: ma di colpo movimenti integralisti come Hamas, Jihad, Hezbollah hanno conquistato la scena politica tingendo la questione palestinese di una colore e di un fervore religioso dapprima del tutto sconosciuto.
E poi guardiamo anche alla Cecenia: la rivolta contro i Russi non aveva niente a che fare con il fatto religioso, viene ripetuto anche ora dai Ceceni: pero è anche innegabile che una guerra da nazionale (e di interesse petrolifero) ha avuto uno sbocco di guerra religiosa: i Ceceni sono accorsi in massa sotto le bandiere di al Qaeda. Si veda poi anche nella vicina Bosnia: scontro etnico, la questione religiosa pareva esclusa in un paese laico dopo tanti di comunismo che professava l’ateismo di stato:eppure anche in Bosnia accorsero da ogni parte islamici pronti a morire nel Jihad : la Bosnia è stata anche un punto di forza dello sviluppo del terrorismo.
E cosa accadde quando ci fu l’attacco all’ America.
Quando le torri di New York caddero una ondata di entusiasmo religioso attraversò il mondo mussulmano: ecco Allah ha permesso che solo 17 shaid abbiano inferto un tale colpo all'america , a che le sono serviti i suoi missili e suoi apparati di sicurezza, cosa possono contro la volontà di Allah l'onnipotente? Le t-shirt con le immagini di bin laden andavano a ruba da Timor al Marocco , mussulmani nati e cresciuti in Europa correvano ad arruolarsi in al qaeda, Pakistani in frotte attraversava la frontiera per unirsi ai talebani e in tutto il Pakistan folle immense scendevano in piazza ed erano fronteggiate da soldati con le armi in pugno e nessuno sapeva che sarebbe successo .
Solo i successi rapidi degli americani e degli alleati portarono il mondo islamico a considerare con maggiore obbiettività la realtà
Ci pare quindi suffragata dalla esperienza che il piccolo numero di integralisti trova condizioni oggettive tali che in certi casi possano guadagnare le masse in modo analogo a quanto avvenne in Germani o in Russia per i nazisti o per i comunisti.
Bisogna infatti tener presente fattori che ai quali brevemente accenniano

CONTESTI
CONTESTO RELIGIOSO: la fede mussulmana è costituita essenzialmente da una serie di prescrizioni dettagliate e precise che si ritiene essere state consegnate direttamente e nella forma riportata al profeta Muhammed e che vengono apprese a memoria e in lingua araba perchè quella è la lingua usata da Allah. Per sua natura quindi è piuttosto difficile pensare che tali norme possano esser reinterpretate secondo una visione moderna, fra l’altro estranea alla tradizione islamica e che proviene invece proprio dal mondo degli infedeli. Se Allah ha stabilito il posto della donna quello è il suo posto: se seguendo gli infedeli vogliamo che il suo ruolo sia modificato andiamo contro una delle norme divina e non si può mettere in dubbio una sola delle norme divine senza mettere in dubbio la fede nel suo complesso. In base a tale ragionamento è facile tacciare di apostasia e di idolatria i regimi politici che si ispirano all’Occidente.

CAUSE CULTURALI ogni civiltà ritiene di essere la migliore, vi è sempre una naturale autoreferenzialità : avviene pero che l’Islam negli ultimi secoli si sia come ripiegato su se stesso ed è stato superato non solo dagli europei, ma anche dalle altre grandi civiltà soprattutto dalla Cina. Tutto ciò porta a una profondo senso di frustrazione e umiliazione e quindi a una forte spinta nazionalistica: la decadenza del mondo islamico può essere facilmente attribuita non a carenze proprie ma all’influsso pernicioso degli Occidentali e quindi la illusione che se le usanze straniere degli infedeli venissero respinte si potrebbe tornare allo splendore di Harun el Rascid o di Solimano il magnifico.

CONTESTO POLITICO: il tessuto politico appare molto instabile: da una parte vi sono conflitti interni fra etnie e gruppi religiosi e dall’altra il potere politico è gestitola da elittes politiche più o meno corrotte e comunque con scarsa legittimazione popolare. In realtà figure come Saddam Hussein non sono la eccezione ma piuttosto la regola. Ed è quindi abbastanza facile chiamare alla rivolta contro la corruzione dei ceti dirigenti o intraprendere lotte contro questo o quel gruppo In tale contesto dare una colorazione religiosa è cosa molto facile e proficua.

CONTESTO ECONOMICO SOCIALE: in alcuni paesi vi sono notevoli proventi derivanti dal petrolio: in realtà pero essi non sono stati usati per lo sviluppo economico generale ma ad esclusivo vantaggio di gruppi e sperperati per armamenti ,spese folli di rappresentaza (palazzi di Saddam, panfili da favola). La povertà generale contrapposta alla immenso ricchezza dei pochi naturalmente fornisce una miscela esplosiva particolarmente atta a a incendiasi ai richiami etici e religiosi.

CONCLUSIONE
Con questo non si vuol affermare che necessariamente l’estremismo islamico si diffonderà. Anzi riteniamo che la cosa sia molto improbabile perché appare abbastanza chiaro che esso non può risolvere i problemi che vuole affrontare e che esso infatti in realtà ha fallito dovunque si è manifestato .
Ma non bisogna sottovalutare l’immenso potere di suggestione soprattutto emotivo e considerarlo quindi un fenomeno marginale interessante un limitato numero di seguaci: sarebbe una sottovalutazione estremamente pericolosa


PS, - è stata diffusa poco minuti fa la notizia dell'uccisione di padre Dall'Oglio, la notizia mi rattrista molto.

sabato 23 marzo 2013

Il Santo Padre non è una macchietta...



In questi giorni la stampa si cimenta in un esercizio pericoloso quello di mettere a "nudo" il Papa elencando elencare le diversità che lo differenziano dai Pontefici tradizionali, si guardano le sue scarpe, il suo abbigliamento, i suoi gesti e si racconta del suo tifo calcistico e del suo andare in metropolitana come di eventi eccezionali che lo rendono un "Papa umile e semplice".Padre Bergoglio lo è umile e semplice ma è e rimane il Santo Padre, il Vicario di Cristo in terra e non merita di essere inondato da questa marea di incenso profano proprio per quello che rappresenta. 



Papa Francesco non è la macchietta che tanta stampa vuole dipingere,ma una persona a cui si deve rispetto sia per l'età che per il ruolo che svolge. In quest'epoca così dissacrante si tenta di dissacrare anche il Pontefice e questo, credetemi non gli rende giustizia.
Manuela Valletti 

lunedì 18 marzo 2013

Il bisogno di credere

Papa Francesco piace.. attorno a lui si è raccolta una gran folla di gente, ma anche di politici e giornalisti tutti intenti a magnificare l'uomo dimenticando  che fino a qualche ora prima della sua elezione al soglio pontificio, i loro interessi erano altri, per esempio denigrare la Chiesa,  intervistare il "corvo" per accedere ai segreti di Vatileaks  e individuare tra i cardinali giunti per il Conclave, le connivenze con i preti  pedofili e via di questo passo.
Che cosa è accaduto di così straordinario per cui tutto il male che avevamo individuato tra le mura Vaticane è stato dimenticato e per il nuovo Papa non c'è che affetto e preghiere?
Per cercare di comprendere quanto è successo dobbiamo ritornare alle nostre radici cattoliche, alla nostra affezione alla Chiesa e  al  bisogno irrinunciabile di credere che è di ogni essere umano. 
Osservando il Papa che si comporta come farebbe ogni buon parroco, lo abbiamo sentito vicino a noi e abbiamo riconquistato le sicurezze della nostra infanzia, un ritorno a quelle piccole cose e gesti che eravamo soliti fare: le preghiere con la nonna, la scuola con le suore, il velo in testa per entrare in Chiesa in segno di rispetto, la Comunione alle 6 di mattina  rigorosamente a digiuno.... Allora la Chiesa era parte della nostra vita, era una istituzione come la famiglia e la frequenza alla messa domenicale non era nemmeno da mettere in discussione e lo stato di "cattolico non praticante", tanto di moda ora,  era incomprensibile.
Con l'andar del tempo le nuove generazioni hanno cominciato a pensare che "non era giusto iniziare i figli alla religione cattolica", poi avrebbero scelto loro... e in nome di una libertà religiosa che era in realtà una scelta di comodo (nessuno impedisce ad un giovane di cambiare religione se lo desidera) e di disimpegno anche educativo verso i figli.
E così si è caduti  in uno pseudo ateismo che ha influito anche pesantemente e negativamente  sulla nostra società: assenza di valori, assenza di morale, assenza di tolleranza..  in sostanza una società arida, solo proiettata all'avere e non all'essere.
Certo anche la Chiesa ci ha messo del suo in questo crollo verticale della fede, non ha saputo affrontare il  cambiamento dei tempi, ha perso la sfida con una Europa laicista e si è lasciata travolgere dagli scandali. Papa Francesco entra in scena a questo punto e alla gente non pare vero di poter ricominciare a credere, si presenta come il Papa dei poveri e annulla immediatamente con i suoi gesti il ricordo degli sfarzi  e dell'ingordigia del Clero.
Possiamo solo augurarci che si tratti di vero cambiamento, che Francesco vada avanti senta intoppi, perche   siamo tutti pronti  a credere con lui in una Chiesa povera e vicina alla gente. 

mercoledì 13 marzo 2013

Francesco annunciato da un gabbiano


Nell'attesa del nuovo Pontefice sul comignolo della Cappella Sistina  si è posato un gabbiano, indifferente alla pioggia battente è rimasto appollaiato forse presagendo la fumata bianca che poco dopo ha annunciato al mondo l'elezione del nuovo Papa, l'argentino Jorges Maria Bergoglio.

La piazza guardava con curiosità a quel pennuto, qualcuno si limitava a constatare: «Se il gabbiano sta lì vuol dire che non hanno acceso la stufa".  Poi, come era venuto, il gabbiano se ne è andato  e subito dopo il comignolo ha cominciato a fumare bianco, una lunga e rassicurante fumata bianca accolta dalla gente con una ovazione. 
Il nuovo Papa poco dopo si affacciava dalla loggia centrale di S,Pietro, aveva scelto di essere Francesco I, un nome che da solo era il programma per un pontificato.